Non c’è pace anche nella giornata di oggi per i frontalieri italiani che, arrivati sul rettilineo della provinciale a Cremenaga, quella che collega Luino a Lavena Ponte Tresa, hanno trovato lunghe code all’alba per fare ingresso in Ticino e recarsi sul posto di lavoro. Una situazione che ormai va avanti da settimane e che continua a creare malumori, a causa delle misure adottate per evitare la diffusione e il contagio da Covid-19.
Negli scorsi giorni le sbarre di quindici valichi minori sono state rialzate, ma soltanto quattro di questi si trovano in Ticino. Nell’elenco non figura Fornasette, e ciò significa che nel Luinese gli spostamenti oltre confine continuano a dipendere da altri ingressi, primo su tutti quello di Lavena Ponte Tresa e appunto anche quello di Ponte Cremenaga.
Nonostante l’attivazione dei parlamentari italiani, ai quali si è aggiunto anche il premier Giuseppe Conte che ha sollecitato Berna per la riapertura di tutti i valichi, i problemi per i frontalieri rimangono gli stessi, anche a fronte delle riaperture di negozi e ristoranti in Ticino, che richiamano un gran numero di lavoratori italiani che vivono nell’alto Varesotto.
La volontà svizzera è quella di riaprire passo dopo passo le dogane al confine tra Ticino e Italia, come specificato qualche giorno fa dall’ambasciatrice della Confederazione in Italia, Rita Adam, davanti al Comitato parlamentare italiano di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen.
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