Luino | 26 Aprile 2020

Luino, “Una finestra sulla strada” e l’amore in fuga ai tempi del Coronavirus

Due giovani sulla spiaggia cercano un angolo isolato dove trascorrere il pomeriggio, ma l'intervento di un vigile fa saltare tutti i piani. Il racconto di un lettore

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(Riceviamo e pubblichiamo il racconto di un lettore luinese che, rimanendo anonimo, descrive una particolare ed esilarante scena osservata dalla finestra di casa, dove il tentativo da parte di un tutore dell’ordine di raggiungere e redarguire due giovani, in cerca di uno spazio di intimità sulla spiaggia, nonostante i divieti imposti dall’isolamento, ha infranto, anche se solo per pochi istanti, la monotonia della quarantena forzata)

“Chi vive in solitudine, e nonostante ciò di tanto in tanto vorrebbe avere amicizie, chi, avendo riguardi ai mutamenti dell’ora, del tempo, dei rapporti professionali e altro, vuol vedere un braccio qualsiasi al quale appoggiarsi: costui, non potrà rimanere privo per molto d’una finestra sulla strada”…ecco, la vita ha voluto farmi dono di una finestra sulla strada: sulla via e sul lago.

E così, come il solitario del racconto di Kafka, vado al davanzale e, allungando il capo e lo sguardo per la strada, accompagno per alcuni minuti i passanti. Non sono l’unico in questo periodo a scostare le tende per intrattenermi, e scrivo come ad un cineforum si discute della pellicola appena vista, convinto di raggiungere qui altri attenti spettatori e, con maggiore fortuna, i formidabili attori dello spettacolo a cui ho assistito.

L’intreccio è piuttosto semplice: una coppia di giovani si dà appuntamento nella via che costeggia il lago con l’intenzione di trascorrere il pomeriggio in spiaggia. Alcuni minuti dopo, transita per la strada uno zelante vigile urbano, ferma un novello “jogger” e questi, provata la liceità del proprio comportamento, suggerisce al tutore dell’ordine di verificare, piuttosto, se al lago la situazione sia sotto controllo. Seguono una prima sortita (vengono stanate alcune comparse), il tentativo di richiamare all’ordine i due giovani, un goffo inseguimento e la chiusura dell’accesso alla spiaggia con nastro segnaletico.

A marcare l’aspetto surreale della vicenda, le strade semi deserte in un assolato pomeriggio primaverile e un lontano altoparlante che invita i cittadini a restare a casa.

I due, potremmo definirli cosi, protagonisti non sono ben tratteggiati. Non sappiamo se a portarli davanti a noi è la volontà di infrangere le singolari regole o il sangue che pulsa forte in loro (in tal caso accompagnato, dirà l’osservatore più attento, da una infelice scelta di location), ma tendiamo di buon grado a sostenerli. Prima che il vigile scenda in spiaggia si è spinti a sbracciarsi per avvisare i due, ormai lontani sui ciottoli, dell’imminente azione, e smascherare così il delatore. Molti certamente si ritroveranno in questo ambiguo personaggio, che messo in soggezione dalle domande dell’autorità, e ligio nella tutela della salute pubblica, segnala la presenza di trasgressori sull’acqua.

La sequenza centrale è memorabile. I tentativi del vigile di scovare la coppia, percorrendo con l’auto, avanti e indietro, il mezzo chilometro di strada che costeggia la riva, e la fuga dei nostri sul dissestato bagnasciuga, tra scarichi maleodoranti ed ecomostri degli anni Sessanta, rimarranno a lungo nei ricordi dello spettatore.

Il finale rimane aperto. I limitati movimenti di camera non ci consentono di seguire i due amanti nel nascondiglio che confidiamo abbiano trovato. Forse il vigilante è riuscito ad intercettarli e a redarguirli, forse li ha addirittura multati, esasperato dall’oltraggio della fuga.

All’apposizione del nastro segnaletico lo spettatore si ritira, pensieroso…

Un lettore

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