Tentato furto, possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli atti allo scasso, resistenza a pubblico ufficiale, minaccia, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio. E’ lungo ed esaustivo, nell’indicare le conseguenze di una terribile sfuriata, l’elenco dei reati per i quali un 44enne del Lavenese è stato condannato, anche in secondo grado, ad una pena di un anno e quattro mesi di reclusione, a cui si sommano 1400 euro di multa.
Una sentenza, quella emessa dalla prima Corte d’Appello di Milano, che conferma quanto già deciso dal gup varesino Alessandra Mannino rispetto ai fatti risalenti al 18 novembre dello scorso anno, riassunti oggi sulle pagina de La Prealpina.
“L’imputato, noto alle forze dell’ordine, era stato segnalato perché scavalcava una cancellata di un’abitazione a Brenta con l’idea di mettere a segno un furto in abitazione – si apprende dal quotidiano locale -. Un proposito poi svanito perché a fermare l’aspirante ladro, munito di piede di porco (ma lui si è giustificato sostenendo che cercava un tetto sotto il quale dormire la notte), erano stati in prima battuta gli stessi proprietari di casa, allertati dai vicini, e poi i carabinieri che, avendolo visto confuso, agitato e in evidente stato di ebbrezza, lo avevano portato in ospedale a Cittiglio”.
Affidato al personale medico, l’uomo era stato dimesso dalla struttura poco dopo, e senza allontanarsi molto dal nosocomio aveva ripreso a consumare alcolici fino allo sfinimento, guadagnandosi così un rapido rientro al Pronto soccorso, perché trovato nei paraggi in condizioni preoccupanti. Alla vista di medici ed infermieri, l’esplosione di rabbia scatenata accanendosi su ogni cosa ma anche sulle persone.
La quiete era stata ristabilita solo con l’intervento di ben tre pattuglie dei carabinieri di Laveno, comunque costretti a loro volta a fare i conti con la furia dell’uomo, trovato poi con un tasso alcolemico cinque volte il limite. Due militari infatti erano stati sottoposti a cure dopo aver placato la mattanza.
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