Alto Varesotto | 9 Luglio 2019

Sicurezza al confine, dopo l’assalto al portavalori tuona Monteggio: “Valichi chiusi di notte”

Prende piede l'idea di coinvolgere i comuni limitrofi nell'avanzare la richiesta al Consiglio federale e a quello di stato. Il tema in municipio

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L’assalto ad un portavalori fuori dalla banca a Molinazzo di Monteggio, compiuto lo scorso venerdì da quattro malviventi, che in fuga hanno poi abbandonato l’ingente refurtiva – circa 800mila franchi – nei boschi del Ceresio, colloca l’amministrazione del comune ticinese lungo il versante di coloro che spingono, da qualche settimana, per riabilitare la chiusura notturna dei valichi minori.

Un provvedimento caro alla Lega svizzera, proposto sotto forma di mozione nel 2014 dalla senatrice Roberta Pantani, già applicato in forma sperimentale nel 2017, per alcuni mesi, e attualmente bloccato dal Consiglio degli Stati in attesa di capire se riproporlo o meno.

Tra i valichi non commerciali sotto la lente della mozione figurano, come già raccontato, anche quelli di Cassinone, Ponte Cremenaga e Fornasette, che interessano il piccolo paese al confine con l’Alto Varesotto. La questione, dopo il colpo riuscito solo in parte della scorsa settimana – come riporta RSI.ch -, ha trovato ieri posto tra i temi rilevanti in municipio, dove si è discusso della possibilità di coinvolgere altri comuni ticinesi: Sessa, Croglio e Ponte Tresa.

Lungo il fronte italiano, la misura continua ad apparire come eccessiva e penalizzante per i sindaci di Cremenaga, Luino, Maccagno con Pino e Veddasca, Dumenza, tutti d’accordo nel favorire l’impiego di alternative meno restrittive – per la quotidianità dei cittadini e dei frontalieri – come il potenziamento delle telecamere e i sistemi di lettura targhe. Tra quelle che convincono maggiormente i colleghi della vicina regione elvetica, spicca invece il presidio H24 delle dogane. Anche questa già precedentemente sperimentata.

“La risposta migliore non credo sia la chiusura delle frontiere – spiega Fabio Passera, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca -, un controllo davvero importante del territorio, da parte delle autorità italiane penso che sia la soluzione verso cui bisogna tendere”. Dello stesso avviso anche Domenico Rigazzi, primo cittadino di Cremenaga: “I cittadini di sicuro si sentono più tranquilli, visto che i controlli vengono fatti anche sulle strade: effettuare il posto di blocco della Polizia di frontiera in dogana penso sia uguale a compiere i controlli duecento metri più a valle”. (Foto © cdt.ch Rescue Media)

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