Cuveglio | 24 Febbraio 2019

Cuveglio, il centro di ascolto “Isa Meardi”: luogo d’incontro per tutte le persone in difficoltà

La struttura diretta da don Ghiringhelli accoglie ogni settimana chi necessita di un supporto per rialzarsi. Uno sguardo sul modo di operare del centro

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(Fonte l’eco del Varesotto)

Il centro di ascolto “Isa Meardi” di Cuveglio, opera e segno della Caritas Diocesana di Como, è una forte realtà attiva sul territorio delle valli varesine con sportelli a disposizione del pubblico tutti i martedì pomeriggio, dalle 15 alle 18, e i giovedì dalle 9 alle 12.

Responsabile, dal mese di ottobre 2017, è don Stefano Ghiringhelli, con il supporto della coordinatrice Lella Guelfi. I volontari sono venticinque e prestano il loro servizio in favore di chiunque bussi alla porta del centro. Non operano mai da soli, ogni quindici giorni si ritrovano insieme: dopo un momento di preghiera e formazione a cura del responsabile, condividono e cercano di dare una speranza e anche un aiuto concreto alla povertà, alle sofferenze e alle fragilità con cui ciascuno è venuto a contatto.

“Perché per te è bello, buono e vero dedicarti al centro di ascolto?”. A questa domanda una volontaria risponde: “Perché lì mi accorgo quanto è grande l’amore di Cristo per me, fonte di ogni mio pensiero e agire. Incontro un volto, tanti volti, e questi sono di persone con le loro risorse e le loro povertà.  Povertà segnata spesso dal dolore – prosegue la volontaria – dalla sofferenza, dall’ingiustizia, dalla incapacità culturale e sociale di affrontare le situazione. Di fronte a ciò avverto che come cristiana ho una marcia in più, perché in quei volti scorgo la presenza ‘mascherata’ del mio Dio”.

Il centro di ascolto è l’emanazione di una comunità cristiana che ha capito che l’amore del Signore non si contraccambia facendo qualcosa per lui, bensì aiutando i fratelli, soprattutto se in stato di bisogno. E’ un luogo in cui le persone in difficoltà possono sperimentare il volto fraterno della comunità cristiana, che in questo modo conosce e condivide i bisogni concreti della gente e può supportare il lavoro dei volontari che vi operano. Il primo obiettivo del centro è proprio quello della condivisione a partire dall’ascolto. Deve poi accogliere, orientare e accompagnare i bisognosi, anche se non è indispensabile riuscire a dare una risposta a tutto.

Per essere volontari del centro è necessario essere competenti ed esperti dei servizi, dei diritti di legge e di tutte le possibilità di aiuto esistenti sul territorio. Questo perché il centro di ascolto è anche una scuola di umanità. Perché tra l’ascoltatore e chi chiede di essere ascoltato ci sono le stesse origini, lo stesso destino, la stessa dignità, gli stessi bisogni, sia materiali che morali.

Il centro di ascolto è una scuola di collegialità, perché i volontari sono collegati tra loro da un lavoro di équipe periodico, per valutare le singole richieste e per decidere insieme l’entità degli aiuti da offrire; di umiltà e riconoscenza, perché là ci si rende conto come piccoli problemi possono far franare anche la vita della persona più organizzata e più sicura di sé; di fantasia e discernimento, perché operatori e utenti, per superare un disagio, sono coinvolti nella ricerca di un progetto, che non esiste ancora ma deve essere concreto e possibile, per potersi realizzare gradualmente nel tempo.

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