(Fonte l’eco del Varesotto)
Il centro di ascolto “Isa Meardi” di Cuveglio, opera e segno della Caritas Diocesana di Como, è una forte realtà attiva sul territorio delle valli varesine con sportelli a disposizione del pubblico tutti i martedì pomeriggio, dalle 15 alle 18, e i giovedì dalle 9 alle 12.
Responsabile, dal mese di ottobre 2017, è don Stefano Ghiringhelli, con il supporto della coordinatrice Lella Guelfi. I volontari sono venticinque e prestano il loro servizio in favore di chiunque bussi alla porta del centro. Non operano mai da soli, ogni quindici giorni si ritrovano insieme: dopo un momento di preghiera e formazione a cura del responsabile, condividono e cercano di dare una speranza e anche un aiuto concreto alla povertà, alle sofferenze e alle fragilità con cui ciascuno è venuto a contatto.
“Perché per te è bello, buono e vero dedicarti al centro di ascolto?”. A questa domanda una volontaria risponde: “Perché lì mi accorgo quanto è grande l’amore di Cristo per me, fonte di ogni mio pensiero e agire. Incontro un volto, tanti volti, e questi sono di persone con le loro risorse e le loro povertà. Povertà segnata spesso dal dolore – prosegue la volontaria – dalla sofferenza, dall’ingiustizia, dalla incapacità culturale e sociale di affrontare le situazione. Di fronte a ciò avverto che come cristiana ho una marcia in più, perché in quei volti scorgo la presenza ‘mascherata’ del mio Dio”.
Il centro di ascolto è l’emanazione di una comunità cristiana che ha capito che l’amore del Signore non si contraccambia facendo qualcosa per lui, bensì aiutando i fratelli, soprattutto se in stato di bisogno. E’ un luogo in cui le persone in difficoltà possono sperimentare il volto fraterno della comunità cristiana, che in questo modo conosce e condivide i bisogni concreti della gente e può supportare il lavoro dei volontari che vi operano. Il primo obiettivo del centro è proprio quello della condivisione a partire dall’ascolto. Deve poi accogliere, orientare e accompagnare i bisognosi, anche se non è indispensabile riuscire a dare una risposta a tutto.
Per essere volontari del centro è necessario essere competenti ed esperti dei servizi, dei diritti di legge e di tutte le possibilità di aiuto esistenti sul territorio. Questo perché il centro di ascolto è anche una scuola di umanità. Perché tra l’ascoltatore e chi chiede di essere ascoltato ci sono le stesse origini, lo stesso destino, la stessa dignità, gli stessi bisogni, sia materiali che morali.
Il centro di ascolto è una scuola di collegialità, perché i volontari sono collegati tra loro da un lavoro di équipe periodico, per valutare le singole richieste e per decidere insieme l’entità degli aiuti da offrire; di umiltà e riconoscenza, perché là ci si rende conto come piccoli problemi possono far franare anche la vita della persona più organizzata e più sicura di sé; di fantasia e discernimento, perché operatori e utenti, per superare un disagio, sono coinvolti nella ricerca di un progetto, che non esiste ancora ma deve essere concreto e possibile, per potersi realizzare gradualmente nel tempo.
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