Germignaga | 23 Ottobre 2018

Germignaga, l’età dell’oro del tessile sul lago Maggiore

Roberto Ballardin: "Uno degli scopi della Pro Loco è quello di tramandare la memoria dei tempi che hanno contrassegnato le tradizioni e la cultura del nostro paese"

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Finalmente il grande giorno è arrivato, finalmente l’abbiamo avuto tra le mani, il libro che racconta la storia della nostra gente, o meglio: la storia di un’età dell’oro che vide il Lago Maggiore protagonista dell’epopea del tessile, grazie alla coltivazione del gelso e dell’allevamento del baco da seta. Una stagione fortunata che permise anche ad una serie di imprenditori illuminati di realizzare setifici in tutta la zona che gravita sul lago Maggiore.

La giornata di sabato 20 ottobre scorso è stata dunque interamente dedicata alla memoria viva di quell’epoca, ma anche al piacere di ritrovarsi, per riallacciare antichi rapporti, per raccontare storie vecchie e nuove, per abbandonarsi agli abbracci e ai sorrisi. Già in mattinata il Cinema Teatro Italia ha accolto un gran numero di persone accorse per ascoltare gli storici locali Alessandro Pisoni e Renzo Fazio parlare di “Terra di seta”, il libro che la Pro Loco, con il Magazzeno Storico Verbanese e il Comune di Germignaga ha fortemente voluto, per raccontare quell’epoca d’oro delle terre del lago Maggiore che, anche nella zona del luinese e del germignaghese, ha visto nascere le prime industrie.

Il volume raccoglie una serie di ricerche “non viziate dal concetto di campanile – come ha ricordato Alessandro Pisoni – ma guidate da una visione molto più aperta su tutte le zone del lago”. Non a caso, con i due ricercatori hanno collaborato anche altre persone, dando il loro apporto alla stesura dei vari capitoli: Dino Rapati, Valerio Cirio, Claudio Mella, Beatrice Hussy, Giuseppe Stangalini, Riccardo Sterzi e, in particolare, Fabrizio Pagani e Giovanni Corbellini. Pagani, in qualità di archivista presso l’Archivio Storico Diocesano della Curia di Milano, ha avuto la possibilità di accedere a dati curiosi sulla situazione sociale e morale di Luino e Germignaga nel momento critico delle tensioni sociali di fine ‘800 e primo ‘900.

Corbellini, invece, in qualità di Presidente dell’Associazione “La Campagna”, ha raccontato tutto ciò che ruotava intorno alla coltivazione del gelso e all’allevamento del baco da seta, nonché una serie di modi di dire collegati al periodo della lavorazione della seta. A questo proposito, recentemente la Protezione Civile, nel ripulire una vecchia strada militare, ha scoperto l’esistenza di un vecchio gelso, che è stato recuperato e ora ha ricominciato a germogliare.

Ma “Terra di seta” non vuole essere un trattato enciclopedico, né il catalogo di una mostra: è un atto d’amore verso intere generazioni di lavoratori che “con il proprio lavoro hanno contribuito a scrivere pagine irripetibili nella storia del tessile nelle terre del lago Maggiore” come recita la dedica che apre il libro, scritta sotto ad un’evocativa immagine delle maestranze Stehli (quasi tutte donne) in una foto di gruppo del 1925. In realtà il progetto di questo libro, come della mostra che è stata allestita presso l’ex Colonia Elioterapica, nasce da molto lontano, da quando cioè il sindaco Marco Fazio aderì al Progetto Limes, ideato dal Teatro Periferico di Cassano Valcuvia. Si chiedeva allora, ad ognuno dei comuni aderenti, di indicare un argomento da sviluppare e Fazio suggerì di trattare l’argomento del lavoro.

Nacque così la ricerca attorno al “lavoro che c’è, quello che manca, che si è lasciato o che si vorrebbe cambiare”. Ecco allora che le voci degli antichi operai e operaie tornarono a farsi sentire, attraverso le narrazioni che i “raccoglitori di storie” ascoltarono in ore e ore di registrazioni e successive trascrizioni. Parallelamente incominciò la raccolta di documenti e fotografie da parte di un gruppo di appassionati, che, insieme alle testimonianze, diventò il sito Internet “Germignaga in seta”. Ora, il volume e la mostra correlata ad esso, insieme al video documentario realizzato da Valentina Malcotti, con Dario Villa e i partecipanti al laboratorio Limes, concretizzano la speranza di Roberto Ballardin, presidente della Pro Loco di Germignaga: “I nostri ragazzi possano scoprire aspetti dei nostri luoghi a loro completamente ignoti, ma straordinariamente interessanti, perché uno degli scopi della nostra associazione è quello di conservare e tramandare la memoria dei tempi che hanno fortemente contrassegnato le tradizioni e la cultura del nostro paese”.

Tuttavia esiste un filo, tra Germignaga e l’industria tessile, che non è solo di tipo storico o economico. Lo chiarisce il sindaco Fazio, rammentando la bella storia dell’operaio Bruno Marcozzi, che aveva salvato e restituito agli ex colleghi o ai loro familiari, i cartellini e le schede dipendenti. “Suggerivo di indirizzare il lavoro verso una ricerca di carattere emotivo sulla Stehli, il grande fabbricato rosso che si rivela anche come uno straordinario raccoglitore di storie, di ricordi, di emozioni, rivelando un’idea di industria profondamente diversa da quella di oggi: talvolta più amara, molto più spesso poetica e soprattutto collettiva”.

E questa dimensione collettiva la si respira visitando la bella mostra allestita presso l’ex Colonia Elioterapica, che è stata inaugurata subito dopo la presentazione del libro. Tessuti, documenti, macchinari, fotografie che raccontano di un mondo che non esiste più, ma che, per coloro che si sono soffermati ad osservare le immagini, a leggere le schede, a sfiorare i tessuti, hanno percepito ancora vivo e pulsante di emozioni da condividere.

Ed è stata una processione di mani che si stringevano e di abbracci alla signora Barbara Stehli e a sua figlia Bettina, appositamente arrivate a Germignaga per assistere all’evento. È stato un continuo scambio di domande e risposte: “Si ricorda di me?” “Certo che mi ricordo!” Un fiume di ricordi ha invaso ogni angolo della mostra, fra intrecci di parole, sorrisi e occhi umidi, come quelli della signora Stehli quando ha svelato di non aver mai affrontato un viaggio in Italia senza prima passare da Germignaga, perché, arrivando giovanissima dall’austera Svizzera, era stata accolta con tanto calore che aveva deciso di imparare al più presto la lingua italiana, per poter comunicare con quella gente così gentile.

E gli occhi umidi li aveva anche Rosa Castelnuovo dopo essersi rivista nel video documentario proiettato su grande schermo in serata, al cinema teatro Italia. La signora Rosa, che iniziò a lavorare alla Stehli a 45 anni, ma che il “padrone” non giudicò vecchia perché erano coetanei… Ora è ospite della casa di riposo Mons. Comi, ma aveva giurato che non avrebbe mancato all’appuntamento del 20 ottobre. Così, sabato sera, ha indossato un elegante paio di pantaloni neri, si è leggermente truccata e si è fatta accompagnare al Cinema Teatro Italia, dove, per la prima volta, si è rivista su grande schermo, mentre racconta, seduta tra le sue amiche, la sua storia di operaia tessile.

Ma dopo la proiezione di “Stehli – Il filo di una storia” erano particolarmente emozionati anche la stessa regista Valentina Malcotti, alla sua prima esperienza cinematografica, e lo stesso Dino Rapati, che, pur avendo partecipato alle varie fasi di realizzazione di questo “trittico” sull’industria tessile, non ha potuto far a meno di ricordare i suoi familiari, tutti dipendenti di quella grande fabbrica, che per tutti era una seconda casa e in cui il “padrone” era quasi un padre, comprensivo e rispettoso, che conosceva uno per uno i nomi di tutti i suoi operi, sempre attento alle loro necessità e ai loro problemi.

La mostra rimarrà aperta fino a domenica 28 ottobre con i seguenti orari: tutti i giorni dalle 16 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19. Le visite guidate per le scuole saranno possibili lunedì 22 e venerdì 26 dalle 9 alle 12. La chiusura della mostra è fissata per lunedì 29 alle ore 20

Tutti gli eventi sono gratuiti e non occorre iscriversi, ma per la serata moda, il pomeriggio bambini e le visite guidate è gradito un avviso-prenotazione via mail a rapatidino@gmail.com oppure chiamando il 329 4483940.

Dida foto gruppo: da sinistra Dino Rapati, Alessandro Pisoni, Renzo Fazio, Barbara Stehli, Emanuele Borin, Roberto Ballardin, Bettina Stehli, Marco Fazio e Petr, il marito di Barbara.

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