Luino | 23 Agosto 2017

Manzo: “Bene Pellicini sul Lido, ma sogno un polo nautico aperto a cittadini e turisti”

La sede della Canottieri Luino ha rianimato una zona del paese lacustre che da tempo era abbandonata. Ora le sfide sono nuove ed il presidente è pronto a coglierle

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Dopo anni in cui il campo sportivo del Lido di Luino è rimasto abbandonato e utilizzato solo per il luna park e per sporadici eventi estivi, l’anno scorso, con l’inaugurazione della nuova sede della Canottieri Luino, l’area è tornata a rianimarsi. Un progetto che ha riqualificato le strutture presenti, anche con la creazione di un Info-Point, inserito nel progetto #DoYouLake? della Camera di Commercio di Varese.

Da qui è partita la nuova sfida per il presidente Luigi Manzo e per tutta la Canottieri Luino che, ora guarda al futuro con maggior ottimismo, nonostante tutte le problematiche presenti nella zona a causa dell’area Ratti. “Il mio sogno – esordisce il presidente Manzo – è quello di avere un polo nautico con un’area verde, per noi della Canottieri, per l’AVAV Luino e per l’Alto Verbano Subacqueo, che ha anche un ruolo di Protezione Civile”.

Solo nelle scorse settimane, era stato il sindaco Andrea Pellicini a riaccendere i fari sulla zona, precisamente sul Lido di Luino, che attualmente versa in condizioni di degrado ed abbandono. Il primo cittadino luinese, infatti, nello scorso mese di luglio aveva annunciato che il comune è “Pronto per recuperare il Lido di Luino. In progetto bar, ristorante e piscine”. Ora, a qualche settimana, è il presidente Luigi Manzo ad intervenire e a raccontare tutte le attività della società che guida e che non solo sta portando il nome di Luino del mondo, ma sta anche ospitando numerosi turisti e sportivi stranieri: “Da aprile ad agosto abbiamo avuto 118 turisti da sette nazioni diverse: Australia, Canada, Francia, Germania, Belgio, Stati Uniti e Gran Bretagna. Non puntiamo solo ad incentivare il centro remiero, le attività agonistiche dei ragazzi e quelle delle scuole, ma è fondamentare puntare anche sul turismo. Proprio per questo nei prossimi giorni arriverà un gruppo da Roma e dal 12 al 20 settembre statunitensi e canadesi faranno un secondo giro del lago in Coastal. Dal 2015, infatti, abbiamo avviato collaborazioni con ‘Rowing the Tour’, un’agenzia canadese che organizza tour remieri in tutto il mondo. Arrivano a Luino con i loro clienti e noi ci mettiamo a disposizione per qualsiasi tipo di servizio. L’altra agenzia è “Rowing 4fun” di Roma, che fa lo stesso lavoro con una clientela italiana. Con i canadesi, però, siamo già al lavoro per il 2018″.

Uno sguardo verso il futuro e progetti a basso costo. “Dove una volta sorgeva il campo sportivo – continua Luigi Manzo -, sarebbe bello avere un centro di servizi, con parcheggi, isole verdi e fontane, con pochi investimenti per realizzare progetti reversibili, dove cittadini e turisti possono utilizzare le strutture e le nostre attrezzature, come imbarcazioni, luoghi, biciclette e canoe, che abbiamo messo in dotazione da poco per la grande richiesta da parte dei turisti. Si tratta un cluster di clienti che ama andare in giro in barca per visitare i luoghi, professionisti dai 40 ai 60 anni, che, nonostante abbiano una possibilità di spesa elevata, si adattano a qualsiasi condizione proposta degli organizzatori. Quando tornano a casa, dopo il soggiorno, spesso ci ringraziano e ci raccomandano a chi, come loro, vuole provare questa esperienza sul lago”.

Questi primi frutti la Canottieri Luino li sta raccogliendo grazie al lavoro svolto negli anni scorsi, soprattutto quando nel 2015 il World Coastal Rowing è sbarcato sulla “sponda magra” del lago Maggiore affascinando le 452 persone iscritte e i loro familiari. “Il lago non può essere visto come una barriera, ma deve essere un luogo che unisce e che propone un turismo ben specifico per valorizzare il territorio. Per questo vogliamo organizzare una collaborazione con il CAI Luino, per proporre anche escursioni in mountain bike o trekking, per recepire anche un’altra tipologia di clienti”.

Il lago Maggiore è un grande brand e lentamente ci stiamo accorgendo che possiamo competere con altre realtà che, attualmente, hanno più riscontro da un punto di vista turistico, come il lago di Como e quello di Garda. Rispetto alla parte sud del lago – conclude il presidente Luigi Manzo -, inoltre, la nostra è una zona che colpisce molto tutti i turisti che abbiamo ospitato perchè è più selvaggia e meno edilizia. Noi dobbiamo puntare a questo, ad attrarre il più possibile turisti amanti della natura e dello sport, ed offrire loro il maggior numero di attività possibili, garantendo servizi ottimali”.

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Una risposta a “Manzo: “Bene Pellicini sul Lido, ma sogno un polo nautico aperto a cittadini e turisti””

  1. Diego Intraina ha detto:

    Il problema è che ognuno vuole tirare acqua al proprio mulino, senza però sapere se siamo ancora nell’epoca dei mulini o se esiste ancora paradossalmente l’acqua. Ma di quale turismo stiamo parlando? Di quello che, solo dopo pochi anni abbandona, lasciando il degrado. Il nostro territorio di questi presunti ammaliatori turistici, che vengono e poi spariscono, ne ha già conosciuti troppi (basta guardare le nostre colline). Perché non capire che il vero oggetto del turismo è quello che può fornire il quotidiano andando a migliorare le sue qualità e il suo spirito di convivialità! Perché allora non concentrarsi nel voler capire quali sono i reali bisogni della comunità e smetterla di intravederli in temporanee e fantasiose aspettative da rotocalco. Ormai è chiaro: qualsiasi tipo di infrastruttura non regge se dietro non c’è una rete significativa che esprime una realtà di relazione quotidiana, e questa la Società Canottieri, di cui Luino non può che andare fiera, ben lo sa. Ribaltiamo dunque il pensiero: studiamo e miglioriamo il quotidiano per rinforzare il turismo. Senza recuperare l’anima e lo spirito creativo del quotidiano, non si riesce a garantire nessuna qualità turistica. Senza rigenerare una reale consapevolezza sul valore e sul significato dei beni comuni non arriveremo mai a cambiare il paradigma, che ormai fa da padrone, dello spreco e del degrado.
    Continuare a pensare solo al “fare”, non fa altro che aumentare quei costi di gestione che vengono troppo spesso trascurati e che ormai, risultando essere insostenibili economicamente, non fanno altro che aumentare il degrado e trasformarsi in prossime macerie.

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