Cuveglio | 3 Agosto 2017

In Comunità Montana oggi la bozza di protocollo di intesa per accoglienza richiedenti asilo

Il sindaco di Mesenzana Alberto Rossi, contrario al Protocollo di Intesa: "Dopo l'esperienza del 2013 siamo contrari. Solo un grande business sulla povera gente"

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Dopo l’annuncio dell’arrivo di migranti a Luino, nella giornata di sabato 5 agosto, che ha causato molte polemiche soprattutto sui social network, in provincia Varese si continua a lavorare per gestire l’emergenza “sbarchi” durante queste settimane estive.

E così, oggi pomeriggio alle 18.30, il presidente di Comunità Montana del Verbano, Giorgio Piccolo, ha convocato la consulta dei sindaci dei comuni, alla quale parteciperà anche il Prefetto di Varese, il dottor Giorgio Zanzi, dove si discuterà dell’argomento. La riunione si terrà presso la sala consiliare del comune di Cuveglio, del quale il presidente è anche primo cittadino, dove si discuterà un ordine del giorno con due soli punti: “Bozza di protocollo di intesa Prefettura di Varese e comuni della zona omogenea della Comunità Montana Valli del Verbano, per accoglienza sostenibile di richiedenti protezione internazionale” e “varie ed eventuali”. Il punto riguarda, tra le altre cose, anche la decisione, da prendere di comune accordo con la Prefettura, su quali comuni e quanti migranti potrebbero arrivare in futuro sul territorio, fissando tutti i dettagli.

Contrario a questa possibilità è il sindaco di Mesenzana, Alberto Rossi, che ha voluto manifestare il suo disappunto pubblicamente. “Non si tratta di essere razzisti, non lo sono. Qui il punto è un altro. Ai migranti che vengono in Italia viene raccontato che l’Europa è il paradiso, ma non è così. In Italia, invece, c’è un grande interesse per questi arrivi, e il business su questa povera gente è sotto gli occhi di tutti. Le cooperative di Roma Capitale sono solo un esempio, ma perchè non parliamo degli albergatori, anche delle nostre zone, che hanno ricominciato a respirare con l’arrivo di questi ragazzi stranieri? Alcuni erano in crisi e stavano anche fallendo. Perchè questi alberghi devono stare in piedi e lucrare su questi sventurati?”, si domanda Rossi.

“Una volta che arrivano qua – spiega ancora Alberto Rossi -, la situazione è solo da gestire, non si può fare altrimenti. Ma chi garantisce loro una casa, un lavoro e magari un futuro. Chi? Glielo garantisce il caporalato, che va a causare gravi problemi sul sociale tra migranti ed italiani che è molto più grave di quello che pensiamo? La situazione, ormai, in Italia, è insostenibile: in questi ultimi tre anni sono sbarcate 500mila persone, nei primi cinque mesi del 2017 ne sono arrivate 50mila. I fondi stanziati dal Parlamento, inutile negarlo, ‘premiano’ proprio i migranti, visto i dati delle ultime finanziarie e la situazione delle carceri non è messa meglio, visto che il 75% dei condannati è di nazionalità straniera. Se i soldi che lo stato stanzia, servissero a dare un futuro a questi migranti, ben vengano, ne sarei contento. Ma non è così. Non lo è proprio. A loro non stiamo dando nessuna speranza ed io non me la sento di incentivare questo business sulla povera gente”.

“Io e i miei amministratori – conclude Rossi -, non firmeremo questo Protocollo di Intesa e non penso che se ne debba occupare la Comunità Montana, ma ogni singolo comune interessato. Sono scelte, ma la mia maggioranza non prenderà parte a questa decisione. Nel 2013 abbiamo accolto migranti che hanno creato alcune difficoltà. Nel 2014 ci siamo presentati alle amministrative dicendo ai nostri cittadini che non ne avremmo accolti più. Proseguiremo la nostra strada, senza condizionamenti di alcun tipo”.

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