29 Novembre 2016

Luino, “il Rondò”: tante curiosità nell’ultimo numero… del terzo decennio

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(emmepi) Il sindaco di Germignaga Marco Fazio ha presentato, lo scorso 25 novembre presso la sala conferenze dell’Ubi Banca, la 29ª edizione de “il Rondò”, almanacco di Luino e dintorni per il 2017, edito da Francesco Nastro. Al tavolo dei relatori anche Emanuela Nastro, Pierangelo Frigerio e Angelo Aschei, che sono intervenuti con un commosso ricordo “degli amici che ci hanno lasciato”, ovvero Piera Corsini, Mariuccia Noè Rognoni e Dario Fo.

Per questa foto e quella di copertina un grazie a Lino Bernasconi

Per questa foto e quella di copertina un grazie a Lino Bernasconi

Luino, “il Rondò”: tante curiosità nell’ultimo numero… del terzo decennio. Nel ringraziare il Comitato di Redazione per l’invito, Marco Fazio ha sottolineato l’importanza di questa pubblicazione, nata nel 1989 sulle ceneri de “La Rotonda”, ideata nel 1979 da un gruppo di amici sotto la guida di Vittorio Sereni e Piero Chiara, la cui pubblicazione si era conclusa nel 1984 con la morte di Sereni. “È una delle manifestazioni più interessanti della cultura nel luinese, un presidio che va sostenuto e difeso – ha sostenuto il relatore -. Credo che questa annata, che rappresenta una fase di passaggio, in quanto si tratta dell’ultimo numero del terzo decennio di vita, debba spingerci a un bilancio, ma soprattutto ad impegnarci per assicurare nuova linfa, sia dal punto di vista della produzione di scritti, con la ricerca di nuovi autori, ma anche nell’auspicare un sostegno fattivo da parte delle istituzioni. Non a caso negli ultimi due anni si sono avvicendati due sindaci nella presentazione e credo che possa essere un bel messaggio affinché anche le amministrazioni comunali possano farsi promotrici di un’azione per far sì che questo patrimonio accumulato negli anni non vada perduto, ma sia l’occasione per un rilancio”. Annata difficile, per l’almanacco luinese “chiusa tra due parentesi dolorose”, quella della morte di Dario Fo e di Piera Corsini. Il premio Nobel è stato ricordato con le parole del sindaco Pellicini e con la citazione della commedia grottesca “Ma la Tresa ci divide” del 1948, sulla storica rivalità tra Luino e Germignaga. Particolarmente affettuoso e commosso il ricordo di Piera Corsini, della quale sono state ricordate pagine del suo lunario, “sempre pungente e arguto, ma sempre nutrito di amore per Luino.

Ma “Il Rondò” 2017 dedica un delicato ricordo anche ad una terza figura, scomparsa il 6 settembre scorso: si tratta di Mariuccia Noè, moglie di Franco Rognoni, della quale è stato pubblicato un testo scritto da lei stessa, in cui rievoca l’incontro con il pittore. All’interno di queste parentesi, un’estrema varietà di testi, che ricordano quelli della prima edizione de “La Rotonda”, nella quale si leggeva che si voleva compilare una “specie di regesto nel quale gli aspetti mutevoli della città, architettonici, naturali, sociali e anche economici, fossero testimoniati di anno in anno accanto alla riesumazione delle memorie antiche”. Per evitare una “semplice elencazione di testi”, Marco Fazio ha individuato alcune linee di lettura: un primo filone dedicato all’approfondimento degli studi su Vittorio Sereni e Piero Chiara; un secondo dedicato al secondo conflitto mondiale; un terzo dedicato alla Storia dell’Arte nel territorio.

Ecco dunque Vittorio Brambilla analizzare un’antologia di poeti curata da Piero Chiara e Luciano Erba, con “tutte le tensioni derivanti dalla fine della guerra, ma anche lo scontro tra Accademia e critica militante”. All’interno di questo scenario si inserisce la vicenda più personale di Piero Chiara, alla quale è dedicato il testo di Francesca Boldrini, che parte dal trasferimento dei nonni dal Vergante a Luino “a cercar fortuna”: “una sorta di archeologia familiare che va a ricostruire il perché Chiara nacque proprio a Luino”.

Luca Tassoni ha invece scandagliato i testi di Sereni per dare volto e storia ai commilitoni del poeta, citati nei testi dedicati alla prigionia africana, soprattutto alle figure di Remo Valianti e di Clemente Mezzini, che diventò in seguito sindaco di Monghidoro e consigliere provinciale a Bologna, “perché queste figure, da personaggi tornino ad essere persone”. Nel racconto di Roberto Parietti, a partire da una vicenda legata al pane, “si riesce a dare concretezza e sostanza espressiva al tema della Resistenza”, elaborando nell’episodio ambientato a Bosco Valtravaglia la vicenda di Alma Fomentini e Edoardo Moroni. Nel testo di Paolo Schiani “si esce dalla fiction e si entra nella storia reale”.

Attraverso le narrazioni del padre Natale, scomparso nel 2013, l’autore ha rievocato il dramma degli internati militari italiani (1 milione e 350 mila). “Vicenda interessante – ha sottolineato Fazio – perché le testimonianze non sono molto numerose e spesso sono poco messe in evidenza, anzi: spesso si è venuta a creare una sorta di guerra silenziosa tra l’esperienza partigiana e quella di questi internati che pagavano solo la colpa di essere sotto le armi in quegli anni”. Tra gli episodi di questa “sottile, intelligente ed efficace altra resistenza”, le operazioni di sabotaggio che si svolgevano sui pezzi prodotti in fabbrica, “proprio per evitare di diventare da prigioniero a ingranaggio di quella macchina da guerra che era stata messa in piedi dal governo tedesco. Testimonianza di una coscienza che rimane vigile; tempi difficili e bui, ma in cui era mantenuto vivo il senso di umanità e una coscienza attenta: lo si vede anche da piccoli dettagli come il fitto scambio di lettere con le famiglie”.

Il luinese Marco Gnemmi ha riproposto un Vittorio Sereni che affronta la questione della storia dell’arte indagando il celebre dipinto di De Chirico “L’enigma dell’ora”: curiosa assonanza visiva tra la facciata della stazione di Luino e l’edificio che compare nel dipinto del pittore metafisico. Per la prima volta, in questa edizione, viene esaminato un testo che era comparso su “La rotonda” (il secondo numero del 1980). Dalla pittura alla scultura con il testo di Federico Crimi, che rievoca la tenzone dello scorso anno tra il comune di Luino e quello di Iseo a proposito dei rispettivi monumenti dedicati a Garibaldi. Il nostro monumento è spesso coinvolto di polemiche e scommesse sull’esistenza di un monumento già realizzato quando l’eroe dei due mondi era ancora vivo.

Ma esiste ancora una piccola testimonianza: una bandiera gelosamente custodita dalla Banda di Germignaga, che era stata chiamata a suonare nel corso del pagamento della scommessa. Lo scritto di Crimi chiarisce definitivamente la precedenza di Luino su tutti gli altri monumenti presenti in Italia (e forse il primo in tutto il mondo), ma è anche un tentativo di recupero dello scultore Alessandro Puttinati, “che oggi, con un linguaggio musicale, potremmo definire un artista ‘one hit wonder’, ovvero noto al grande pubblico per aver realizzato una sola opera famosa”. Un breve testo di Silvio Panzini si occupa della cappella dedicata alla Madonna del Prato di Agra, della quale si scopre che l’anno di realizzazione non poteva essere il 1090, come erroneamente si credeva, ma la presenza dell’immagine di S. Carlo Borromeo identifica con sicurezza nel 1690 l’anno della sua realizzazione.

Sui 18 articoli contenuti in questa edizione de “Il Rondò”, molti ripercorrono vicende minime: Pierangelo Frigerio e Beppe Galli si occupano di una vicenda ricavata da un documento proveniente dall’officio criminale dei Marliani, predecessori dei conti Crivelli nel feudo di Luino e che riguarda Agra nel primo ‘600. Anita Mandelli ed Elena Brocchieri continuano invece il lavoro di registrazione e documentazione che dà voce agli ospiti del Mons. Comi, questa volta intervistati sul tema della salute. “Metodologia che sta diventando sempre più diffusa sul nostro territorio – ha ricordato il relatore – sia per quanto riguarda alcune pubblicazioni, sia per quanto riguarda il progetto Limes, a cura del Teatro Periferico di Cassano Valcuvia e promosso da Fondazione Cariplo, con alcune amministrazioni comunali, che è partito in alcuni comuni del territorio”.

Anche le istituzioni riemergono dal passato: Sergio Baroli esplora una questione dolorosa, quella delle tasse nel luinese e in Valtravaglia, intrecciando vicende locali con la storia delle nazioni e degli eserciti. Prosegue il passeggio nelle vie di ieri, che questa volta ci porta nella via dei Mercanti, oggi via Cavallotti: prendendo lo spunto da una foto d’epoca, affiancata dalla narrazione di una ragazzina degli anni ’20 conservata per decenni in un cassetto, riusciamo a ricostruire il succedersi delle botteghe che un tempo si aprivano sulla via. Un articolo dedicato alla storia più recente, “Imprenditori di casa nostra”, fa dolorosamente scoprire un tessuto di industrie che purtroppo “è sempre più sfilacciato”. Molto vivo, invece, il tessuto associazionistico.

A questo argomento sono dedicati tre testi: il primo, a cura di Fabio Passera, riscopre la meritoria azione promossa da alcuni comuni volto a valorizzare e riscoprire i sentieri del luinese; un altro, a cura di Gabriele Camboni e Alessandro Franzetti, celebra il 30 anniversario degli “Amici del Liceo”; il terzo ripercorre le azioni le aspirazioni di un centro attivo ormai da una decina d’anni nel nostro territorio: il Centro Culturale S. Carlo Borromeo.

Un buon motivo, dunque, per acquistare “Il Rondò” 2017, “perché il primo modo per essere vicini al mondo è proprio quello di sfogliarne le pagine: una rivista è viva solo se c’è un pubblico, altrimenti diventa solo una vetrina per autori che cercano un’amplificazione o un dialogo sterile in un circolino di appassionati”. Ha concluso Marco Fazio, auspicando che questo sia “il primo di una lunga nuova serie”.

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