14 Aprile 2016

Luino e turismo, Lara Luz (Federalberghi): “Non è grazie al territorio che vado avanti, bisogna fare di più”

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I temi sul futuro turistico di Luino e della sponda lombarda del lago Maggiore sono sempre attuali: AlpTransit, sviluppo del territorio, eventi e strutture ricettive. Nello scorso gennaio se ne era parlato a lungo in un workshop organizzato dal Comune di Luino, al quale era intervenuta anche Lara Luz, consigliera di Federalberghi Varese e titolare del “Camin Hotel” di Colmegna. Il quadro presentato (cliccare qui) non sorrideva al nostro territorio, soprattutto paragonandolo all’attrazione piemontese del lago Maggiore. Per questa ragione siamo andati ad intervistarla.

Lara Luz, consigliera di Federalberghi Varese e titolare del "Camin Hotel" di Colmegna

Lara Luz, consigliera di Federalberghi Varese e titolare del “Camin Hotel” di Colmegna

Gestisce una tra le poche strutture alberghiere del nostro territorio. Qual è lo stato attuale del turismo a Luino?

Lo stato attuale del turismo a Luino è sicuramente fa sempre riferimento agli arrivi nordici, Germania e Svizzera. Questi sono i due principali paesi turistici nel nostro territorio. E’ chiaro che abbiamo anche qualche svedese, norvegese e altri, ma i grandi numeri arrivano dai tedeschi e dagli svizzeri.

Nel weekend di Pasqua, però, nel Centro Storico di Luino sono arrivati turisti californiani, neozelandesi e israeliani… Nella sua realtà ha conosciuto turisti provenienti da altre zone?

Personalmente nella mia realtà questi turisti non li ho visti, però nulla toglie che magari in altre realtà possono essere presenti…

O potrebbero essere i classici turisti del cosiddetto “mordi e fuggi”. Arrivano da Cannobbio o da altre parti del lago Maggiore, visitano Luino mezza giornata e vanno via.. Per non permettere questo, e attrarre i turisti permettendo loro di soggiornare nella sua struttura, come gestisce il markting aziendale?

Il marketing oggi è principalmente online, anche se io sono della vecchia scuola e reputo che il miglior marketing sia sempre e solo il cliente. Vale a dire che un cliente soddisfatto è il miglior marketing che si possa avere. Parla di te, dei tuoi servizi, del tuo territorio. Premesso questo bisogna stare al passo coi tempi, quindi sicuramente una parte del nostro budget è dedicato al marketing, dato anche dalle recensioni che parlano della struttura: TripAdvisor, i voti che si possono avere su un portale come Booking.com, indipendentemente dal fatto che poi il cliente scelga uno o l’altro. Sono opinioni che si possono avere cercando le valutazioni online sul territorio, quanti e quali voti hanno le diverse strutture, per poi fare una scelta.

Quali i dati rispetto alla settimana di Pasqua? Miglioramenti rispetto agli altri anni?

Assolutamente direi di no. Una Pasqua bassa, infatti, non è mai di grande aiuto per il turismo. Le strutture sono obbligate ad aprire comunque presto e lavorare effettivamente al massimo tre giorni… ora c’è tutto il mese da aprile che è uno stallo, perchè poi si riparte bene da maggio. E’ anche vero che a Pasqua tutti lavorano, ma se il tempo fosse stato bello avremmo lavorato forse per più giorni, sia prima che dopo… Le nevicate delle ultime settimane, inoltre, penso abbiano dato l’ultimo colpo di coda alla montagna e non tanto al lago…

Rispetto a questo, erano stati molto interessanti i dati che ha presentato al convegno su AlpTransit e sullo sviluppo del territorio… dal 2010 al 2014 sulla sponda magra del lago Maggiore i posti letto sono diminuiti di 445, mentre le camere albergo di 20. A cosa si deve questo trend così negativo anche in riferimento alla situazione diametralmente opposta della sponda piemontese?

A mio avviso ci sono tanti fattori che portano ad avere un trend negativo. Sicuramente una politica nostra, italiana, che non è di grande aiuto per le imprese. Questo lo si denota anche dalle multinazionali che se possono ne vanno dall’Italia. E’ chiaro che un albergo non può andar via dall’Italia, ha una storia, è un immobile e non si può esportare la produzione in Polonia, piuttosto che in Cina. Questo è un dato di fatto, e non ultimo un forte cambio generazionale: le strutture alberghiere della nostra zona sono medio-piccole, al massimo vi sono una decina, dodici camere. Il lavoro dell’albergatore è di grande sacrificio, ed è un lavoro che oggi, purtroppo, le generazioni attuali non sempre sono disposte a portare avanti. Un altro grande problema è la gestione negli anni, un po’ sbagliata… nel senso che non vengono fatti investimenti in modo continuativo nella struttura, quindi ci si trova con realtà ricettive o anche di ristorazione che sono ancora degli anni 60′ o 70′. Mettere mano al portafoglio per una struttura di questo genere richiederebbe un investimento economico troppo elevato.

E nello specifico, nel territorio, cosa si potrebbe fare? Le amministrazioni comunali in che modo potrebbero favorire l’arrivo di interessi privati nell’investimento di strutture ricettizie di questo tipo o il consolidamento di quelle presenti?

Io posso dare solo delle idee, se siano poi effettivamente attuabili non lo so. A me, come imprenditrice del luinese, farebbe molto piacere se ci fosse una possibilità in più. Possiamo parlare di una detassazione per “x anni” a seconda dell’impegno che uno ha: se si apre una nuova attività o si creano dei posti letto aggiuntivi, piuttosto che essere più presenti con gli imprenditori stessi…

Nella nostra zona, però, da decenni la sua struttura è un fiore all’occhiello. Se lei avesse la possibilità di avere agevolazioni, da parte del Comune, investirebbe in altre ex novo o in alberghi già presenti sul territorio?

Assolutamente sì.

Per attrarre il turista che soggiorna sul territorio, e non avere solo il cosiddetto “mordi e fuggi”, cosa bisognerebbe fare? Quale la situazione?

Bisognerebbe pensare cosa si vuole avere quando si va in vacanza, ognuno di noi potrebbe farlo. Da qui le idee potrebbero arrivare a cascata: una struttura balneare che nel luinese si fatica a trovare, un Festival tra musica e cultura, con Chiara e Sereni molto importanti per il nostro territorio. Creare eventi che possano portare attrarre anche dall’estero. Ad esempio, un Festival che porta turisti a noi del luinese è il “Moon and Stars”, organizzato in piazza Grande a Locarno. Ogni edizione porta un grande implemento di posti letto, dal locarnese arrivano fino a Colmegna. Si muovono in tanti.

Quindi il turismo oltreconfine aiuta le strutture ricettive del luinese?

Certo, nel modo più assoluto. Questi eventi, i Festival ticinesi soprattutto, ci permettono di avere questo tipo di turisti a Colmegna, mentre dall’Italia la provenienza è da Milano, specialmente con il “Salone del Mobile” che si sta svolgendo in questi giorni. Milano e Varese sono piene, quindi arrivano fino qua. Principalmente in questo caso si tratta di stranieri che arrivano da ogni parte del mondo.

Un aspetto che mi interessa molto, inoltre, è quello legato al mercato delle strutture extra alberghiere: quanto incidono sul turismo locale? Quali i vantaggi e le differenze con gli alberghi?

Queste strutture sono un dato di fatto e sono in continua crescita. Ci sono delle carte in gioco che non sono molto corrette, quindi diciamo che partiamo su due piedi diversi, però non penso che la differenza lì sia conclamata. Penso che se il “mordi e fuggi” è presente negli alberghi lo è anche in queste strutture residenziali o nei “B&B”. Per noi è già tanto, alle condizioni attuali, vedere il turista che si ferma sul territorio tre giorni.

Anni fa, però, la presenza delle famiglie tedesche o svizzere, con i propri figli, era molto frequente. Si fermavano anche dieci giorni o due settimane nel periodo estivo…

Quella tipologia di turismo non c’è più. La vacanza delle due settimane non esiste più in generale. Oggi la settimana di vacanza è un lusso. Se uno osserva anche le offerte delle agenzie di viaggio propongono spesso i quattro giorni e le tre notti. Si preferisce fare brevi viaggi, ma più soventi. Non esiste più la vacanza lunga, ma ha preso ormai piede la ricerca di weekend lunghi con ponti durante l’anno.

Secondo lei, invece, turisticamente parlando, per sviluppare maggiormente il territorio, cosa bisognerebbe fare?

Sicuramente ci vorrebbe un trait d’union un po’ tra tutti: Comunità Montana, Gal, Comuni… Per fare un piccolo esempio, anche solo la stampa del cartaceo, c’è troppa diversificazione. Perchè non si costituisce una rete turistica e si stampa un solo volume per il territorio? Spesso ci sono doppioni, non ha senso.

I Comuni, secondo i cittadini, potrebbero fare sempre meglio… Lei è più ottimista o pessimista?

Io per natura sono sempre più ottimista, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, preferisco vivere così. Io guardo il mio, lavoro bene sul mio, poi se il territorio mi aiuta sono contenta, ma non è grazie al territorio che vado avanti.

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