7 Settembre 2015

“Il treno sarà in orario o è meglio andare in automobile?”

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Riflessioni e domande su alcune novità che TreNord ha introdotto per i propri utenti. Un cittadino chiede chiarimenti, su numerose questioni, proprio all’azienda ferroviaria, ai politici ticinesi e ai sindaci del territorio dell’Alto Varesotto. Si parla dell’abbonamento/tessera magnetica, di mobilità sostenibile e della questione parcheggi in Svizzera e in Italia per i frontalieri.

Un convoglio di TreNord (Foto © Paolo di Lorenzo - duegieditrice.it)

Un convoglio di TreNord (Foto © Paolo di Lorenzo – duegieditrice.it)

“Cosa sta succedendo ai pensieri felici sulla mobilità sostenibile? Trenord sembra decisa a fare cassa sui soliti ignoti: i pendolari, che virtualmente hanno deciso di dedicare del loro tempo giornaliero per evitare costi collettivi di inquinamento. L’oggetto questa volta in discussione è il pagamento di euro dieci per una tessera magnetica che dovrà servirà a memorizzare l’oneroso abbonamento mensile; a detta dei funzionari in futuro (non si sa però quando) questa soluzione eviterà, almeno così dicono, code alle biglietterie, oltre che annullare spese superflue cartacee. Viviamo in un mondo paradossale. Sembra difficile da credere: le razionalizzazione, evidenti risparmi d’esercizio, che si possano trasformare in ulteriori arricchimenti di cassa parificabile ad un’ingiustificabile rincaro del servizio travestito da ulteriore tassazione. Questo arricchimento l’Amministrazione ha deciso di applicarlo alle spalle dei soliti pendolari, di quegli utenti che, contrariamente alle logiche di mercato, sono sempre più spesso, per l’inadempienza del servizio, in grande imbarazzo davanti ai propri datori di lavoro. Tutto questo per evitare una decurtazione del proprio salario giornaliero, al limite del sacrificio della già breve pausa pranzo. Qualcosa della logica sulla mobilità sostenibile sta sfuggendo ai super pagati Amministratori Trenord e non solo, dunque risulta d’obbligo fare alcune domande ad almeno tre soggetti in merito alla questione, che maggiormente conosco, che è quella del personaggio frontaliere che molto spesso viene strumentalizzato nelle campagne elettorali.

Chiedo a TreNord: è giusto che un abbonato (pertanto pagante) debba, per evitare conflitti lavorativi, utilizzare periodicamente, nonostante il possesso dell’abbonamento, la propria autovettura al fine di ovviare l’aumento della conflittualità sul lavoro provocata dall’incerto servizio pubblico? È forse questa la condizione emotiva giusta da perseguire per invogliare ad usare i mezzi pubblici? Questa tessera magnetica venduta come con il fine di razionalizzare e ottimizzare, una sorte di forma di risparmio, è politicamente onesto addebitarli sempre e solo ai virtuosi utenti pendolari? Vorrei far notare a ‘lor Signori’ l’esistente pericolo che, a forza di tirare la corda, uno possa anche disaffezionarsi e ritornare sui propri passi ripercorrendo così le vecchie abitudini: rivisitare soluzioni autonome maggiormente flessibili e ritenute più sicure oltre che meno precarie dimenticandosi però del bene collettivo.

Chiedo ai politici ticinesi per ragioni diverse ma collegabili sempre alla mobilità sostenibile frontaliera: come mai non si da la possibilità al lavoratore frontaliere di poter fare un ‘abbonamento posteggio’ (oggi tutti a disco orario di massimo 4 ore), permesso ai soli residenti e ai vacanzieri, in modo d’acconsentirgli di utilizzare per raggiungere il posto di lavoro l’efficiente servizio dell’autopostale e della navigazione? Chiedo: dove è possibile, oggi, scendere dalla macchina per salire su un mezzo pubblico, visto che non esiste una decisa politica condivisa di interscambio trasporti transfrontaliero?

Chiedo al Sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca e a tutti i Sindaci del Territorio: come mai, dopo aver saputo della decisione dei colleghi ticinesi, non hanno reagito individuando nei pressi dei confini di Stato nuove aree posteggio temporanee (in attesa dell’applicazione delle grandi strategie di pianificazione urbanistica), al fine di permettere il facile raggiungimento del servizio bus Svizzero, oppure meglio ancora fare un esposto comunitario intervenendo sull’orario di percorrenza delle autolinee locali (o regione Lombardia) richiedendone l’adeguamento in modo da garantire le coincidenza con gli autopostali Ticinesi.

Tutte queste domande sono sicuro cadranno in prescrizione, ma sono altrettanto sicuro che continueremo lo stesso a sentire proclami di mobilità sostenibile. Sono altrettanto sicuro che vedremo aumentare inevitabilmente i costi dei servizi pubblici -purtroppo non sempre per ragioni di esercizio- attraverso l’ausilio di “creatività gestionali” a dir poco incoerenti e irrazionali, rispetto la logica della sostenibilità, come quella del pagamento della tessera Trenord (la tessera-abbonamento in Ticino, Arcobaleno, è gratuita).

Che fine hanno fatto tutti i discorsi intelligenti fatti negli ultimi anni nel nostro paese sulla semplificazione e sulla “tessera unica servizi” come da decenni esiste in Germania? Personalmente ritengo che “copiare” le innovazioni intelligenti che funzionano non è da incapaci ma è da politici responsabili. Solo che viene il dubbio che a qualcuno possa interessare continuare ad operare nella complessità e nell’incertezza. Trenord dovrà, per l’appunto, spiegarci come farà un casuale turista che viene per un mese nel luinese e che vuole scrupolosamente utilizzare i mezzi pubblici fare l’abbonamento al treno; dovrà anche lui per forza aspettare che gli venga recapitata la tessera magnetica a casa, forse in Germania, oppure beneficerà di qualche privilegio d’ospitalità?

Pertanto chiedo a chi di dovere di verificare se è giusto e possibile fare pagare all’utenza dieci euro per una tra le tante e ridondanti razionalizzazioni interne di Trenord, visto che viene già pagato profumatamente un oneroso ma pessimo servizio”. Si chiude così la lettera.

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