5 Settembre 2015

Cittadinanza: da oltre 10 anni se ne discute in Parlamento. In previsione uno “Ius soli soft”

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E’ da più di dieci anni che in Parlamento si discute di una riforma in materia di cittadinanza che dovrebbe riguardare, tra l’altro, i figli di cittadini immigrati nati in Italia. Prima della pausa estiva la commissione Affari Costituzionali della Camera ha elaborato e adottato un testo base messo a èunto dalla relatrice, Marilena Fabbri, del Pd. Il testo è una sintesi delle 29 proposte di legge depositate. L’attività parlamentare di Montecitorio riprende l’8 settembre ma, per il momento, almeno nella prima settimana di lavori parlamentari il testo non è all’odg.

(tp24.it)

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Il testo sulla cittadinanza della relatrice Marilena Fabbri. Il testo contiene lo “Ius soli soft” che consentirà ai figli degli immigrati nati in Italia di ottenere la cittadinanza nel rispetto di alcuni paletti. Si tratta del primo passo per una discussione che si annuncia animata. In base alle nuove regole, i minori stranieri nati in Italia o residenti da anni nel Paese potranno ottenere la cittadinanza italiana, purché rispettino alcune condizioni come la frequenza scolastica o la residenza nel Paese da più anni da parte di uno dei genitori. Il testo recepisce anche alcuni dei suggerimenti contenuti nelle proposte di legge di “L’Italia sono anch’io”, la campagna promossa con una raccolta di firme da una ventina di associazioni e incoraggiata dal ministro Graziano Delrio. L’iter del testo è iniziato sotto il governo Letta e unifica alcuni punti dei 29 progetti di legge sull’argomento già depositati da inizio legislatura. Rispetto allo ius soli classico (quello adottato negli Usa e in molti paesi del Sudamerica che attribuisce la cittadinanza del Paese a chiunque nasce sul suolo nazionale), lo “Ius soli soft” pone alcune condizioni all’ottenimento della cittadinanza.

I bambini figli di stranieri che nascono in Italia acquisiscono la cittadinanza se almeno uno dei due genitori “è residente legalmente in Italia, senza interruzioni, da almeno cinque anni, antecedenti alla nascita” o anche se uno dei due genitori, benché straniero, “è nato in Italia e ivi risiede legalmente, senza interruzioni, da almeno un anno”. La cittadinanza italiana verrebbe assegnata automaticamente al momento dell’iscrizione alla anagrafe. I minori nati in Italia senza questi requisiti, e quelli arrivati in Italia sotto i 12 anni – in base al testo – potranno ottenere la cittadinanza se avranno “frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale”. I ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, infine, potranno avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno sei anni e aver frequentato “un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo”.

Le tappe del provvedimento per la cittadinanza. Tra il 2003 e il 2004 la commissione Affari Costituzionali della Camera esamina diverse proposte parlamentari ed elabora un testo unificato che, dopo l’esame in commissione, approda in Aula ma viene rimandato in commissione il 16 maggio 2004. Nella XIV legislatura la Camera ci riprova. Se ne riparla a partire dal 3 agosto 2006 con una indagine conoscitiva. Nel gennaio 2008 per il testo sembrerebbe la ‘volta buona’ dopo una discussione in commissione ma la legislatura si interrompe e l’iter deve ricominciare da capo. Anche la successiva legislatura mette all’ordine del giorno la questione ma il 12 gennaio 2010 il testo approda nuovamente in Aula e nuovamente viene rimandato in commissione per approfondimenti.  Dal 14 giugno 2012 è partito un nuovo tentativo in commissione con l’esame di alcune proposte. Il 31 luglio 2012 si è concluso l’esame preliminare delle proposte di legge ma la commissione non è riuscita a elaborare un testo base e l’esame è stato interrotto l’8 novembre 2012. Dal 27 giugno del 2013 si è ripreso l’esame alla Camera e prima della pausa estiva è stato elaborato un testo unificato che prevede, tra l’altro, lo ‘ius soli temperato’ per i figli degli immigrati nati in italia. (ANSA)

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