1 Marzo 2014

Richiesta di visto per l’India? Procedure più stringenti per gli italiani

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Le procedure di richiesta del visto tra Italia e India subiranno dei cambiamenti con l’arrivo di marzo. Cambiamenti che destano non poche perplessità dettate dalla concomitanza di tale decisione con la sempre più difficile situazione dei nostri due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

(italnews.info)

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Il tema dei visti rappresenta sempre un momento di grande attenzione da parte del Paese ospitante, nel quale “l’ospite”, nell’atto della richiesta, deve dare tutte le rassicurazioni per poter far in modo di essere accettato. L’iter di richiesta dipende dalle relazioni bilaterali che intercorrono tra gli stati. Nello specifico, i Paesi allacciano rapporti tra loro che determinano quale procedura deve essere percorsa dai cittadini di ambo i Paesi per muoversi nella rispettiva controparte. Per essere più chiaro facciamo un esempio: i cittadini italiani ed i cittadini cileni, per motivi di turismo, possono recarsi in Cile gli uni, e in Italia gli altri, senza che sia necessario un visto turistico.

Altra questione interessa invece gli Stati così definiti “a rischio”. I cittadini di tali Paesi, nell’atto della richiesta di visto, qualunque esso sia, devono fornire delle informazioni aggiuntive e maggiormente specifiche per ottenere il parere positivo del Console prima, e del ministero del paese di destinazione poi. I Paesi che rientrano in questa specie di “black list” sono Stati che per diversi motivi si sono caratterizzati per situazioni di terrorismo o criminalità particolarmente diffusa o come spesso è rappresentato dalla Cina, una penetrazione economica velata da semplici motivazioni di turismo.

A fronte di ciò, la notizia pervenuta poco fa rappresenta un atto estremamente grave nelle relazioni tra Italia e India, come se già non fossero sempre più intricati i rapporti diplomatici tra i due Stati. A partire da lunedi 3 marzo, nell’atto di richiesta del visto presso l’Ambasciata indiana, i cittadini italiani saranno costretti a mostrare il proprio estratto conto. Tale richiesta rappresenta una novità nelle procedure indiane. La conferma di tale nuova normativa arriva direttamente del Consolato indiano in Italia, il quale però aggiunge che la medesima pratica sarà richiesta anche dalle autorità italiane nei confronti della richiesta di visto da parte di cittadini indiani.

L’accusa di terrorismo, e con sé la possibilità della pena capitale per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, sembrava essere stata ritirata dalle autorità indiane: e allora perché queste nuove disposizioni? Può l’Italia, paese sempre sensibile al tema del terrorismo e delle missioni umanitarie, essere messo alla pari di paesi che i terroristi li coltivano nel proprio orto? In sintesi, può “l’Affaire Marò” aver raggiunto una portata tale da influenzare le relazioni bilaterali tra Italia e India in temi di estrema importanza come quello dei visti?

Marco Guarneri

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