Luino | 17 Marzo 2022

Smaltimento dei cumuli di legna in riva al lago? Con la legge Salvamare possibili soluzioni

Una lunga analisi, rispetto alla situazione attuale, da parte del Tavolo per il Clima di Luino, che trova nella norma ancora ferma in Parlamento importanti

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(A Cura del Laboratorio Comunicazione del Tavolo per il Clima di Luino) Passeggiando sulle rive del nostro lago Maggiore vi sarà capitato di vedere le spiagge invase da grandi tronchi che rendono pericoloso il gioco dei vostri bambini o vi impediscono di godere del paesaggio. Si tratta di una problematica tutt’altro che nuova, ma che negli ultimi anni risulta amplificata dall’andamento delle precipitazioni, sempre più intense e concentrate nell’arco di pochi giorni, anche a causa dei cambiamenti climatici.

Questo breve articolo presenta un resoconto di quanto abbiamo scoperto riguardo agli inconvenienti che enti locali, attività sportive e dilettantistiche, società di navigazione del nostro lago devono affrontare a causa di questo materiale.

Per cominciare i Comuni della costa del lago si trovano in seria difficoltà quando devono smaltire questi rifiuti. Il problema principale è che, secondo la normativa attuale, la legna nei laghi, fiumi e mari è classificata come “rifiuto speciale” e in quanto tale non può essere prelevata dai cittadini e nemmeno smaltita secondo normali procedure di raccolta, ma devono essere incaricate ditte specializzate.

Una problematica particolarmente sentita sulle sponde del nostro caro lago Maggiore, soprattutto per i comuni che sorgono in questa parte di Alto Varesotto, che non possono intervenire direttamente: Luino, Maccagno con Pino e Veddasca, Germignaga, Laveno (ecc.).

Per quello che riguarda l’arrivo della legna sulle nostre spiagge non è possibile, allo stato attuale, intervenire. Se non, come citato sopra, investendo una considerevole somma per farla smaltire da una ditta specializzata. Rispetto alla legna che si deposita nei porti, invece, le possibilità cambiano: il denaro proveniente dagli affittuari dei posti barca viene mandato all’Autorità di Bacino, la quale devolve la metà di questi introiti ai comuni per la pulizia del porto. Altro discorso ancora riguarda la legna presente in mezzo al lago, di cui direttamente dovrebbe occuparsi la Provincia. Insomma, una questione “complicata” potremmo definirla, che crea abbastanza disagi, sia alla popolazione che alle amministrazioni che sorgono vicine alle sponde del lago.

Anche Carmine Federico, sindaco di Cannero Riviera, lo ha confermato. In base alla stagione la legna tende ad accumularsi nella spiaggia del Lido, con ovvie ricadute sulle possibilità di fruizione dell’area e danni anche alle attività economiche, ad esempio a quelle di noleggio di pedalò e canoe; ancora, la legna spesso si accumula nei due porti del Comune, rendendo difficoltose o addirittura non eseguibili alcune manovre dei natanti.

Lo smaltimento del materiale legnoso avviene incaricando ditte specializzate e tale servizio rappresenta un costo extra per il Comune. “Credo sarebbe ottimale riuscire a garantire un riutilizzo del legname di risulta – commenta Carmine Federico -. Mi ha sempre creato un certo disagio dover provvedere a rimuovere del materiale che potrebbe essere una risorsa invece di rappresentare un costo per il suo smaltimento”.

Disagi sostanzialmente confermati dalla sindaco di Verbania Silvia Marchionini, che rileva, più che danni alle attività economiche, un generale problema di decoro per l’immagine turistica della città.

Le attività sportive e dilettantistiche praticate sul lago sono ovviamente le più colpite: la Canottieri Luino, contattata dal Tavolo per il Clima, rileva nei momenti più critici difficoltà a posare le barche in acqua a causa degli accumuli vicini al pontile. Le uscite in barca sono pericolose, perché i legni di grandi dimensioni possono danneggiare remi e scafi. Difficoltà analoghe sono state evidenziate dall’AVAV Luino, società di navigazione in barca a vela, e dalla compagnia di navigazione Lago Maggiore.

Con la legge Salvamare le condizioni potrebbero cambiare e allo stesso tempo “evadere” l’ipotesi di un inquinamento del lago Maggiore. Con la sua approvazione, si innescherebbe un importante processo di verifica delle condizioni delle acque, salate o dolci, che cullano per tempo questo “fastidioso” legname.

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