Luino | 15 Settembre 2019

“Una mela al giorno?”: Keto Diet, perchè scritto in inglese sembra più seria (ma lo è davvero!)

La nutrizionista Chiara Usai sfata tutti i tabù legati alla nota dieta chetogenica, dando consigli utili e spiegando tutti i vantaggi e gli elementi presenti in essa

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Faccio la nutrizionista, uso diversi approcci a seconda della persona che ho davanti. Mi viene richiesta spesso una dieta chetogenica o, quando la propongo, vedo nasi storti e facce spaventate. Ultimamente se ne parla di più, l’ho accennata ad una recente serata. Quello che noto è quanta poca informazione ci sia. Non sarà questo articolo di poche righe a spiegarla nei dettagli, ma provo almeno ad aggiustare il tiro.

La dieta chetogenica non è la moda del momento o la dieta dei vip, ha una sua storia, lunga e tortuosa, di avvicinamenti, divorzi, amori nascosti e cambiamenti. Ormai possiamo dire che ha quasi 100 anni ma se li porta bene, ogni anno che passa sembra quasi più giovane, grazie ai continui studi sulle sue possibili applicazioni. E sono tante! Nasce in campo neurologico ed è ormai stata declinata nel campo endocrinologico, ginecologico, dietologico, e chi più ne ha, più ne metta.

Se mai vi dicessero che è una dieta iperproteica non ascoltate, chiudete le orecchie: l’apporto proteico non può e non deve essere “iper” ma più vicino al nostro reale fabbisogno di quanto pensiamo. Quello che caratterizza questo approccio è la riduzione dei carboidrati di origine alimentare a meno di 50g al giorno fino a portare il metabolismo in uno stato chiamato chetosi in cui il corpo utilizza i grassi come fonte di energia. E’ dagli acidi grassi che si formano i corpi chetonici, gli stessi che saranno utilizzati, ad esempio, dal cervello in sostituzione del glucosio. E’ un processo assolutamente fisiologico ed adattativo, guai se non ci fosse, ci saremmo estinti alla prima carestia.

L’accusa di provocare danni ai reni e al fegato è assolutamente infondata, in particolar modo se parliamo di persone in salute sotto questo aspetto. Gli studi attualmente presenti in letteratura non evidenziano effetti peggiorativi.

Accade spesso che parlando di “chetosi” si faccia confusione con la “chetoacidosi”, che è uno stato patologico in cui le concentrazioni di corpi chetonici è decisamente molto più alta. Stiamo parlando di un diabete scompensato ad esempio, in cui la glicemia raggiunge livelli altissimi e il pH del sangue varia in modo pericoloso. Non è questo che fa la nostra dieta chetogenica: la sua è una chetosi ben controllata, fisiologica, compensata da tutti i meccanismi di controllo che il nostro corpo applica ogni giorno.

Se arrivati a questo punto state pensando che i carboidrati siano essenziali vi faccio una precisazione: il termine “essenziale” si riferisce a qualcosa che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare. Avete presente i “grassi essenziali” (es. gli omega-3)? O gli “aminoacidi essenziali”? Ecco, parlo di loro come esempio. Noi siamo in grado di sintetizzare glucosio (e grazie al cielo!) a partire da alcuni aminoacidi, dall’acido lattico, dal glicerolo (quella molecolina che compone i trigliceridi) ed è questo che permette di mantenere la glicemia costante durante la chetogenica (anzi, a volte migliora pure!).

Vantaggi?

Ce ne sono: riduzione del senso di fame, maggior energia e focus mentale, un effetto antinfiammatorio e antiaging, a cui si aggiungono aspetti più metabolici di cui non vi tedio, magari ne riparleremo. I sintomi che alcuni riportano e che ricordano uno stato influenzale sono solo transitori, vengono accorpati ad una condizione che in inglese viene definita “keto-flu”. Possono durare alcuni giorni ma con un po’ di pazienza e qualche accorgimento passano, lasciando che lo stato di chetosi faccia le sue magie.

Quali sono gli alimenti presenti?

Fonti di proteine come carne, pesce, uova, latticini, vegetali e ortaggi, frutta secca, semi, avocado, il nostro buon vecchio olio extravergine di oliva. Non è la dieta della grigliata, anzi si può e si deve seguire una dieta chetogenica assolutamente sana scegliendo alimenti di qualità e ricchi di sostanze nutritive.

Vengono esclusi, proprio per portare il corpo in chetosi, cereali e loro derivati, legumi, patate, zuccheri di ogni tipo, frutta (tranne per qualche eccezione), succhi… Durante questa dieta insisto tanto su alcuni punti: mai saltare i pasti, idratarsi molto bene, assumere vitamine e minerali. In quest’ultimo caso la nota è ben motivata: questo approccio comporta una maggiore perdita di alcuni elettroliti importanti e vanno reintegrati ogni giorno.

Non è una dieta adatta a tutti e non può essere diversamente come tanti approcci che la scienza riconosce e propone. Ecco perché bisogna diffidare da chi la consiglia senza valutare bene chi ha di fronte.

Nel caso si seguisse per un dimagrimento non ipotizzerò quanto può essere possibile perdere perché la casistica è diversa, la dieta può assumere forme diverse, il modo di seguirla cambia. Tuttavia vorrei rispondere ai tanti che la criticano dicendo che porta a riprendere il peso anche con interessi e in breve tempo: è vero, è una verità sacrosanta ma è un problema di ogni tipologia di dieta.

Se dimagrendo pensiamo di essere al riparo dal ritrovarci come prima rimettendo in gioco le stesse abitudini allora è matematico ingrassare ancora. Se non si cambiano le abitudini alimentari non esiste dieta che tenga: i chili torneranno a salire. Purtroppo i miracoli non esistono, o meglio, forse sì ma ancora non sono stati scoperti.

Per ulteriori informazioni e per contattare la dottoressa Chiara Usai chiamare il numero +39 349 8409685 o scrivere una mail all’indirizzo usai.chiara1977@gmail.com.

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