Londra | 8 Aprile 2018

“Luinesi all’estero”, Beatrice Berutti da 5 anni vive e lavora a Londra

La 30enne luinese oggi è Senior Brand Manager per Cadbury e Milka: "Tornare? 5 anni fa avrei detto sicuramente di no, ma ora comincio a sentire nostalgia"

Tempo medio di lettura: 3 minuti

Continua il nostro viaggio in giro per il mondo grazie alle testimonianze e alle esperienze dei tanti “Luinesi all’estero” che stiamo raccontando da qualche tempo. Oggi siamo andati nuovamente a Londra, a far visita a Beatrice Berutti che si trova nella capitale inglese da cinque anni.

Beatrice da poco ha cambiato lavoro ed attualmente è Senior Brand Manager per Cadbury e Milka. Ecco quello che ci ha raccontato.

Raccontaci di te… Quando sei andata via dall’Italia? Dove vivi?

Vivo in Inghilterra, a Londra, da quasi 5 anni.

Quali motivi ti hanno portato a lasciare l’Italia?

E’ successo un po’ per caso: dopo l’università ho trovato lavoro in Unilever a Milano. Qualche settimana dopo hanno annunciato che l’ufficio di Milano sarebbe stato chiuso e tutto il team si sarebbe trasferito a Londra. Inizialmente non volevo trasferirmi, ma il lavoro mi piaceva molto, quindi ho deciso di cogliere l’opportunità e sono partita.

Di cosa ti occupi?

Fino a fine marzo ero Senior Brand Manager per Mentadent e Zendium, due marche di dentifricio gestite da Unilever. Da pochissimo ho iniziato a lavorare come Senior Brand Manager per Cadbury e Milka. I due ruoli sono molto simili: lavoro con il mio team allo sviluppo di nuovi prodotti, dall’ideazione al lancio sul mercato con campagna di comunicazione in TV, digital e punto vendita.

Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?

Tantissime mail e riunioni via Skype! Il mio ruolo in Unilever era globale mentre in Cadbury (l’azienda che produce Milka e Cadbury) è regionale, quindi una buona parte della mia giornata lavorativa consiste in riunioni e discussioni con i colleghi in varie parti del mondo, dall’Indonesia al Cile. Il lavoro è molto vario: discutiamo le attività da implementare per lo sviluppo dei prodotti, facciamo analisi di mercato, pianificazione strategica, ma anche lunghe chiacchierate con consumatori nei vari mercati e monitoraggio della concorrenza – che nel mio ruolo attuale significa dover assaggiare tantissimi tipi di cioccolato.

Hai avuto esperienze lavorative in Italia? Se sì, quali differenza hai riscontrato?

In Italia ho fatto due stage: uno in Nestle (Kit Kat, Fruit Joy) e uno in Reckitt Benckiser (Dr Scholl) e ho lavorato un anno in Unilever Italia. In Inghilterra l’ambiente è più informale e la struttura poco gerarchica. Gli orari di lavoro sono flessibili e si può lavorare da casa quando si vuole. Infine, mi sembra che si faccia carriera più velocemente. D’altra parte, gli inglesi tendono a non fare pause e pranzare alla scrivania, ma lavorando in un ambiente internazionale trovo sempre qualcuno con cui fare pausa pranzo o caffè.

Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrata nella società?

Londra è una città enorme e può essere dispersiva, ma dopo un po’ ci si costruisce un equilibrio e se ne apprezzano i lati positivi: è multietnica e ci sono tantissime cose da fare. Dopo quasi 5 anni mi sento abbastanza integrata: all’inizio avevo solo amici internazionali, perchè gli inglesi tendono a essere un po’ diffidenti con gli stranieri, ma ora ho anche un bel gruppo di amici inglesi e mi trovo molto bene.

Quali difficoltà hai riscontrato?

Mi sono trasferita con l’azienda arrivando con un gruppo di dieci colleghi dall’Italia e il primo mese vivevamo tutti nello stesso palazzo – sembrava di essere in Erasmus! Trasferirsi con altre persone aiuta molto perchè vivendo le stesse difficoltà (cercare casa, abituarsi alla città e alla cultura diversa) ci si aiuta a vicenda.

In quali altri paesi hai vissuto? Come ti sei trovata dal punto di vista lavorativo?

Ho vissuto in Australia, Canada, Messico e Belgio. In Canada e Messico studiavo, mentre in Australia e Belgio ho fatto degli stage. Il lavoro era molto diverso ed è stato solo per pochi mesi: ho dei buoni ricordi, ma li considero più delle lunghe vacanze che delle esperienze lavorative vere e proprie.

Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?

Le due cose che mi mancano di più dell’Italia sono poter andare a sciare il fine settimana senza doversi organizzare due mesi prima e la lunga estate italiana: detesto quando a maggio vedo su Facebook le foto dei miei amici in Italia in costume e a Londra ci sono 10 gradi e piove.

E invece, che progetti hai per il futuro?

Per ora mi concentro sul nuovo lavoro e poi si vedrà!

Pensi che un giorno tornerai in Italia?

5 anni fa avrei detto sicuramente di no, ma ora comincio a sentire nostalgia, quindi prima o poi… perchè no?

Dopo quelle a Marco ZanattaNicholas VecchiettiSilvia CamboniAlice GambatoFabio SaiMatteo Lattuada, Luciano AmadeiAntonio BuccinnàPatrizia DelleaFabiana SalaGiorgia ParodiEmanuele MaranoWilmer TurconiRoberto ZanaldiSerena FortunaMichel AndreettiGiuseppe ScaleseFrancesca SaiIros BarozziRosita CordascoFederico FolciaAlessio BadialiMarco ChiminiMark MasneriMaria Giovanna FolciChiara TepsichGabriele Romano,  Cristian MassaMattia StragapedeRoberto BrambiniSerena FiorilloSerena MartinelliRamona CerinottiLuca MaremmiDario CaputoMirco ZaniniAndrea FaraceAntonio ArcieriLorenzo BinaElena ArgentonStefano BelluzCarol BaggioliniPaolo RussoLoris MeotLea Canella e Diana Cossi questa è la 48esima testimonianza della rubrica “Luinese all’estero”.

Continueranno le interviste ad altri luinesi che vivono e lavorano tra Europa, America, Africa, Asia e Australia.

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