Priors Marston | 17 Settembre 2017

“Luinesi all’estero”, Carol Baggiolini a Priors Marston si occupa di Human Resources

La nostra rubrica si compone di un'altra testimonianza, quella della giovane luinese che nel 2011 ha lasciato l'Italia. Ecco quello che ci ha raccontato

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Periodicamente, continuiamo a raccontare le vite dei nostri concittadini che si sono trasferiti all’estero per cercare lavoro, fare esperienze diverse e provare ad avere un futuro migliore e più stabile.

Oggi, una nuova puntata della nostra rubrica tanto apprezzata sul territorio, “Luinesi all’estero”, nella quale siamo andati a trovare in Gran Bretagna Carol Baggiolini, che ci ha raccontato di cosa si occupa a Priors Marston, nella campagna del Warwickshire, a due ore di auto da Londra.

Raccontaci di te… Quando sei andata via dall’Italia? Dove vivi?

Subito dopo avere conseguito la maturità linguistica al liceo di Luino, mi sono spostata nella vicina Svizzera per studiare Scienze della Comunicazione all’Università di Lugano. Dopo la laurea, ho deciso di trasferirmi oltremanica dove ho iniziato un Master in Human Resources Management and Business all’Aston University a Birmingham. Era il lontano 2011. Attualmente vivo in un piccolo paesino, Priors Marston, immerso nella campagna del Warwickshire. È un paesino molto tranquillo, che offre spazi verdi brillanti e case centenarie, che però non è troppo distante dalle gradi città di Coventry e Oxford.

Quali motivi ti hanno portato a lasciare l’Italia?

Principalmente di studio. Volevo studiare Risorse Umane, ma non ho trovato un corso che rispondesse alle mie esigenze vicino a casa. E poi, ho sempre voluto padroneggiare un po’ meglio l’inglese.

Di cosa ti occupi?

Attualmente lavoro nelle Risorse Umane e svolgo la funzione di Human Resources Business Partner per un importante Tier 1 dell’industria automobilistica inglese con base a Coventry. La mia azienda produce serbatoi in plastica per le più importanti case automobilistiche (OEMs) sul territorio inglese; esse comprendono Jaguar Land Rover, Rolls Royce, BMW and Nissan. Io mi occupo principalmente delle relazioni con il personale, risolvendo piccoli e grandi problemi prima che diventino problematiche che ledono il morale e la soddisfazione lavorativa dell’intera azienda. In particolare mi occupo di assenze, problemi di condotta, lamentele, fino ad arrivare a casi complicati di licenziamenti, discriminazione, bullismo e attività criminali. In conclusione, il mio lavoro prevede di trovare il perfetto equilibrio tra proteggere la forza lavoro e fare in modo che la produttività dell’azienda rimanga per lo più intatta. È un equilibrio sottile, certe volte difficile da raggiungere.

Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?

Posso ritenermi fortunata, ogni giorno è differente dal precedente; mi occupo di persone e per questo possono essere imprevedibili. Passo il giorno prevalentemente in meetings, specialmente con il mio team e i manager dell’azienda. Il resto della mia giornata si divide tra meetings formali con i dipendenti e risposte ad email.

Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrata nella società?

Devo dire di essermi integrata veramente bene. Ho trovato la burocrazia inglese facile da affrontare, per questo aprire il primo conto bancario, ottenere il numero di previdenza sociale, comprare un’automobile non è stato poi così difficile. Sinceramente mi ha aiutata una buona padronanza della lingua inglese e tanto spirito di adattamento. In termini di integrazione umana, la società inglese è multietnica, e per questo non è stato difficile fare nuovi incontri e amicizie.

Quali difficoltà hai riscontrato?

Non ho trovato particolari difficolta, a parte l’adattamento al clima inglese. In Inghilterra, infatti, il clima è estremamente variabile, e un bel sole si può trasformare in un violento acquazzone in un batter d’occhio; ora ho imparato a portare sempre un ombrellino tascabile e a vestirmi a strati. Un’altra difficoltà è reperire buona frutta e verdura; in Gran Bretagna, frutta e verdura tendono ad essere molto care e decisamente insapore.

Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?

Sicuramente la famiglia. E poi come dimenticare il cibo, il sole e le belle serate d’estate.

E invece, che progetti hai per il futuro?

Per il futuro voglio continuare a crescere professionalmente e realizzarmi sul piano personale e professionale.

Pensi che un giorno tornerai in Italia?

Penso proprio di sì, o magari nella vicina Svizzera, ma non mi sono ancora data una scadenza.

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