Continua in Canton Ticino il monitoraggio sulla diffusione della peste suina africana, virus innocuo per l’uomo ma potenzialmente mortale per cinghiali e maiali. Nella regione la malattia al momento non è presente, ma le autorità cantonali da tempo si stanno preparando a gestire un ipotetico scenario di rischio.
Nei giorni scorsi l’Ufficio del veterinario cantonale, l’Ufficio di caccia e pesca, la sezione del militare e della protezione della popolazione del Dipartimento delle istituzioni, insieme ad altri enti, hanno effettuato una esercitazione nella zona della collina del Penz, a Chiasso, dove è stata simulata la ricerca di cinghiali infetti in un’area boschiva.
Gli addetti ai lavori hanno utilizzato carcasse di cinghiale non contagiose e prive di virus. La simulazione si è svolta anche attraverso l’impiego di cani specializzati e droni. Per non creare allarmi, e per non rischiare situazioni di pericolo con gli animali domestici, i cittadini che abitano nella zona sono stati informati prima che iniziassero le operazioni.
«Ricordiamo che la peste suina africana è una malattia virale che colpisce esclusivamente suini selvatici e domestici – sottolinea in una nota il Dipartimento del territorio ticinese – Da tempo le autorità cantonali monitorano lo spostamento e l’evoluzione della malattia. Ad oggi essa si è propagata in varie parti d’Europa, con focolai nel nord Italia a 50 chilometri dai confini ticinesi. L’eventualità che la patologia sconfini nei nostri boschi è elevata».
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