«Ringrazio di cuore l’Onorevole Stefano Candiani per aver proposto e fatto approvare un sub-emendamento fondamentale nella gestione della questione relativa ai ristorni dei frontalieri. Questo importante intervento, sostenuto con impegno dalla Lega, dimostra ancora una volta l’attenzione costante verso i piccoli Comuni e le necessità dei territori».
Lo afferma il Consigliere regionale della Lega in Regione Lombardia Emanuele Monti.
«Grazie al lavoro svolto, – prosegue – si è riusciti ad abbassare dal 4% al 3% la soglia minima di popolazione residente di frontalieri per consentire l’accesso ai fondi, una modifica che ribalta il criterio che sarebbe stato altrimenti penalizzante per molti Comuni. Questo sub-emendamento garantisce che tutti i Comuni sotto i 15mila abitanti possano rientrare nel nuovo parametro, salvaguardando in provincia di Varese e nel Comasco almeno una ventina di amministrazioni locali».
«Un ringraziamento va anche al Ministro Giorgetti, che ha contribuito a rendere possibile l’approvazione di questo sub-emendamento. La Lega dimostra, ancora una volta, un’attenzione concreta alle esigenze dei piccoli Comuni, confermando l’impegno nel supporto ai territori e alla salvaguardia delle risorse fondamentali per la nostra comunità», conclude Monti.
Da parte loro, invece, i consiglieri regionali del Partito Democratico Samuele Astuti e Angelo Orsenigo hanno presentato un ordine del giorno per chiedere a Regione Lombardia di opporsi a modifiche normative che penalizzano i Comuni di confine e di ribadire gli impegni assunti in precedenza sul tema delle risorse derivanti dal lavoro frontaliero in Svizzera.
In particolare, i dem puntano il dito contro una misura iniqua: la tassa sanitaria per i cosiddetti “vecchi frontalieri” «su cui il governo insiste», presentando un emendamento alla legge di Bilancio 2025 che, per l’impossibilità di avere dalla Svizzera i nominativi di questi lavoratori, «minaccia di raddoppiare il prelievo fino a 400 euro mensili, qualora non si dichiarino».
«L’accordo del 2020 ha mantenuto per i vecchi frontalieri il sistema dell’imposizione unica in Svizzera e non prevede che le autorità elvetiche ne forniscano i nominativi all’Italia: ora si vorrebbe che fossero loro ad autodenunciarsi all’assessore Bertolaso per dare alla sanità lombarda le risorse che il governo non fornisce. Questa imposizione – sottolineano Astuti e Orsenigo – è in contrasto con l’accordo italo-svizzero del 2020, e rappresenta un aggravio ingiustificato per i lavoratori e i comuni. Chiediamo innanzitutto che questa norma venga soppressa e che la Regione esprima con forza il proprio dissenso».
«Un’altra misura contro cui ci opponiamo con forza – proseguono i dem – è la proposta di elevare al 4% il limite del rapporto frontalieri/residenti per l’accesso diretto dei Comuni alle risorse delle compensazioni finanziarie. Dopo la levata di scudi dell’associazione dei comuni di frontiera, il centrodestra al governo ha proposto di riportare al 3% i comuni sotto i 15mila abitanti, trasformandola così in una norma, per così dire “ad personam” contro il comune di Varese».
«La Regione deve intervenire – aggiungono i due esponenti del Partito Democratico – affinché il Governo e il Parlamento rispettino i patti assunti con i Comuni di confine e le organizzazioni dei frontalieri. Inoltre, bisogna evitare di introdurre vincoli che limitino l’autonomia dei Comuni nell’utilizzo delle risorse, costringendoli a destinarle a finalità predefinite e non legate alle reali esigenze locali. Il centrodestra parla tanto di autonomia differenziata, potrebbe intanto iniziare a non colpire la capacità decisionale dei Comuni».
Infine, i consiglieri chiedono che nel bilancio regionale 2025-2027 vengano individuate risorse adeguate per garantire i servizi sanitari nelle aree di confine e affrontare le conseguenze socio-economiche delle crisi aziendali. «Tutto questo – concludono – senza gravare ulteriormente sui lavoratori frontalieri e senza introdurre vincoli penalizzanti per i Comuni, mantenendo invece un dialogo aperto e trasparente con gli enti locali e le organizzazioni dei frontalieri».
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