Varese | 22 Aprile 2024

Porto Ceresio, furti in edicola: nessun colpevole

L'imputato era Sergio Domenichini, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Carmela Fabozzi. Decisivi per il verdetto alcuni aspetti procedurali della vicenda, che risale al 2019

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Il giudice ha pronunciato sentenza di “non doversi procedere” e così il caso dei furti avvenuti in edicola a Porto Ceresio nel maggio del 2019 si è chiuso senza un colpevole. L’imputato era Sergio Domenichini, il 67enne condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della pensionata Carmela Fabozzi.

L’epilogo del processo è arrivato oggi, lunedì 22 aprile, in Tribunale a Varese, dopo una discussione che ha riguardato soprattutto gli aspetti procedurali della vicenda. Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Francesca Cerri, a sporgere querela per i furti fu la persona sbagliata: non il legale rappresentate dalla società che gestiva l’edicola – l’unico legittimato a farlo – ma un’altra socia. Poco prima, nella sua requisitoria, il pm aveva chiesto l’assoluzione per i dubbi sull’identificazione dell’autore dei furti. Dubbi rimasti anche a fronte delle immagini estrapolate dal circuito di videosorveglianza dell’edicola.

Domenichini era entrato in contatto con l’edicolante tramite una agenzia immobiliare, presentandosi come soggetto interessato a rilevare l’attività. Motivo per il quale, in quei giorni di primavera del 2019, l’uomo aveva trascorso del tempo all’interno dell’esercizio, per osservare lo svolgimento del lavoro quotidiano e il potenziale giro d’affari. Poi, in uno di quei giorni, l’edicolante si accorse che era sparita una delle chiavi d’ingresso. Chiave che successivamente fu ritrovata spezzata nella serratura, e a quel punto vennero a galla i furti: biro, Gratta e Vinci, giornali e carte Pokémon.

La persona offesa, costituitasi parte civile nel processo, con l’assistenza dell’avvocato Mario Fontana, ha annunciato la volontà di uscire di scena prima della chiusura del dibattimento, rinunciando così ad un ipotetico risarcimento in caso di condanna. Domenichini era stato assolto a inizio gennaio per una vicenda simile, avvenuta tra Varese e Induno Olona. L’accusa era di aver truffato un cartolaio varesino pagando dei libri scolastici per il figlio con un assegno precedentemente sottratto ad un edicolante della Valceresio.

In quel caso il proprietario della cartoleria aveva deciso di ritirare la querela sporta all’epoca dei fatti, passaggio che aveva portato all’epilogo processuale in favore dell’imputato, vista l’impossibilità a procedere d’ufficio per la truffa. L’accusa di ricettazione, per l’assegno sparito in edicola, dopo che un giorno il titolare si era sentito male, era stata invece sostituita dall’accusa di furto, caduta per l’assenza di querela da parte della persona offesa. In quell’edicola, secondo la tesi accusatoria, l’imputato avrebbe messo in atto uno stratagemma identico a quello riguardante il processo odierno, presentandosi cioè come persona interessata ad acquistare l’esercizio.

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