Svizzera | 2 Novembre 2021

Il “turismo degli acquisti” in Italia pesa sull’economia svizzera?

Gli elvetici continuano a scegliere i paesi oltreconfine per fare la spesa. Nel marzo 2020 sanzionati cittadini che varcavano la frontiera nonostante i divieti

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Il cosiddetto “turismo degli acquisti” – quello dei cittadini elvetici che si recano oltre confine, in Italia e non solo, per fare la spesa – sembra rappresentare un bel problema per l’economia svizzera, tanto che alcuni parlamentari, specialmente dei cantoni di frontiera, invocano misure che siano in grado di incentivare la spesa locale evitando così che i cittadini varchino le dogane a tale scopo.

Secondo alcune cifre riportate sul quotidiano locale La Prealpina, già pre pandemia (nel 2019), in base a stime di Credit Suisse, nei negozi oltre frontiera gli elvetici avevano effettuato acquisti per 8 miliardi di franchi. Se poi si guarda ai dati forniti dal gruppo Migros Ticino nel marzo 2021, la stima del volume annuo degli acquisti compiuti in Italia dai ticinesi è di 500 milioni di franchi, pari al 15% della spesa totale. A ciò corrisponderebbe una perdita di 1000 posti di lavoro per il commercio al dettaglio del vicino cantone.

Ma il desiderio degli svizzeri di fare le proprie spese nei paesi limitrofi, per risparmiare, è sempre forte e neanche la pandemia è riuscita a limitarlo, almeno inizialmente: in base a ciò che si apprende da Prealpina, infatti, nel marzo 2020 nonostante le disposizioni della Confederazione elvetica vietassero di recarsi oltre confine per gli acquisti, sono stati diversi i cittadini che hanno violato il divieto incorrendo in sanzioni da parte dell’Amministrazione federale delle dogane.

In appena quindici giorni, fra il 30 marzo e il 16 aprile 2020, sono state ben 1400 le contravvenzioni emesse in questo senso. Di queste 54 sono state annullate perché le persone coinvolte sono riuscite a dimostrarne l’ingiustificabilità. È notizia di questi giorni, peraltro, l’ammissione da parte del governo elvetico di “parziali carenze” su queste sanzioni, sebbene non siano stati riscontrati dei problemi sull’operato del personale delle dogane. Chi, dunque, vorrà contestare le multe ricevute, dopo una verifica da parte degli organi federali o cantonali di riferimento, potrebbe vedersi rimborsato se queste verranno ritenute ingiustamente comminate.

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