Laveno Mombello | 27 Settembre 2021

Laveno Mombello, Tina Montinaro protagonista della Giornata della Legalità al “Galilei”

La moglie di Antonio Montinaro, anch’egli vittima della strage di Capaci, ha portato ai giovani la sua testimonianza. Presenti anche istituzioni e forze dell’ordine

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Si è tenuto venerdì 24 settembre il tanto atteso incontro annuale della Giornata della Legalità a Laveno Mombello, nell’aula magna dello storico Istituto “Galileo Galilei”, con Tina Montinaro e i ragazzi delle scuole locali, nell’ambito della conferenza Ergastolo ostativo – Aspetti e punti di vista.

Il dibattito che ha visto coinvolti, oltre a Tina Montinaro e alla sua sempre toccante testimonianza diretta, il dirigente Avv. Leonardo Salvemini e il Prof. Davide Galliani, entrambi docenti presso l’Università degli Studi di Milano ed ha avuto come moderatrice la Dott.ssa Luisiana Gaita, giornalista de Il Fatto Quotidiano, si è rivelato molto ricco e stimolante nell’esporre al giovane pubblico in modo chiaro e coinvolgente le principali problematiche collegate oggi al fenomeno mafioso e alla sua repressione carceraria, argomento notoriamente complesso e fonte di costanti sfide per le Istituzioni. Al centro soprattutto il difficile nodo del rapporto fra magistratura ed autorità inquirenti e gestione della collaborazione con la giustizia da parte dei detenuti per reati a stampo mafioso soggetti a regime penitenziario comportante ergastolo ostativo, soprattutto a fronte dell’ondata di indignazione popolare scatenata dalle recenti scarcerazioni di noti individui a suo tempo condannati per stragi di mafia.

Ai lavori del convegno hanno anche assistito e partecipato esponenti e rappresentanti delle Istituzioni locali e delle Forze dell’Ordine, che hanno portato a loro volta la loro preziosa esperienza sul campo.

Per l’istituto lavenese l’incontro si è ancora una volta dimostrato un efficace terreno di confronto tra il mondo della scuola e dei giovani e l’universo della legalità, che naturalmente i relatori non hanno mancato di ribadire con convinzione essere non una retorica e vuota parola da rispolverare solo in certe occasioni commemorative nazionali, ma un patrimonio duraturo della nostra cultura civile da coltivare costantemente nel nostro vivere quotidiano, partendo proprio dalle più fresche generazioni.

Solo così avranno compimento le profetiche parole del giudice Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.

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