Luino | 12 Settembre 2021

Luino, “L’arte di fare festa” nel messaggio domenicale di don Sergio

Il prevosto, richiamando anche la lettera dell’arcivescovo, invita i fedeli della comunità luinese a guardare all’esperienza della gioia, “tipica della vita cristiana”

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(don Sergio Zambenetti) Questa domenica celebriamo la tradizionale Festa dell’accoglienza nella Parrocchia di Creva, rinnovando la vocazione di essere Comunità aperta nei confronti di chiunque passi o per curiosità o perché attratto dal desiderio di condividere momenti di gioia e di fraternità.

L’esperienza della gioia è tipica della vita cristiana, perché Gesù stesso è venuto nel mondo per donarcela: “La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). Il nostro Arcivescovo, nella sua proposta pastorale per quest’anno, indica tra le caratteristiche della Chiesa proprio la gioia, come lo scopo della rivelazione di Gesù: “La gioia cristiana, per quello che se ne può dire, coinvolge tutta la persona e tutte le esperienze. La sua espressione è la festa che ne fa esperienza comunitaria. E il primo segno che Gesù opera a Cana di Galilea è di offrire il vino buono, segno della gioia messianica”.

Credo sia importante, specialmente dopo questo tempo di pandemia, recuperare il valore e il significato della festa che, nella vita cristiana, è proposta e vissuta in molti momenti dell’anno, ma direi, in ogni domenica. A questo proposito vorrei segnalarvi cosa scrive il nostro Arcivescovo sempre nella sua lettera: “La festa è l’espressione comunitaria della gioia condivisa tra le persone. L’arte di fare festa richiede un’esperienza spirituale intensa, un’appartenenza culturale per animare linguaggi, musiche, segni che esprimono la gioia e la rendano evento del villaggio, fecondità nella trasmissione del patrimonio alle giovani generazioni e insieme protagonismo dei bambini nel contagiare adulti e anziani”.

Ho trovato illuminanti queste indicazioni sul tema della festa, perché sono convinto possano aiutarci a verificare nelle nostre comunità cristiane come noi la celebriamo: quale intensità spirituale? Quale appartenenza culturale? Quale patrimonio di valori vogliamo trasmettere alle nuove generazioni? Come gli adulti e gli anziani si lasciano contagiare dalla freschezza dei bambini?

Bella l’espressione “l’arte di fare festa”, perché dice che la festa non è cosa banale o superficiale, ma frutto di un’esperienza comunitaria, dove la preghiera, lo studio, la riflessione, la condivisione di talenti, la ricchezza di tradizioni e di una storia nelle diverse espressioni culturali generano una miscela incontenibile ed esplosiva di gioia autentica.

Mi auguro che le feste che saranno proposte nel corso di questo anno abbondino di questi elementi.

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