Roma | 9 Settembre 2021

Strage del Mottarone, magistrati sotto accusa

La Procura generale della Cassazione contesta al gip Banci e al presidente del tribunale Montefusco alcune decisioni prese in sede d'indagine. "Gravi scorrettezze"

Tempo medio di lettura: 2 minuti

La Procura generale della Cassazione ha avviato un’azione disciplinare nei confronti del giudice per le indagini preliminari Donatella Banci Buonamici e del presidente del tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, per il loro operato durante la prima fase delle indagini riguardanti la strage della funivia del Mottarone.

Grave inosservanza delle regole organizzative, mancanza di “correttezza e diligenza” e poi ancora “gravi scorrettezze” verso gli altri giudici. Sono queste le motivazioni – riportate nelle scorse ore dal quotidiano La Stampa e poi riprese da altri quotidiani nazionali – alla base del provvedimento.

Per Banci le accuse sono tutte concentrate attorno all’autoassegnazione del fascicolo della strage – procedura avviata nelle ore immediatamente successive ai tragici fatti del 23 maggio scorso – decisione con cui la stessa Banci avrebbe volontariamente oltrepassato le indicazioni previste dai sistemi organizzativi interni all’ufficio di cui fa parte, appropriandosi di un fascicolo di fatto destinato ad un altro magistrato, in assenza del magistrato “titolare”, in quel momento impossibilitato dagli “elevati carichi di lavoro” (sul punto la gip si è sempre difesa affermando di aver agito per senso di responsabilità, guardando alle tempistiche dei procedimenti più che all’interesse personale).

Le azioni contestate a Montefusco riguardano invece la sottrazione del fascicolo sulla strage al gip Banci, dopo la decisione di quest’ultima di opporsi alla linea della procura di Verbania, manifestata attraverso l’arresto dei tre principali indagati per l’incidente mortale (l’imprenditore Luigi Nerini, gestore con la sua società dell’impianto funiviario del Mottarone, il capo servizio Gabriele Tadini e il direttore d’esercizio Enrico Perocchio), poi scarcerati proprio per volontà del gip – con il solo Tadini rimasto ai domiciliari – per insussistenza delle esigenze cautelari.

Agli atti, stando a quello che riporta il quotidiano La Stampa, ci sarebbero inoltre conversazioni via mail e chat che proverebbero una serie di pressioni subite da Banci proprio a ridosso della sua decisione di procedere con la scarcerazione dei tre indagati. Pressioni avanzate anche da figure esterne all’ufficio giudiziario per scongiurare l’atto e le sue implicazioni, tra cui quelle inerenti il livello di esposizione mediatica del magistrato. Sia Banci che Montefusco rischiano ora il processo davanti al Consiglio superiore della magistratura.

(Foto di copertina dal sito www.vconews.it)

© Riproduzione riservata

Vuoi lasciare un commento? | 0

Lascia un commento

"Luinonotizie.it è una testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del tribunale di Varese al n. 5/2017 in data 29/6/2017"
P.IVA: 03433740127