Verbania | 29 Luglio 2021

Strage del Mottarone, “Illegittimo l’atto nei confronti del giudice”

Il Csm si è espresso sulla revoca del fascicolo al gip Buonamici dopo la scarcerazione dei tre principali indagati. La designazione andrà chiarita in modo definitivo

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(Foto di copertina tratte dal sito www.vconews.it) Il Consiglio superiore della magistratura ha preso posizione circa la revoca del fascicolo sulla strage del Mottarone al giudice per le indagini preliminari Donatella Banci Buonamici, sostituita per volontà del presidente del tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, dopo aver disposto la scarcerazione dei tre principali indagati per il drammatico incidente dello scorso 23 maggio: il gestore della funivia Luigi Nerini, il caposervizio Gabriele Tadini (l’unico attualmente agli arresti domiciliari) e il capo servizio Enrico Perocchio.

Il Csm, con il provvedimento adottato nella giornata di ieri attraverso la settima commissione, ha giudicato illegittima e non conforme alle “regole tabellari”, e dunque alla normale organizzazione del lavoro all’interno dell’ufficio giudiziario, quella decisione, al pari di altre due direttamente connesse alla prima: l’esonero del giudice Elena Ceriotti dalla funzione di gip per “eccessivo carico di lavoro”, avvenuto prima del fatti del 23 maggio, e la conseguente auto assegnazione del fascicolo sulla strage da parte della stessa Buonamici, che fin dall’inizio ha dichiarato di aver agito guardando al corretto e tempestivo svolgimento delle prime fasi d’indagine dopo il disastro della funivia.

La delibera della commissione – con le relative tre bocciature – non inficerà lo svolgimento degli atti processuali, ma ad ogni modo renderà necessario un nuovo pronunciamento da parte del presidente del tribunale sul magistrato a cui spetta la legittima e definitiva assegnazione del fascicolo.

Un intervento che, in altri termini, consentirà di archiviare ogni perplessità sulla vicenda, scongiurando future situazioni di stallo o anomalie. Ciò non toglie, hanno evidenziato durante l’assemblea i membri togati Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita ribadendo il proprio sostegno al gip Buonamici e riconoscendo l’imparzialità del suo operato, che l’episodio abbia creato un danno d’immagine alla autonomia del giudice in relazione alle interferenze esterne.

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