Varese | 1 Luglio 2021

Coldiretti Varese: con ultime fiammate del petrolio, ripercussioni su agroalimentare

“Effetti a catena dalla produzione alla logistica, che aggravano la situazione già molto precaria per le conseguenze della pandemia”. L'Italia segna +8% su Germania

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L’aumento del prezzo del petrolio è un’altra mazzata che si ripercuote, a catena, sulla filiera del cibo prealpina, già messa in forti difficoltà dal Covid”. Lo rimarca Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, alla luce dei recenti rincari sul prezzo del greggio che, nelle ultime settimane, ha visto un’accelerazione marcata.

“Gli effetti – spiega Fiori – sono a catena, dalla produzione alla logistica, e aggravano la situazione già precaria che le nostre imprese si trovano a dover affrontare a seguito dell’aumento dei mezzi tecnici per produrre, specie per l’alimentazione zootecnica. E’ un problema anche per la vita quotidiana dei consumatori, nelle nostre zone di confine è particolarmente evidente la ripresa del “pendolarismo della benzina” per far rifornimento nella vicina Svizzera, dove il prezzo è più vantaggioso”.

L’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, che si sta registrando nelle ultime settimane, preoccupa in maniera particolare il settore dell’allevamento: denuncia Coldiretti Varese sulla base di un trend confermato dagli ultimi dati rilevati, secondo i quali il mais è attualmente quotato 250 euro/tonnellata, con un aumento del 29% rispetto all’anno scorso, la soia sale a oltre 500 euro/tonnellata, con punte percentuali in ascesa fino al 44%. Aumenti anche per l’orzo al +18%, e per tutte le materie prime utili all’alimentazione e alla cura del bestiame.

Lo “spread” alla pompa, che in Italia rispetto alla Germania fa segnare un +8% di spesa al litro su benzina e diesel (febbraio 2021, base dati Globalpetrolprices in relazione agli ultimi aumenti sui prezzi dei carburanti comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise), preoccupa perciò non poco famiglie ed imprese, già in difficoltà a causa della pandemia.

In particolare, c’è timore per gli effetti che l’aumento potrà avere sull’intera economia nazionale, dal momento che, se salgono i prezzi del carburante, si riduce il potere di acquisto delle famiglie che hanno meno risorse da destinare ai consumi, mentre allo stesso tempo aumentano i costi per le imprese.

A subire gli effetti dei prezzi dei carburanti – sottolinea ancora Fiori – rischia di essere anche il nostro sistema agroalimentare, dove i costi della logistica sono particolarmente incisivi. Questo fatto potrebbe portare ad una brusca frenata di uno dei pochi settori economici che, nonostante la situazione generale dettata dalla pandemia, sta cercando di resistere non senza difficoltà, per permettere a tutti i cittadini di avere sempre a disposizione prodotti del territorio, rintracciabili e di qualità garantita. In queste condizioni è ora più che mai importante individuare alternative sostenibili, come previsto dal piano sul Recovery Plan elaborato dalla Coldiretti, per sviluppare le bioenergie in Italia, e superare il deficit logistico migliorando le infrastrutture per garantire veri collegamenti tra la nostra Regione ed il resto del Paese”.

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