Grantola | 29 Giugno 2021

Grantola, Luino e Caravate dicono addio a padre Filippo Astori

Il religioso passionista, originario della Valtravaglia, è mancato ieri, nella comunità torinese di San Pancrazio. Domani le esequie e la sepoltura a Grantola

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(a cura di P. Aldo Ferrari) Nelle prime ore del mattino del 28 giugno, presso la comunità passionista di S. Pancrazio (Torino), ci ha lasciato Padre Filippo Astori.

I funerali si sono svolti a Pianezza presso il Santuario di San Pancrazio, martedì 29 giugno alle ore 11,00. La salma sarà tumulata mercoledì 30 giugno al suo paese natale, Grantola, dopo la celebrazione funebre nella chiesa parrocchiale alle 10.30.

La famiglia passionista di Caravate è molto legata a Padre Filippo perché ha soggiornato presso il convento ed è stato, tra l’altro, il cuore appassionato del gruppo laicale passionista “Iuxta Crucem”. Profondo il suo sguardo limpido, sorridente, reso luminoso da due occhi vividi e chiarissimi: uno sguardo che non giudica, ma ti faceva  sentire accolto e capito. I dubbi, le contrarietà, le fatiche… tutto scompariva con una sua frase di incoraggiamento e di grande fede. Tutta la Famiglia Passionista non potrà dimenticare Padre Filippo perché il tratto di strada percorso insieme è diventata un’esperienza per tutti e per ciascuno di noi. Ora pregheremo gli uni per gli altri e in questo saremo sempre vicinissimi.

Filippo dei Sacri Cuori (Mario Astori) era nato a Grantola di Montegrino, presso Luino, il 23 maggio del 1944, da Giuseppe e Adele Sala, in una famiglia numerosa e ricca di spirito cristiano. Il parroco era suo zio, don Alfredo, fratello del papà. I Padri Passionisti del vicino convento di Caravate frequentavano questa parrocchia, e il piccolo Mario sentì nascere la vocazione alla vita religiosa, sacerdotale, e missionaria.

Iniziò il suo cammino nei seminari minori di allora: Carpesino, Basella, Calcinate, da dove passò al noviziato di san Zenone (TV) e dove emise i primi voti l’8 settembre 1963. Continuò gli studi liceali a Mondovì e quelli teologici, prima a Caravate poi, dal 1968 a Gerusalemme in Terra santa, presso lo studio teologico dei Francescani. Fu ordinato sacerdote il 12 dicembre 1970, nella chiesa di Caravate.

Rimase in Terra Santa nella nostra casa di Betania per circa vent’anni, studiando l’arabo per poter accostare i ragazzi palestinesi che incontrava e invitarli presso la comunità, dando inizio ad un piccolo seminario. Si fece conoscere a stimare da varie comunità di suore che lo volevano incontrare e ascoltare volentieri. Il suo campo d’azione si estese in Giordania e nel sud del Libano. L’instabilità politica della regione e il susseguirsi di tensioni aggressive, lo fecero decidere per il rientro in Italia, dove fu nominato Consultore per la formazione dei giovani e in seguito Superiore provinciale. Si dedicò con particolare attenzione alla formazione del Movimento Laicale Passionista, guidandolo fin dai suoi primi passi.

Terminato il mandato non volle essere rieletto, ma il suo pensiero andò verso l’Africa: un desiderio che teneva nel cuore fin da primi anni, finché partì per il Kenya nel 2000. L’anno seguente fu eletto Vicario regionale delle missioni del Kenya. L’Africa lo aveva sempre attratto e si sentiva a suo agio con i giovani in formazione, cui dedicò tante energie e accettò di fare il maestro dei novizi. La casa di noviziato a Sotik sorse per sua iniziativa, come anche la casa di Molo e quella del centro vocazionale di Karungu. Si dedicò anche alla predicazione di ritiri ed esercizi spirituali alle comunità religiose del posto. Chiuse la sua esperienza africana nel 2015 come economo del vicariato.

Rientrato in Italia fu inviato al noviziato del Monte Argentario, in supporto al maestro nella formazione dei novizi. Aveva esperienza e carisma da comunicare ai giovani.

La salute però cominciò a vacillare.

Nel 2017 fu trasferito alla casa di ritiri ed esercizi di Caravate dove si dedicò alla predicazione per tutti i gruppi che soggiornavano alla ricerca di spiritualità. Guidò i gruppi di laici che si ispiravano alla spiritualità passionista, specie il gruppo “Iuxta Crucem” del Movimento laicale della famiglia passionista.

Celebrato il 50° di sacerdozio con parenti, amici ed estimatori, chiese di essere trasferito a san Pancrazio nella infermeria provinciale. La salute andava sempre più declinando finché il Signore lo chiamò a sé nella patria eterna dei giusti. P. Filippo era di indole buona e docile. Sapeva rendersi amabile, adattandosi alle persone che si rivolgevano a lui. Era uomo di preghiera, di interiorità, di studio e letture. Ha amato il carisma passionista, desideroso di comunicarlo, approfondirlo. Era un ottimo consigliere spirituale, confessore longanime, esperto delle vie di Dio, sulle quali vengono condotte le anime. Il suo sorriso era sincero ed attraente. Sopportò incomprensioni, anche umiliazioni e solitudini. Le visse in comunione con la Passione di Gesù. Gli occhi, però, di color celestino, gli brillavano sempre e aprivano gli animi alla fiducia. Una persona da lui guidata gli scrisse: «Desidero dirti che nei tuoi occhi Gesù passa, si ferma, perdona e benedice».

Gesù è passato accanto a lui questa volta e lo ha accolto nella beatitudine eterna.

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