Luino | 16 Maggio 2021

Luino, il messaggio domenicale di don Sergio: “Siamo benedetti e accompagnati”

Nell’Ascensione il prevosto indica alla comunità il mistero della presenza-assenza di Gesù che “ci affascina, perché chiede la nostra attenzione”

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(don Sergio Zambenetti) La festa liturgica dell’Ascensione è stata celebrata giovedì scorso, ma pastoralmente la riviviamo questa domenica per dare la possibilità a coloro che vanno a scuola o al lavoro di non perdere la gioia di meditare su quell’evento, di cui gli apostoli sono stati testimoni oculari.

È sempre commovente pensare al momento in cui Gesù sale al cielo mentre gli apostoli ricevono la sua benedizione e lo vedono scomparire alla loro vista. Quanti ricordi, ma anche quante domande si ponevano loro che gli erano stati compagni di viaggio e di avventura in tre anni di vita pubblica intensa e carica di parole sorprendenti, di miracoli mai visti prima, di meraviglia delle folle, ma anche di ostacoli dovuti a contrasti con i capi religiosi e a pregiudizi umani di una società ottusa e ipocrita, fino al suo arresto e alla morte atroce, seguita dalla risurrezione.

Questi discepoli avevano bisogno di elaborare, ma Gesù aveva assicurato il dono dello Spirito che li avrebbe aiutati a comprendere tutto quello che fino ad allora era rimasto oscuro e li avrebbe anche fortificati nella missione di annuncio del Vangelo, che il loro amico e Signore aveva loro affidato.

Il libro degli Atti degli Apostoli scrive che essi dopo l’Ascensione di Gesù ritornarono a Gerusalemme e si misero a pregare nel Cenacolo insieme a Maria, in attesa dello Spirito Santo, che avrebbero ricevuto il giorno della Pentecoste ebraica, cinquanta giorni dopo la Pasqua. La liturgia della Chiesa, ogni anno, ci fa rivivere quegli avvenimenti, perché diventino anche la nostra esperienza di incontro rinnovato con il Signore Gesù risorto, il quale, salendo al Cielo, ha promesso di restare con noi tutti i giorni sino alla fine del mondo.

Questo è il mistero della presenza-assenza di Gesù, che ci affascina, perché chiede la nostra attenzione nel riconoscere i segni del suo essere vicino a noi, ma anche l’attesa di Lui che un giorno ritornerà per prenderci con sé in un abbraccio senza fine. Lo sguardo verso il cielo, presentatoci dagli apostoli, è la possibilità che abbiamo di non smarrirci nelle attrattive della terra per anelare invece a ciò che va oltre e
che è la meta della nostra esistenza.

Maria si fa compagna di viaggio e sostegno di questa aspirazione celeste. Pensiamo a ciò che ella ha insegnato ai tre fanciulli di Fatima, apparendo loro, come abbiamo ricordato giovedì scorso, e suggerendo quella invocazione che ancora oggi preghiamo tra una decina e l’altra del S. Rosario: “Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia”. È una preghiera veramente cristiana, perché presentiamo a Gesù il nostro bisogno di misericordia, ma lo allarghiamo a tutti gli uomini e donne del mondo, diventando così una invocazione di intercessione fraterna.

Ci sostenga la Vergine Maria in questi giorni della Novena di Pentecoste, mentre apriamo il nostro cuore all’accoglienza dello Spirito Santo, dono costante di Gesù a tutta l’umanità.

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