Ad inizio mese il governo, i rappresentanti delle imprese e i sindacati hanno siglato un protocollo d’intesa per portare le vaccinazioni anti Covid all’interno delle aziende e velocizzare così il processo di somministrazione riguardante i dipendenti di ogni singola realtà produttiva.
Oggi all’iter organizzativo manca soltanto un documento, che le parti devono sottoscrivere insieme alle associazioni dei datori di lavoro, per giungere a quella soluzione che aumenterà i “canali” a disposizione di Asst, Ats e Regioni, sulla base ovviamente degli sviluppi relativi alla campagna, e dunque al sistema delle priorità diviso per categorie anagrafiche e soggetti più vulnerabili.
Questo ultimo dettaglio suggerisce che per l’attivazione effettiva delle linee dedicate alle aziende toccherà aspettare, forse fino alla partenza della vaccinazione di massa, ma le tempistiche sono ancora tutte in divenire e si legano anche in questo caso all’entità degli approvvigionamenti che arriveranno nelle prossime settimane e durante l’estate.
“Ci saranno nuove linee vaccinali, per le quali si pensa di sfruttare gli hub già attivi – spiega il dottor Paolo Bulgheroni, direttore del dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria di Ats Insubria -. In alternativa potranno essere prese in considerazione due altre opzioni: il coinvolgimento di strutture sanitarie private che mettano a disposizione spazi dedicati, oppure la somministrazione in aziende di grosse dimensioni, dove allestire delle apposite aree di vaccinazione”.
Allo stato attuale la soluzione maggiormente indicata sembra essere la prima, ovvero il ricorso agli hub già presenti sui territori, attrezzati al meglio per l’attivazione di linee aggiuntive. “Una soluzione – sottolinea Bulgheroni in conclusione – che ci consentirebbe di puntare contemporaneamente su efficienza e velocità“.
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