Storie, persone, ricordi, mappe e immagini di luoghi che oggi sono cambiati – se non addirittura scomparsi -, tutti esempi di una quotidianità di altri tempi, meno frenetica e più legata al senso di comunità, che sembra sempre più difficile tramandare alle nuove generazioni.
E allora perché non utilizzare i social network non solo per condividere ciò che i paesi sono oggi, con le loro bellezze e le loro difficoltà, ma anche per donare alla loro storia uno spazio più ampio che le consenta di uscire dai cassetti nei quali viene conservata o dalle parole di chi, i ricordi, li tiene vivi unicamente nella propria memoria?
È questo lo spirito con cui sul gruppo Facebook “Sei di Lavena Ponte Tresa se” è nata, da poche settimane, la rubrica “Memorie di paese”. La proposta è giunta da una maestra delle scuole elementari in pensione, Milena Nasi Benetti, che ha notato il successo riscosso da alcune immagini d’epoca postate all’interno del gruppo, e ha immediatamente trovato il pieno appoggio da parte di amministratori e moderatori del del gruppo, tra i quali Aleksandra Damnjanovic.
Quest’ultima ha voluto raccontare con queste parole la genesi di questo progetto social: “Non sono gli strumenti ad essere buoni o cattivi, ma, come sempre e come tutto quello che riguarda i comportamenti umani, è l’uso che se ne fa. È questo che ci ha indotto a cercare di suggerire una direzione diversa al modo con cui gli utenti vi si approcciano. A fronte di una grande maggioranza che pubblica splendide fotografie nuove o storiche, o chi fa appelli utili a ritrovare un cane o un gatto smarrito oppure pubblicizza un nuovo servizio, un negozio o un evento interessante (e quasi sempre la comunità risponde con grande empatia), spesso è capitato che un post particolarmente esposto alla polemica suscitasse vere e proprie bordate di reazioni rabbiose, a volte autentiche contumelie. Non è questo lo spirito con cui si è creata la pagina riservata alle notizie del paese, che intendeva rinsaldare i legami fra compaesani, sfruttando il canale social che si presta a raggiungere e collegare fra loro le diverse generazioni”.
Ecco dunque come è nata questa nuova rubrica “che risponde alla sollecitazione di rievocare le vicende minute del paese, non quelle ufficiali o politiche, ma la quotidianità fatta di persone e di luoghi che tutti amiamo e conserviamo nella memoria”. Ed è Lavena, tra le due comunità che ora compongono il paese affacciato sulle sponde del Ceresio, ai confini con la Svizzera, a farla da padrona “forte della sua più lunga storia e di un pugno di irriducibili nostalgici che conservano con religiosa cura le antiche mappe, le fotografie, i documenti di un passato che profuma ancora del buon tempo andato”, come racconta Damnjanovic.
Chiunque lo desideri può collaborare all’iniziativa, postando sul gruppo “Sei di Lavena Ponte Tresa se” – dove è già possibile leggere alcuni racconti sulle antiche botteghe scritti da Milena Nasi Benetti – i propri ricordi, immagini e parole che “suscitano immediatamente un fiorire di altri ricordi, di altre immagini e di sentimenti commossi”: è proprio questo ciò “che si vuole ottenere con l’uso di un mezzo nuovo, o quasi, per recuperare l’antico spirito del paese vissuto come un microcosmo di vicende e personaggi spesso indimenticabili”.