Svizzera | 11 Gennaio 2021

Svizzera, “Noi apriamo”: oltre trecento esercenti in rivolta

Gestori di bar e ristoratori hanno alzato le serrande questa mattina, in tutto il Paese, in segno di protesta contro i provvedimenti anti Covid. Pochi casi in Ticino

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“Wir machen auf”, “noi apriamo”, è questa la parola d’ordine di un movimento di protesta che sta scorrendo in rete, tra gruppi privati sui social e messaggistica istantanea, e che proprio in queste ore sta portando numerosi esercenti, in particolare ristoratori e baristi di tutta la Svizzera, ad infrangere volontariamente le norme anti Covid.

Si tratta di quei provvedimenti, annunciati settimana scorsa, che corrispondono alla dura prospettiva di altre cinque settimane di chiusura forzata. Da qui è partita l’ondata di protesta del settore, voluta per esprimere tutto il malessere legato allo stato di crisi, incanalandolo in una forte (e potenzialmente preoccupante) presa di posizione: alzare le serrande e aprire i locali, dimenticare le restrizioni dell’emergenza pandemica e tutti i rischi del caso.

Stando alle cronache locali d’oltre confine, sono più di trecento i gestori che questa mattina hanno abbracciato la protesta. Il sito web di riferimento del gruppo riporta l’adesione di oltre settanta ristoratori, ma accanto a loro ci sono anche proprietari di palestre e concessionari, così come altri imprenditori del mondo delle piccole e medie imprese.

L’ondata sta avendo un impatto significativo soprattutto nella Svizzera tedesca anche perché le radici del movimento – sprovvisto di un leader riconosciuto ma comunque capace di sviluppare coinvolgimento e condivisione) sembrano essere proprio in Germania (con “fazioni” di simpatizzanti già operative anche in altri Paesi europei, oltre alla Svizzera). Il malumore serpeggia tra Berna, Zurigo, Aarau, Basilea e Ginevra.

In Ticino la situazione appare sotto controllo, il portale conta infatti soltanto due adesioni tra Bellinzona e Lugano. Totalmente contraria al metodo della protesta – che peraltro espone gli esercenti al rischio di pesanti sanzioni amministrative – l’associazione di categoria Gastro Suisse, che vanta circa venti mila soci a livello nazionale, e che già sul finire della scorsa settimana si era dissociata dal gesto e dai suoi pretesti, ribadendo la necessità di rispettare i provvedimenti per contrastare la diffusione del coronavirus.

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