Famiglia | 5 Gennaio 2021

Una casa a prova di bebè

Come far convivere l’esigenza del neonato di esplorare e sperimentare lo spazio intorno a sé con quella di allontanare dalla sua portata gli elementi più pericolosi

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Un bebè in casa è una vera e propria rivoluzione destinata a sovvertire l’ordine delle cose, specie se la coppia convive insieme già da tempo. Si dovranno riorganizzare gli spazi, bonificare le aree più in basso di librerie, scaffali e mobili.

Oggetti che un tempo ci sembravano innocui, presto diventano potenziali rischi per l’incolumità del piccolo. Ecco che si fa a gara per prevenire incidenti e rendere la casa più sicura per il piccolo. Ma è davvero necessario fare piazza pulita?

La risposta dipende molto dall’organizzazione degli spazi di casa, ma in gran parte è bene considerare l’importanza di educare il piccolo a guardarsi dai pericoli. Già da così piccolo? Ebbene sì, già così piccolo!

La fase orale e il concetto di sporcizia

Non tutto quello che il piccolo porta in bocca è fonte di pericolo. Bisogna fare attenzione e distinguere tra i pericoli veri e quelli presunti. Spesso i neo genitori sono spaventati e insicuri. L’origine di certi dubbi dipende dall’inesperienza, magari da tanto tempo non si ha avuto a che fare con neonati e il loro mondo minuto e in miniatura sembra così fragile.

Eppure l’organismo del bebè è più robusto di quanto possa apparire a un primo sguardo. La sua ostinazione nel portare tutto alla bocca rappresenta una risposta fisiologica al bisogno di esplorare il mondo esterno col quale entra per la prima volta in contatto.

Nota come “fase orale”, questa epoca di prime scoperte va assecondata. Le nostre case sono per lo più pulite, non sono umide al punto da favorire lo sviluppo di batteri gravemente patogeni. Anche gli animali che condividono i nostri spazi sono sani. Un loro segno di malessere è spesso facile da individuare perché sono in tutto membri della famiglia cui attribuire le dovute cure.

Si può invece fare attenzione ed evitare di portare in casa la sporcizia che si raccoglie fuori. Quando mamma e papà sono stati a lavoro fuori casa, potranno prendere l’abitudine di togliere le scarpe quando entrano in casa. Ma anche questa è un’abitudine comune in molte case.

Il rischio di folgorazione?

Questa è forse una delle paure più recondite e difficili da eradicare. Si teme che il piccolo infilando le dita nella presa elettrica possa prendere la scossa. Peccato che ancora una volta le nostre case sono più sicure di quanto si immagini. Gli impianti di nuova generazione, obbligatori da diversi decenni, impongono standard di sicurezza molto elevati. Primo tra tutti il perfetto isolamento delle prese elettriche.

È di certo una pessima idea infilare un oggetto metallico dentro la presa. Ma parliamoci chiaro: i genitori che si apprestano a bonificare la casa da tutti i pericoli non lasciano un oggetto metallico e appuntito alla portata delle manine del piccolo.

Oggetti pesanti e fragili

Si raccomanda che il piccolo giochi con oggetti diversi. Non solo giocattoli di plastica, quindi, ma anche oggetti comuni della casa in materiali diversi. Legno, elementi naturali, stoffe, ma anche il metallo delle pentole, la porcellana delle tazzine.

Quello che raccomandava Maria Montessori era di proporre al piccolo il bicchiere di vetro o la tazzina di ceramica. La possibilità che rompano dà al piccolo la possibilità di sperimentare la prima relazione tra causa ed effetto, un insegnamento prezioso per il bebè che così impara a muoversi e orientarsi nel mondo con sicurezza.

Dunque è giusto assecondare questa esigenza del piccolo esploratore, bisognerà fare attenzione e supervisionare questi esperimenti. Se in casa si possiede una collezione di Swarovski, minerali rari, piatti o altri oggetti fragili e potenzialmente pericolosi, si potrà attendere prima di proporli al piccolo.

In questo caso sarà possibile limitare l’accesso ad alcune aree della casa, una vetrinetta con le ante o i ripiani di vetro, una libreria con soprammobili pesanti e che possono essere afferrati dal piccolo. In questo caso ecco che un recinto fa bene il proprio dovere deviando l’attenzione del bebè verso mete più facilmente raggiungibili.

Lasciare che il piccolo si senta libero

Quel che conta è dare modo al bebè di muoversi nell’ambiente domestico con serenità. I primi approcci con le cose che compongono il proprio spazio sono ricchi di valore e segnano la sua crescita futura. Dopo aver liberato lo spazio alla sua portata dagli oggetti che sono realmente pericolosi, si dovrà fare di tutto per far comprendere che esistono dei pericoli e che si possono aggirare.

Il miglior esempio è il forno o il fornello e accompagnare delicatamente la manina vicino alla fiamma o alla fonte di calore. Percepire il cambiamento di stato e sentire il calore che man mano aumenta è sufficiente perché il piccolo ne comprenda l’essenza. Basterà dire che il forno “ahi! Brucia!” Il bebè comprenderà il resto.

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