Luino | 31 Dicembre 2020

Luino, un “solitario” anniversario per Piero Chiara

Celebrazioni insolite e a distanza, causa Covid, per i"Chiarissimi Pierini" che ricordano il cinquantesimo della pubblicazione di importanti opere dello scrittore

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Da un’idea originale di Angelo Franco Aschei del dicembre 2006, subito condivisa dal direttore de ‘L’eco del varesotto’ Davide Boldrini, da Francesca Boldrini e Carlo Cattaneo è nata la manifestazione “Quattro passi con Piero Chiara“, per ricordare senza tristezza la scomparsa dello scrittore luinese avvenuta il 31 dicembre 1986.

Nel tempo si sono aggiunti altri amici: Gabriella Badi Parietti, Mauro della Porta Raffo, Carolina De Vittori, Achille Locatelli e molti altri ancora.
I “Chiarissimi Pierini”, senza soluzione di continuità sino al dicembre 2019, hanno mantenuto vivo il ricordo di uno scrittore che ha lasciato un segno importante nella cultura del Novecento.

L’ultimo giorno dell’anno ci si ritrovava al Camposanto luinese davanti al sepolcro di Chiara per una riflessione sulla sua vita e sulle sue opere e per un momento di raccoglimento religioso. Era poi doveroso rendere omaggio al poeta Vittorio Sereni e ai famigliari di Chiara. Si continuava con la visita a un luogo di Luino reso celebre dalla sua penna.

Alle 13 ci si recava, per irrinunciabile pranzo conviviale, al ristorante Tre Re frequentato dallo scrittore e immortalato da Ugo Tognazzi nel film Venga a prendere il caffè …da noi. Quest’anno, purtroppo, la situazione pandemica non consente di rinnovare la tradizione, ma non impedisce di ricordare che sono trascorsi cinquant’anni dalla pubblicazione de “I giovedì della signora Giulia” (Oscar Mondadori, gennaio 1970), “Il balordo” (Mondadori, luglio 1970), “Ella, signor giudice…”(Vanni Scheiwiller, dicembre 1970); della traduzione di liriche di Luis de Gongóra y Argote, Sonetti funebri e altre composizioni (Einaudi, 10 gennaio 1970); e, in collaborazione con Franco Gentilini, della cartella d’artista “Un turco tra noi”(Vanni Scheiwiller, 20 settembre 1970). Ed è una sua poesia composta il 31 dicembre 1944 e pubblicata nella raccolta “Incantavi” a far memoria della sua presenza e a recarci il saluto di un anno che sta per finire.

San Silvestro
Sento finire l’anno
in queste ore morte
che vanno senza festa
a mezzanotte.

(Un ànsito d’orchestre
intraudito da fuori
polvere fredda di tempo
sollevò nel vento plenilunare)

Trovano forse ora un senso
gli anni salutati dagli spari
e la luminaria frivola d’allora.

(Foto di copertina © archivio F. Roncoroni, Como) 

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