Maccagno con Pino e Veddasca | 19 Novembre 2020

Una ciclopedonale a sbalzo sul lago Maggiore: l’idea parte da Maccagno

Il sindaco Passera immagina un collegamento "dolce" che coinvolga Luino e la Svizzera: opportunità per turisti, ma anche per il tragitto casa-lavoro dei frontalieri

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Il Verbano come il Lago di Garda: perché no? A lanciare l’idea è il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, Fabio Passera, che lo scorso agosto ha presentato alla Provincia una richiesta di finanziamento per la realizzazione di una ciclopedonale a sbalzo sulla sponda lombarda del Maggiore per la quale si prevede un impegno di spesa intorno ai 580mila euro.

L’esempio eccellente è quello del progetto “Garda by Bike” che dovrebbe vedere l’ultimazione dei lavori nel corso del 2021: un anello ciclabile di 140 chilometri che circonderà le sponde del Benaco e consentirà a chi lo percorrerà (in sella o a piedi) di attraversare Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige godendosi numerosi scorci mozzafiato.

L’obiettivo di Passera non è così ambizioso, ma il “sogno” è quello di poter creare un collegamento dolce e sostenibile innanzitutto tra Colmegna e Maccagno – coinvolgendo quindi anche Luino – e riuscire a estenderlo anche oltreconfine, al Ticino: “Entro la fine del mio mandato vorrei lasciare traccia di questo intervento”, dichiara il primo cittadino sulle colonne di Prealpina. “Attendiamo la risposta della Provincia per il contributo, altrimenti troveremo il modo per finanziarla noi, pur consci che i bisogni della nostra comunità sono tanti. Credo che questa idea farebbe parlare molto del Verbano, fungendo da forte richiamo turistico”.

Anche il sindaco di Luino, Enrico Bianchi, ritiene che l’idea sia interessante, ma pone l’attenzione – sempre sulle pagine del quotidiano locale – su due criticità che vanno affrontate prima ancora di pensare a una progettazione: l’orografia del territorio – che rende complicato soprattutto il passaggio nella strettoia di Colmegna, per la quale Passera ha immaginato una soluzione sotterranea – e la qualità delle strade e delle infrastrutture: “L’idea di cui il sindaco Passera si è fatto promotore è da prendere in considerazione e lo faremo per capire se esiste la possibilità di collegarsi a quanto lui desidera fare. Ritengo poi che il ragionamento possa essere esteso anche ad altri Comuni ma intanto, una volta finito questo intenso e preoccupante periodo di pandemia, credo che tra Luino e Maccagno il tema possa essere intavolato”.

Un progetto del genere, però, non sarebbe utile unicamente per l’aspetto legato al turismo, ma anche per i residenti: tra i frontalieri, in modo particolare, figurano molti appassionati di ciclismo che – a quanto si legge su La Prealpina – hanno già rivolto richieste concrete agli enti locali proprio per la realizzazione di infrastrutture e percorsi sicuri dedicati a questa forma alternativa di mobilità, per raggiungere il luogo di lavoro in sella alla propria bici coniugando il dovere al piacere dell’allenamento per poi contare, ad esempio, sulla disponibilità di spogliatoi o docce dove potersi rinfrescare e cambiare all’interno delle aziende.

Con il diffondersi della pandemia di Covid-19 non sono poche le città – in Italia e nel resto del mondo – che hanno accelerato la svolta “bike-friendly” per cercare di alleggerire il più possibile i mezzi pubblici, spingendo sul ricorso alla mobilità dolce per percorrere il tragitto casa-lavoro riducendo di conseguenza l’uso delle automobili. Ma se in una metropoli come Milano appare relativamente più semplice riorganizzare gli spazi urbani a misura di bici, in un territorio come quello del Luinese – con le problematiche sottolineate anche dal sindaco Bianchi – la visione deve necessariamente ampliarsi e prendere in considerazione il bisogno di una condivisione di intenti che travalichi i confini e che coinvolga non solo il mondo politico, ma anche quello dell’occupazione.

La vicinanza con la Svizzera e il desiderio di molti di poter raggiungere – può quindi davvero essere l’occasione per un progetto di respiro internazionale come quello lanciato da Fabio Passera, che porti l’alto Verbano a riconoscere e far sbocciare le potenzialità che possiede anche dal punto di vista della sostenibilità e di tutti gli ambiti ad essa legati.

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Una risposta a “Una ciclopedonale a sbalzo sul lago Maggiore: l’idea parte da Maccagno”

  1. zpaperoga ha detto:

    Si, i frontalieri che vanno in bicicletta al lavoro… Ma dai!! Magari dopo questo mandato ci sarà qualcuno che finalmente farà qualcosa anche nelle zone limitrofe di maccagno paese, come Pino e Veddasca, che sono state accorpate, ma lasciate alla deriva. Speriamo finisca presto

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