Società | 19 Agosto 2020

Coltivare semi di marijuana è legale? Dove si comprano?

Quello che conta è che le loro caratteristiche siano conformi a quanto previsto dalla Legge 242/2016, entrata in vigore nel gennaio dell’anno successivo

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Negli ultimi anni, tra i business che hanno cambiato il volto dell’economia italiana rientra senza dubbio quello della cannabis light. La sua nascita ha portato numerosi interrogativi tra gli utenti.

C’è per esempio chi si chiede, ogni volta che sente parlare di cannabis legale, se coltivare i semi di marijuana si consentito dalla legge. Nelle prossime righe, vediamo assieme la risposta a questa domanda.

Si possono coltivare i semi di marijuana?

La risposta è sì, i semi di marijuana si possono coltivare. Quello che conta è che le loro caratteristiche siano conformi a quanto previsto dalla Legge 242/2016, entrata in vigore nel gennaio dell’anno successivo. Il testo in questione, che ha rivoluzionato il panorama normativo italiano, consente il consumo, la coltivazione e la commercializzazione di cannabis caratterizzata da un basso contenuto di THC, il principio attivo psicoattivo per eccellenza.

Quest’ultimo, non deve superare lo 0,2%. Attenzione: dal momento che mantenere soglie così basse è difficile se non impossibile, il legislatore ha dato ai produttori una sorta di margine di tolleranza, consentendo loro di arrivare fino allo 0,6.

Da non dimenticare è poi il fatto che, nel caso dei semi, deve essere consegnato dall’acquirente il certificato di iscrizione al Registro Europeo delle Sementi, che deve essere conservato, per scrupolo, per almeno sei mesi.

Dove si comprano i semi di marijuana?

I semi di marijuana si possono comprare in tantissimi grow shop presenti da anni per le strade del nostro Paese. Degni di nota sono anche gli e-commerce che, negli ultimi mesi, hanno fatto registrare delle crescite di fatturato molto interessanti. Per quale motivo? Per un fatto molto semplice: la cannabis light legale è caratterizzata dalla presenza di quantità importanti di CBD o cannabidiolo, principio attivo della cannabis più famoso dopo il THC e caratterizzato dall’assenza di effetti psicoattivi.

Tra i suoi benefici, è il caso di citare l’efficacia rilassante, che durante la quarantena, periodo di oggettivo stress, è servita non poco.

Quanto costano i semi di cannabis?

A questo punto, è naturale chiedersi quanto costino i semi di cannabis. La risposta è ‘dipende’. Dipende tutto a seconda della varietà della pianta e ovviamente della quantità. In linea di massima, si parte dagli 8 euro e si arriva fino agli 11/12.

Non solo semi

Abbiamo nominato poco fa gli e-commerce di cannabis light. Quando li si nomina, si inquadra la possibilità di acquistare anche altri prodotti oltre ai semi di cannabis. Tra queste è possibile citare le infiorescenze che, in virtù del loro aroma particolarmente intenso, rappresentano delle ottime alternative per gli esperti di cannabis light.

Da non dimenticare è anche l’olio di CBD. Facile da assumere, è considerato uno dei punti di riferimento centrali quando si tratta di combattere l’insonnia in maniera naturale. In linea di massima, si tratta di un’alternativa particolarmente apprezzata da chi è alle prime armi con l’utilizzo della cannabis light.

Proseguendo con l’elenco degli altri prodotti che si possono acquistare sugli e-commerce di cannabis light oltre ai semi, è il caso di citare pure i cristalli di CBD. In questo caso, si chiama in causa un prodotto vantaggioso dal punto di vista della purezza del principio attivo.

I cristalli, trattati senza l’utilizzo di prodotti chimici, si possono assumere in maniera diversa. Si possono sciogliere sulla lingua, ma anche vaporizzare – facendo attenzione a non alzare troppo la temperatura onde evitare di compromettere i benefici dei principi attivi – o aggiungere a diversi cibi.

Concludiamo facendo presente che sugli e-commerce di cannabis light si possono trovare anche accessori per la coltivazione.

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