Luino | 15 Agosto 2020

Luino, la storia della barista scintillante: “Vediamo se è tutto vero”

La scelta del locale per la colazione cade su un posto che in molti consigliano ma senza specificare il motivo. Cosa attende il cliente al suo interno? Racconto

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“Devo raccontarti una cosa !”, così si presenta al lavoro un collega, esperto tra l’altro, anche di ceramica artistica, lampadari e Alfa Romeo.

“Saranno le solite stupidaggini, però fai presto perché ho i minuti contati!”, gli rispondo. Un racconto il suo, ascoltato altre volte nelle ultime settimane dalla voce di parecchi conoscenti che siano gruisti, giardinieri, calciatori, sacrestani, ciclisti, ingegneri, rappresentanti, pensionati, avvocati e qualunque altra categoria di persone residenti a Luino e dintorni.

Tutti si riferiscono ad un noto locale della zona dove sempre più spesso si fermano per un caffè, per fare due chicchere, per sorseggiare una bibita, per fare uno spuntino o un aperitivo. C’è qualcosa o qualcuno che attrae la loro attenzione come fanno le lampadine al calar del sole con le farfalle notturne. Di cosa si tratta? Restate li, non cambiate pagina.

“Mi hanno proprio incuriosito, vediamo se è tutto vero quello che dicono“, ho pensato, e quando mi parte la curiosità divento una specie di Magnum P.I.(nota serie televisiva degli anni ’80). Primo tentativo, arrivo sul posto a piedi, brioche e caffè macchiato sono ottimi, la Gazzetta dello Sport manca, c’è il Tuttosport e va benissimo, il personale è cordiale ed efficiente, la clientela è vivace, ma nulla di particolare però colpisce la mia attenzione.

“La solita fortuna!, ritornerò un altra volta”, dico a me stesso. Una settimana trascorre e secondo passaggio, mi presento nel primo pomeriggio in divisa ciclistica alla Eddie Merckx, dopo la solita uscita mattutina. Parcheggio la bici, entro, ordino al ragazzo prodigio un cappuccino (leggenda vuole che fin dalla tenera età si aggirasse dietro al bancone del bar preparando caffè ), pronto in un istante e una voce alla mia sinistra bisbiglia: “Perché non mette un po di cacao, gli da più sapore”.

Ok., ci siamo, è la volta buona, mi volto, perdo il contatto con il mondo reale per un attimo, mi riprendo dal black out con la prontezza di un gatto di marmo e ” Mistero risolto!“, esclamo.

Ti concedo di darmi del tu, grazie, seguirò il tuo consiglio “, le rispondo. Lei si avvicina con indosso un abito ricoperto da fasce scintillanti, sono mezzo accecato, prende il dosatore del cacao e con “Savoir faire” mi disegna una bella faccina sorridente sopra l’abbondante schiuma che ricopre la tazzina.

Ormai mi trovo nel climax dell’azione, provo a rimanere sul pezzo, alla Antonio Conte e le chiedo: “Come mai fai la barista ?“. “Veramente non l’ho ancora capito !”, risponde. “In alternativa, cosa ti piacerebbe fare ?”. “Non saprei, non ci ho mai pensato…”.

Giusto il tempo di ascoltare le risposte e come è apparsa, con la velocità di una saetta scompare e ritorna in servizio, proprio un bel mistero. Vabbè, non mi dilungo ulteriormente, non è mia intenzione portarvi via tempo prezioso, sappiate però che luoghi, fatti e personaggi di questa storiella non sono il frutto della fantasia dell’autore in questa strana estate, ma puramente reali.

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