Varese | 19 Luglio 2020

Lavoro post emergenza, è allarme per bar e ristoranti: “Rischiano di tornare nel baratro”

Confcommercio Varese rileva perdite fino al 50%, Ferrarese: "Prolungamento delle concessioni sui dehors e sulla cassa integrazione. Condizioni per andare avanti"

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Positivo l’effetto movida in orario serale, negativo l’effetto smart working in pausa pranzo. Sono i poli opposti della situazione di bar e ristoranti fotografata dal Consiglio di Fipe/Confcommercio provincia di Varese.

“Anche sul nostro territorio la ripresa nel post lockdown è stata lenta e i fatturati delle attività sono lontani rispetto a quelli di dodici mesi fa: la perdita di incassi per i bar si assesta intorno al 30%, quella dei ristoranti può arrivare fino al 50%”. E guardando al futuro lo scenario potrebbe peggiorare ulteriormente in assenza delle proroghe della cassa integrazione e della concessione degli spazi esterni.

Senza dehors e senza cassa integrazione, bar e ristoranti rischiano di tornare nel baratro”. Il presidente di Fipe provinciale, Giordano Ferrarese, ha invitato tutti i consiglieri collegati in videoconferenza a fare il punto della situazione riferito al proprio territorio: da Luino a Saronno, passando per Varese, Gallarate e Busto Arsizio, il quadro dipinto è pressoché identico. I ristoranti lavorano discretamente alla sera ma solo nei fine settimana, mentre la clientela del pranzo è praticamente sparita, tanto che molti operatori hanno sospeso il servizio. Discorso analogo per i bar, che però nel tardo pomeriggio fino alla sera tardi riempiono i tavoli tutti i giorni della settimana.

Altro riscontro condiviso è quello sui servizi di asporto e di consegna a domicilio: in tanti continuano a proporli e in molti casi contribuiscono ad equilibrare le perdite causate dalla sensibile riduzione dei posti a sedere e, più in generale, dalla diffidenza che ancora una parte dei clienti ha nei confronti di una cena in compagnia in uno spazio chiuso.

“Restiamo in piedi – è l’opinione comune – grazie alla possibilità di estendere gli spazi esterni, ma cosa accadrà da metà settembre in poi quando non avremo più i dehors?”. Una preoccupazione condivisa, che spinge il Consiglio di Fipe/Confcommercio provincia di Varese a chiedere, non solo a livello locale, il prolungamento delle concessioni da parte delle amministrazioni comunali fino al 31 dicembre. “Gli spazi esterni, che eventualmente provvederemo ad attrezzare per un utilizzo anche nei mesi più freddi – questa l’opinione generale emersa dalla videoconferenza – consentono di recuperare parte dei posti interni persi a causa delle misure sul distanziamento minimo”.

L’allargamento del plateatico resta perciò fondamentale per la sopravvivenza di molte attività, come resta di enorme importanza la proroga del periodo di cassa integrazione. È questa la seconda richiesta rivolta al mondo del lavoro, seguita dalla necessità di una riforma fiscale con parametri conformi all’attuale condizione del mercato. Infine, la reintroduzione dei voucher, quelli della “prima ora”, che consentono alle imprese di potere organizzare un sistema lavorativo flessibile.

“Ci aspettiamo – afferma in conclusione il presidente Ferrarese a nome di tutto il Consiglio – che queste richieste vengano valutate e accolte a livello nazionale. Non si tratta di rivendicazioni pretestuose o di capricci, ma del minimo necessario per consentire al nostro settore di andare avanti, di limitare i danni e di potere superare i mesi di settembre e ottobre che, temiamo, saranno i più difficili da quando è stata autorizzata la riapertura dei pubblici esercizi”.

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