Lombardia | 17 Maggio 2020

Lombardia, agriturismi: “Take away e servizio a domicilio anche nel post emergenza, abbattiamo burocrazia”

L'assessore regionale all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi: "Nei prossimi giorni via libero definitivo, il settore è duramente colpito"

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Consentiremo agli agriturismi di effettuare il servizio d’asporto e la consegna a domicilio come servizio stabile e faremo altri interventi anti burocrazia per dare respiro al settore. Le modifiche saranno inserite in legge nei prossimi giorni. Le 1.700 strutture della Lombardia necessitano di semplificazione per scongiurare la chiusura. Vogliamo assecondare le esigenze di queste attività agricole che fungono da ambasciatori dell’agroalimentare e del territorio della nostra regione”. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, in merito agli interventi regionali in favore degli agriturismi.

La Regione Lombardia introdurrà la possibilità per l’azienda di preparare pasti, oltre che per il consumo sul posto, anche da asporto e con consegna a domicilio. Sarà consentito, inoltre, somministrare pasti, nel limite di venti giornate all’anno, anche nei giorni di apertura non previsti dal certificato di connessione, per esempio le festività infrasettimanali.

La legge regionale prevede che negli agriturismi siano serviti prodotti provenienti dal territorio lombardo in misura superiore o uguale all’80% del totale. Per allentare il rigore senza contravvenire allo spirito della legge sarà possibile far rientrare in questo parametro i prodotti lombardi con marchio Dop, Igp, Igt, Doc e Docg provenienti anche non direttamente da aziende agricole, visto che la loro territorialità è già certificata.

Il settore degli agriturismi – ha sottolineato l’assessore – è stato tra i più colpiti dagli effetti economici del coronavirus. Senza un intervento deciso ci saranno criticità anche nei prossimi mesi”. “Per questo, la Regione Lombardia – ha aggiunto – vuole modificare la norma al fine di sburocratizzare il sistema in maniera strutturale e non solo per la fase emergenziale. Nella fase acuta del problema – ha ricordato – abbiamo consentito le consegne a domicilio dei prodotti, garantendo ovviamente la tutela della sicurezza delle persone. Questo, però, non può bastare nei prossimi mesi”.

“Sarà una sfida per tutti – ha concluso l’assessore Rolfi – rilanciare l’agroalimentare come un portabandiera della ‘nuova normalità”. Di seguito il numero delle strutture presenti nella nostra regione, divise per provincia (totale Lombardia 1688):
Bergamo 170
Brescia 348
Como 166
Cremona 72
Lecco 79
Lodi 33
Mantova 236
Milano 133
Monza e Brianza 16
Pavia 224
Sondrio 121
Varese 90

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