Milano | 20 Aprile 2020

Coronavirus, Astuti: “Il 40% delle RSA lombarde infettato, non può essere un vanto”

Il consigliere regionale del Pd controreplica a Emanuele Monti, della Lega, in merito alla gestione della crisi Coronavirus in Regione Lombardia

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“Il presidente della commissione sanità, il collega Monti, mi risponde punto su punto sui problemi riscontrati nelle RSA lombarde, quelli che insieme al crollo della medicina territoriale e ai numeri spaventosi fanno della nostra martoriata regione una delle zone più colpite a livello mondiale” inizia così la controreplica del consigliere regionale del Pd Samuele Astuti al presidente della commissione sanità del Consiglio regionale Emanuele Monti, della Lega, in merito alla gestione della crisi Coronavirus in Regione Lombardia.

“Tenendo conto del fatto che sono consapevole che le RSA hanno fatto tutto il possibile per tentare di arginare il virus, il collega sottolinea con vanto che in ben il 62% di queste strutture non sono stati riscontrati casi di Covid-19. Purtroppo sappiamo dai dati che solo a una piccola parte dei malati, anche con sintomi direttamente riconducibili, sono stati fatti i tamponi, e quindi la statistica sui contagi vale quel che vale”, spiega Astuti.

Il consigliere regionale prosegue “Ma prendendo per buono il dato di Monti, che quasi il 40% delle RSA sia stato infettato può essere considerato un buon dato? Io penso proprio di no. Se, poi, consideriamo il tasso di mortalità nelle case di riposo lombarde, imparagonabile a quello di tutte le altre regioni italiane, è evidente che qualcosa è andato storto.

“Il collega, inoltre, magnifica l’introduzione delle Unità speciali di continuità assistenziale, che sono squadre di medici che vanno a casa delle persone malate di Covid o con sintomi correlati. Sono veramente una buona cosa, e colmano uno dei maggiori problemi della sanità lombarda che è stata l’insufficienza della sanità territoriale che, al contrario di quel che sostiene Monti, in provincia di Varese è ancora più marcata che altrove”.

“Su questo fronte però, c’è ancora molto da fare, perché il Governo, nel decreto con cui le introduce, stabilisce che ci debba essere una di queste unità ogni 50mila abitanti, e in provincia di Varese, che di abitanti ne fa un milione, ce ne sono solo quattro, nessuna nelle zone di confine che sono le più problematiche. Quindi, ben vengano i cambi di rotta degli ultimi giorni e ben venga la presa di coscienza dei problemi che ci sono stati, ma ora dalla Regione ci aspettiamo dei fatti concreti” conclude Astuti.

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