Milano | 29 Marzo 2020

Coronavirus, Regione Lombardia ha avviato la produzione di mascherine

I dispositivi sono affidati alla Fippi di Rho, azienda che può produrne 900mila in 24 ore. Positivi i test svolti dal Politecnico, Cattaneo: "Pronti a distribuire"

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E’ partita la produzione lombarda di mascherine. Grazie alla collaborazione tra Regione, Politecnico di Milano e associazioni di categoria, in prima fila Confindustria, è stato individuato il materiale idoneo e una prima azienda, la Fippi di Rho, ha riconvertito parte della propria attività in mascherine.

Tale azienda riuscirà a realizzare fino a 900mila mascherine in ventiquattro ore. A livello tecnico ha riconvertito una delle tecnologie di pannolini per l’infanzia nella produzione di dispositivi di protezione, grazie al know how e ai test svolti con il Politecnico.

“La filiera lombarda di produzione di mascherine è una realtà – ha affermato l’assessore all’Ambiente della Regione, Raffaele Cattaneo, durante la visita all’impianto di Rho -. Siamo pronti per la distribuzione, il materiale è stato testato e la nostra priorità è ora quella di garantire alle persone che indosseranno i dispositivi, una protezione reale”.

Claudio Guarnero, amministratore delegato di Fippi, ha poi spiegato da dove nasce l’idea di riconvertire la produzione. “Si è trattato di un’esigenza interna all’azienda, che è nata negli anni Settanta ed è a conduzione familiare, per proteggere i dipendenti. Abbiamo utilizzato una parte del materiale del pannolino per creare delle mascherine da utilizzare in un primo momento al nostro interno. Successivamente – ha spiegato Guarnero, contattati da Regione Lombardia, abbiamo deciso di dare un contributo alla produzione. Con il Politecnico abbiamo individuato la materia prima idonea, collaborando con Atex, azienda specializzata in tessuto per l’utilizzo medicale, e abbiamo stabilito il materiale adeguato in termini di potere filtrante”.

Le mascherine sono state autocertificate dal produttore e sono in attesa del riscontro di idoneità da parte dell’Istituto superiore di sanità, ottenuto il quale la distribuzione sarà garantita innanzitutto per le strutture sanitarie e socio sanitarie.

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