Alto Varesotto | 24 Marzo 2020

Coronavirus, come e quando sanificare gli ambienti esterni

Regione Lombardia rende note ai comuni del territorio le modalità con cui procedere tra strade e piazze. Dall'ISS pareri su disinfezione e prodotti da impiegare

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In merito alla “disinfezione stradale e delle pavimentazioni urbane su larga scala” non è accertata un’utilità nel rinforzare tale pratica al fine di prevenire o limitare la trasmissione del Covid-19 in ambienti esterni.

Ad affermarlo è l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che sulla connessione tra coronavirus e superfici e spazi come strade, piazze e prati non si sbilancia, sottolineando invece che un uso ripetuto e massiccio di disinfettanti tradizionali – comportamento tutt’altro che improbabile in un contesto come quello odierno, dominato dalla preoccupazione e dalla paura del contagio – potrebbe addirittura comportare esiti opposti a quelli ricercati. Primo su tutti, l’inquinamento ambientale.

Il riferimento nello specifico va a sostanze che fungono da principi attivi in molti prodotti di uso comune e domestico, come ad esempio la candeggina: ipoclorito di sodio ed etanolo, che tuttavia essendo appunto contenuti nei liquidi impiegati per le pulizie di casa, ricoprono indubbiamente un ruolo importante – nelle dosi con cui vengono inserite nei prodotti in commercio, da impiegare dopo il passaggio con acqua e con un detergente neutro – per la sanificazione degli ambienti dove il rischio di trasmettere il virus si insidia sulle superfici con cui siamo soliti interagire (maniglie, porte, finestre, ma anche cellulari, pc e tablet).

Superfici sulle quali, a seconda del tipo di materiale e della temperatura nell’ambiente circostante, la sopravvivenza di un coronavirus (le rilevazioni sono state effettuate studiando il comportamento di Sars e Mers) è stimata tra le quarantotto ore e i nove giorni.

Tornando alle strade e alla pubblica via, “mentre si conferma l’opportunità di procedere alla ordinaria pulizia con saponi e detergenti convenzionali”, la disinfezione risulta invece una misura per la quale non è accertata l’utilità, sottolinea l’ISS, in quanto non esiste alcuna evidenza che le superfici calpestabili siano implicate nella trasmissione.

La disinfezione delle strade non va quindi praticata con grande frequenza, suggerisce l’ISS, mentre da Regione Lombardia giunge la lista degli accorgimenti da rispettare durante il cosiddetto “servizio di spazzamento” svolto dai responsabili comunali su tutto il territorio della provincia di Varese.

Regola numero uno, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Regola numero due, è sospeso l’utilizzo di soffiatori meccanici, spazzatori ad aria e il ricorso a servizi di “spazzamento manuale” (fatta eccezione per la raccolta di piccoli rifiuti). Il tutto per ridurre al minimo il sollevamento della polvere.

Le operazioni di pulizia saranno dunque condotte con sistemi di lavaggio meccanico garantiti da “macchine spazzatrici ad umido” e, dove non possibile, da “dispositivi manuali a getto d’acqua con pressione ridotta“. “Le superfici oggetto di lavaggio devono essere trattate utilizzando detergenti e saponi convenzionali – sottolineano in conclusione anche da Regione Lombardia – e la frequenza del lavaggio deve essere quella prevista dal regolamento comunale, incrementabile sulla base delle disponibilità di personale e attrezzature”.

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