Curiglia con Monteviasco | 17 Febbraio 2020

Monteviasco, le verità della “Cooperativa Montagna Domani” sulla gestione della funivia

Il rappresentante della Cooperativa "Montagna Domani", l'ingegner Franco Filippi, che ha realizzato l'impianto, interviene sulla situazione della funivia

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Dopo il mancato incontro di Germignaga, nel quale lunedì sera si sarebbe dovuto parlare della situazione della funivia, ferma dal novembre 2018, quando a causa di un incidente ha perso la vita il manutentore dell’impianto di risalita, Silvano Dellea, oggi la storia recente del borgo si compone di un altro capitolo.

L’ingegner Franco Filippi, infatti, in una lunga lettera inviata alla redazione, ha voluto raccontare i fatti degli ultimi mesi, dopo l’ok per la gestione dell’impianto da parte della Cooperativa Montagna Domani, e la successiva revoca dell’incarico da parte del Comune.

Nelle scorse settimane, invece, la sindaca Nora Sahnane ha annunciato la convocazione di un incontro, aperto al pubblico, alla presenza di autorità e istituzioni, nel mese di marzo, dove i cittadini potranno intervenire e fare le loro domande.

Ecco la lettera integrale inviata dall’ingegner Franco Filippi in redazione.

Dopo l’incidente del novembre 2018, cha ha determinato il fermo totale dell’impianto, il Comune di Curiglia per tramite dell’Unione dei Comuni ha esperito una gara il 28 marzo 2019 per l’affidamento della gestione dell’impianto (con un bando contenete due clausole fuori legge sui tempi di risposte e sulla nomina del D.E.).

La Cooperativa “Montagna Domani” ha risposto entro la prima scadenza (ristretta) indicata nel bando (che dopo la consegna dell’offerta è stata prorogata per rispondere ai termini di legge), secondo la procedura indicata nel bando di gara.

Il 9 maggio 2019 l’UCLP aggiudicava provvisoriamente la gara alla Cooperativa MD, nelle more delle verifiche sulla conformità ai requisiti del bando di gara. Questo ha consentito di avviare i primi incontri per concordare il contratto di gestione dell’impianto. Nel primo e secondo incontro il 24 maggio e 24 giugno è stata discussa la bozza del contratto proposta dal Comune. Sono state introdotte modifiche ed integrazioni che rendessero eque, anche per la Cooperativa, le clausole contrattuali.

Dopo questi incontri la bozza di contratto ripresentata dal comune rappresentava un testo diverso da quanto concordato e questo ha costretto a riprendere gli incontri per discutere le diversità e trovare un concordamento accettabile per tutti.

Successivamente, il 26 giugno, 2019 il Comune di Curiglia ha provveduto all’assegnazione definitiva della gara alla Cooperativa Montagna Domani.

A questa assegnazione sono seguiti altri tre incontri in data 1 luglio, 2 agosto e 16 settembre 2019, al termine dei quali si ravvisava una impossibilità di definire condizioni oggettive che fossero accettabili per entrambi a causa dei vincoli posti dal comune che non potevano essere oggettivamente accettati dalla Cooperativa. Nell’ultimo incontro, anche l’avvocato del Comune, che era presente, ha convenuto che non era oggettivamente possibile conciliare le clausole critiche del contratto in modo che fossero accettabili, legalmente, da entrambi le parti.

Nonostante si fosse concordato di trovare una formula per chiudere la gara con un nulla di fatto, per oggettive insuperabili evidenze, il presidente della Cooperativa e anche il segretario comunale hanno voluto fare un ulteriore incontro il 25 settembre 2019 per cercare di superare in qualche modo gli ostacoli. Avendo intravisto una soluzione comune è stato fatto un ultimo incontro il 5 ottobre 2019 con il nuovo presidente della Cooperativa in cui si è arrivati a definire un testo del contratto concordato che superava le difficoltà discusse, risolte, riemerse e ridiscusse nei sei incontri precedenti per poter essere risolte e alla fine risolte.

Queste difficoltà riguardavano essenzialmente:

1. La polizza assicurativa richiesta nel bando con massimale di 10 milioni di euro in quanto non è stata trovata fino all’ultimo, ne dalla Cooperativa ne dal Comune, una compagnia assicuratrice (consultate cinque delle più autorevoli compagnie di assicurazione) che accettasse un massimale così elevato. Alla fine si è concordato un massimale di 2 milioni di euro (tanto concedeva la compagni di assicurazione) per il pre-esercizio e 4 milioni di euro per l’esercizio.

Da notare che da un’indagine fatta si è rilevato che non esiste un impianto funiviario con una polizza assicurativa con un massimale da 10 milioni di euro, le polizze hanno importi come quelli proposti alla fine nel contratto.

2. Il periodo di pre-esercizio che non era definito né in termini temporali né in termini economici. La cooperativa avrebbe dovuto prendere in carico l’impianto con le conseguenti spese per le assicurazioni, l’energia elettrica, il personale, i materiali necessari, ecc., senza avere alcun introito non potendo ancora mettere in servizio l’impianto e, fatto ancor più grave, non avendo nessuna previsione per la rimessa in servizio. Nel testo concordato era ben precisato cosa fosse il periodo di pre-esercizio, perché è stata tolta questa indispensabile precisazione?

3. L’obbligo di garantire la presenza e assunzione del personale al momento della firma del contratto che implicava un esborso economico rilevante per la Cooperativa senza avere alcun introito e senza neppure una previsione di ripresa dell’esercizio dell’impianto ancora totalmente indefinita e imprevedibile.

4. Il contratto ha forzosamente una durata inferiore ad un anno (situazione mai vista) a causa di un vincolo di legge, essendo in corso di definizione del gestore unico del trasporto pubblico con scadenza al 30 giugno 2020, ancorché già prorogato più volte.

Questa restrizione comportava per la Cooperativa uno sforzo iniziale impressionante con la prospettiva di risolvere i problemi dell’impianto che nessuno ancora era stato in grado di risolvere, gestire poi l’impianto fino al giugno 2020 e cioè per tutto l’inverno ove non si incassa praticamente nulla, per poi cedere forzosamente l’impianto all’eventuale nuovo gestore.

Dopo questo faticoso e lungo processo per definire un contratto accettabile da entrambe le parti, con il consulto di vari attori esterni (R.L: Compagnie di assicurazione, altri Comuni e altri impianti, ecc. ) e varie vicissitudini, anche difficili, che qui non si citano per brevità, il Comune ha convocato la Cooperativa per la firma del contratto il 5 novembre 2019 allegando il testo definitivo del contratto da firmare.

La sorpresa è stata lo scoprire che nel testo del contratto da firmare sono state cancellate tutte le modifiche ed integrazioni “concordate” e si è ritornati al testo iniziale, senza nessuna giustificazione né preavviso di questa modifica.

La Cooperativa ha dovuto prendere atto che il Comune non aveva alcuna intenzione di firmare questo contratto e che i sette incontri vissuti per trovare un testo accettabile per entrambe le parti, sono stati solo una presa in giro. Non potendo chiaramente presentarsi per la firma di un simile contratto la Cooperativa ha scritto una lunga lettera al Comune chiedendo spiegazione di questo improvviso cambiamento senza alcuna comunicazione e giustificazione in merito. A questa lettera il Comune non ha mai dato alcuna risposta.

Il Comune ha risolto sbrigativamente la mancata firma del contratto imputando alla Cooperativa la mancata presenza alla firma (ancorché formalmente comunicata prima) e un comportamento scorretto (!!!!), ma solo sui giornali, perché nessuna comunicazione è stata fatta alla Cooperativa.

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