Masciago Primo | 27 Gennaio 2020

Grande festa a Masciago Primo per la Santa patrona S. Agnese

Un bel weekend che ha coinvolto tutta la comunità, dai più giovani agli anziani. Una tradizione religiosa che dura dal lontano 1837 tra fede, tradizione e convivialità

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(articolo di Cesi Colli) Il 25 e il 26 gennaio si è tenuta la festa di Sant’Agnese a Masciago Primo, patrona del nostro piccolo, ma prezioso paese, ed è stato un momento aggregante per tutti. Ognuno è stato indispensabile per costruire queste belle giornate in onore della Santa, in cui anche le differenze si sono rivelate preziosità da vivere: è, infatti, nel confronto, nel dialogo e nella diversità che si incontrano quei valori che permettono al nostro paese di aprirsi e collaborare alla costruzione di una comunità sempre più unita, solidale, bella e ordinata.

La festa di S. Agnese, inoltre, ogni anno ci permette di metterci in rapporto con le nostre radici culturali, i nostri valori caratteristici, le espressioni più genuine del nostro passato. Ogni masciaghese percepisce che le antiche radici di questa festa si proiettano nel vissuto del suo presente e non vuole che il tesoro che contengono vada dimenticato. La festa diventa così festa di tutta la comunità perchè richiama nell’animo tradizioni sedimentate nel tempo, che sono patrimonio di un paese che da sempre è attaccato alla sua chiesa e ne riconosce il valore aggregante e identitario. Tanto più è lucida la memoria del passato, infatti, tanto più chiaro diventa il presente.

Nell’archivio parrocchiale la prima menzione della festa risale al 1837. Il parroco di allora, don Giovanni Ferrario, ne parla brevemente in alcuni preziosi appunti: “La sera della Vigilia di S. Agnese, qualche volta si cantano dal parroco i primi vesperi e dà sempre la benedizione del S.S. Sacramento. Al Vespero poi del giorno della festa, dopo il canto del Magnificat, si porta processionalmente la reliquia della santa martire protettrice d’intorno alla chiesa”. Con l’arrivo del nostro attuale parroco, la festa della Santa è diventata sempre più coinvolgente.

La festa, preceduta dal Triduo (S. Rosario meditato, S. Messa votiva di S. Agnese, supplica e benedizione con la reliquia), è iniziata sabato sera con la possibilità di cenare insieme, gustando trippa alla milanese, brasato o gorgonzola con polenta,  presso il “Centro Civico” del Comune di Masciago. La gioia della tavola, del cibo consumato insieme è stato momento di convivialità da riscoprire, in cui la conversazione è il vero nutrimento e dove le parole si intrecciano a volte magari anche senza grande logica…

Nell’intimità della chiesa di S. Agnese, stipata dalla presenza di tanti giovani, si è recitata la preghiera di Compieta, durante la quale sono stati benedetti alcuni agnelli di pasta frolla, (l’agnello è simbolo del candore e del sacrificio di S. Agnese), che potranno essere regalati o portati sulle nostre tavole domenicali.

A conclusione della serata ci ha allietato un bel falò, che ha illuminato la fredda notte invernale e ci ha riscaldato col suo calore. Alla sua fiamma, come ogni anno, racchiuse in una rossa scatola, sono state affidate le intenzioni di preghiera rivolte alla Santa,  per essere “portate in alto”. Le esaudirà S. Agnese?

I nostri giovani, davanti ai luminosi riverberi del fuoco e al suono della chitarra, hanno creato un’atmosfera suggestiva, intonando canzoni, che hanno preso vigore dall’unione delle voci di tutti i presenti.

“Da ormai una decina di anni, con un folto gruppo di amici, partecipo alla festa patronale di Sant’Agnese – ci ha raccontato Martino, che viene da Varese – e decidere di soffrire il freddo invernale è una lotta, eppure ogni anno di notte torno a casa contento per la serata. Attorno al falò si radunano persone che esprimono attraverso i canti la propria gioia, che portano le proprie preghiere, che cantano fianco a fianco come se si trovassero in mezzo ai loro più cari amici. E così anche in questo 2020, il 25 sera ho preso il giaccone, la sciarpa e la chitarra e mi sono inoltrato nei boschi della Valcuvia per una stupenda serata: sicuramente un sabato sera fuori dal comune!”.

Domenica, il nostro parroco ha celebrato la S. Messa solenne, in cui si è consumato uno dei riti più suggestivi della liturgia: ha, infatti, dato fuoco, innalzando tre candeline, a un pallone ricoperto di bambagia bianca e fiori rossi, sospeso all’ingresso del presbiterio, simbolo della vita del martire, che, unito alla gloria di Cristo, si consuma per la sua fede ardente alla Santa Trinità.

Nel pomeriggio, dopo il canto del Vespro solenne in onore di S. Agnese, i giovani masciaghesi hanno portato a spalla per le vie del paese la statua della Santa. La processione è preghiera itinerante con la quale la comunità cristiana si sente popolo pellegrino nel tempo, nutre e manifesta la fede, alimenta la speranza, rafforza la comunione. La banda musicale, accompagnando i canti, ha favorito l’aggregazione dei fedeli ed ha creato un’ atmosfera di preghiera gioiosa e sentita.

Nella serata è stata celebrata una S. Messa a ricordo di tutti i defunti del paese. Più che rinnovare un dolore, nella sua coralità, questa celebrazione ha espresso la forza del ricordo delle persone del paese che non ci sono più: un invisibile filo che unisce i vivi e i morti, due aspetti di una medesima realtà che sembrano opporsi, ma che in realtà convivono. I morti non sono vissuti passivamente, sono in qualche modo rianimati dall’intensità della preghiera, sono protagonisti della memoria di ognuno e di tutti. È proprio in questa unanimità che ciascuno di noi ricorda i suoi cari e li ripensa, li rivive sentendoli accanto.

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