Busto Arsizio | 14 Novembre 2019

Nuovo scandalo in provincia, arrestati l’ex europarlamentare Comi e l’imprenditore Orrigoni

Nuovo filone dell'inchiesta "Mensa dei Poveri", corruzione e truffa ai danni del bilancio dell'Unione Europea. In totale sono tre gli arrestati

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Nella mattinata odierna, nell’ambito dell’operazione “Mensa dei poveri”, i finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Milano e della Compagnia di Busto Arsizio stanno eseguendo, nella provincia di Varese, un’ordinanza con la quale il GIP del Tribunale di Milano ha applicato ad ulteriori tre persone le misure cautelari personali della custodia in carcere, per una di esse (Giuseppe Zingale), e degli arresti domiciliari, per le restanti due (Lara Comi e Paolo Orrigoni).

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano e dalla Compagnia di Busto Arsizio, dopo l’esecuzione di 43 provvedimenti di limitazione della libertà personale eseguiti il 7 maggio scorso, hanno fatto emergere ulteriori indizi di corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illecito finanziamento ai partiti e ai politici, a carico di amministratori locali, imprese e professionisti a vario titolo coinvolti nell’indebito drenaggio di risorse pubbliche di società e/o enti a partecipazione pubblica.

Strumentali al raggiungimento di detti scopi illeciti si sono rivelati il ricorso a false fatturazioni tra imprese, l’attribuzione – da parte di società pubbliche – di incarichi di consulenza fittizi o inutili o solo formali, a fattor comune utilizzati per occultare il pagamento del prezzo della corruzione per ottenere favori nelle procedure amministrative.

La parte odierna dell’indagine, relativa a vicende accertate, in collaborazione tra i due Reparti delle Fiamme Gialle, in epoca successiva agli arresti del 7 maggio scorso, riguarda fatti corruttivi tesi a far ottenere: a un imprenditore varesino, il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area, da industriale a commerciale, nell’ambito della variante generale al Piano di Governo del Territorio di Gallarate in fase di approntamento, per potervi edificare un nuovo supermercato.

A professionisti e imprese compiacenti fittizi incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di parte del corrispettivo incassato a fronte dell’incarico stesso.

Truffa ai danni del bilancio dell’Unione Europea, in relazione a fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento Europeo, al fine di creare surrettizie provviste di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota parte del corrispettivo liquidato; illeciti finanziamenti erogati da un imprenditore bresciano a un candidato alle elezioni europee del 26 maggio scorso; infine, emissione di fatture false, allo scopo di occultare i predetti reati.

I provvedimenti in questione sono stati eseguiti nei confronti di Paolo Orrigoni, ad di Tigros, e consigliere comunale di Varese, attualmente agli arresti domiciliari, nei confronti di una libera professionista saronnese ed ex eurodeputata di Forza Italia, Lara Comi, agli arresti domiciliari e, infine, in carcere è finito Giuseppe Zingale, direttore di Afol, azienda consortile milanese a partecipazione pubblica, accreditata presso Regione Lombardia per i servizi per il lavoro e per la formazione.

Tre in particolare i filoni della vicenda in cui si inserisce la figura dell’ex eurodeputata Lara Comi. Il primo, per due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società – Premium Consulting srl – per conto di Afol, azienda milanese specializzata in servizi di formazione e orientamento al lavoro: 38mila euro in parte poi rientrati nelle disponibilità di Lara Comi, secondo quanto messo a verbale dall’avvocato che si era occupata proprio di quelle consulenze. Giuseppe Zingale, dg di Afol, compare in questo episodio dell’inchiesta, ed è ora in carcere con l’accusa di corruzione.

Il secondo filone riguarda poi il finanziamento illecito che l’esponente di Forza Italia avrebbe ricevuto dal presidente di Confindustria Lombardia, Mario Bonometti: 31mila euro, sotto forma di finta consulenza, per le elezioni Europee del maggio scorso. C’è infine la terza accusa, quella di truffa al Parlamento Europeo, per la quale è al centro dell’attività di indagine il denaro proveniente da un aumento di stipendio dell’ex addetto stampa, Andrea Aliverti, restituito però a Comi per coprire spese di partito.

Il comportamento che l’esponente forzista avrebbe tenuto, è descritto con parole durissime nell’ordinanza firmata dal gip di Milano Raffaella Mascarino, quella che ha condotto all’attuazione delle misure cautelari di questa mattina: “Nonostante la giovane età, Lara Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamenti illeciti (…). Dall’esame degli elementi indiziari (…) emerge la peculiare abilità che l’indagata ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre (…) il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità“.

L’operazione di servizio condotta dalle Fiamme Gialle sotto l’egida dell’Autorità Giudiziaria milanese, conferma il costante impegno delle Istituzioni nel contrasto alla corruzione e alle truffe in danno del bilancio dell’Unione Europea, insidiosi fenomeni che, alterando le regole della sana competizione tra imprese, danneggiano gli onesti e fanno aumentare i costi dei servizi pubblici.

Contrastare tali delitti significa, pertanto, non solo affermare la meritocrazia, ma anche rilanciare l’economia ovvero garantire a tutti i cittadini migliori condizioni di vita.

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