L’insufficienza renale cronica è una grave condizione medica, caratterizzata da un declino graduale della funzionalità dei reni. Una persona affetta da insufficienza renale cronica ha due possibilità: sottoporsi a trattamento dialitico oppure, se esistono le condizioni, a trapianto di rene.
L’emodialisi può essere effettuata in ospedale di norma tre volte a settimana, dove i giorni e l’orario sono decisi dalla struttura e la scarsa disponibilità di vettori per il trasporto assistito unite alle distanze tra ospedale e domicilio dei pazienti possono limitare la riabilitazione e una vita sociale adeguata.
A fianco della modalità ospedaliera esiste anche la possibilità di domiciliare il trattamento, utilizzando soprattutto la dialisi peritoneale.
“Anche se è formalmente possibile effettuare l’emodialisi al domicilio dei pazienti – precisa il dottor Giuseppe Rombolà, Direttore della S.C. Nefrologia e Dialisi della ASST dei Sette Laghi – la complessità del trattamento e il rischio di problematiche insite nello stesso obbligano ad avere l’assistenza di un partner per tutta la durata del trattamento”.
L’addestramento del partner generalmente richiede mesi per poter garantire la correttezza e l’efficacia del trattamento al domicilio. É accertato che la domiciliazione garantisce al paziente un miglioramento della qualità della vita e, probabilmente, anche una sopravvivenza più lunga.
“La nostra Azienda ha avviato una sperimentazione – continua il dottor Rombolà – che prevede il trattamento emodialitico domiciliare con l’assistenza di una infermiera professionale esperta di dialisi e adeguatamente formata”. Questa sperimentazione, che nella prima fase prevede di arruolare un solo paziente all’anno, affianca e anticipa una simile esperienza regionale che coinvolge, oltre alla nostra Azienda, altre quattro Asst (Rhodense, Ovest-Milano, Papa Giovanni XXIII e Lodi).
Il progetto prevede che l’infermiere professionale, dopo una valutazione di idoneità e competenza, venga addestrato compiutamente all’utilizzo del macchinario domiciliare ed entri in un rapporto empatico e di fiducia con il paziente. Adeguato l’impianto idraulico ed elettrico di casa, dopo le prove microbiologiche e di qualità dell’acqua e il collaudo di tutto l’impianto, il paziente può iniziare il trattamento emodialitico al suo domicilio. É sempre e comunque garantito il supporto dello specialista nefrologo.
“L’obiettivo – tiene a sottolineare il dottor Ivan Mazzoleni, Direttore SocioSanitario dell’ASST – è anche quello di migliorare l’adesione del paziente a tutta la terapia dell’insufficienza renale cronica (dieta, farmaci, corretta assunzione della terapia stessa, abitudini di vita) e costruire un’alleanza terapeutica tra paziente, famiglia e operatori per ottenere una migliore riabilitazione e un reinserimento nella vita sociale di relazione e, dove possibile, anche lavorativa: non è più il paziente che si adatta alle esigenze del centro ma, entro certi limiti, è il servizio che si modella sulle esigenze del paziente“.
“Il progetto nasce come sperimentazione gestionale per un anno – conclude il dottor Giuseppe Rombolà – al termine di questo periodo verrà stilato un bilancio ed effettueremo le necessarie valutazioni. Se verranno raggiunti gli obiettivi assistenziali e riabilitativi e verrà confermata la sostenibilità, ci sarà la possibilità concreta di proporre l’emodialisi domiciliare come opzione long term per un numero maggiore di pazienti e magari esportare la nostra esperienza ad altre realtà aziendali”.
© Riproduzione riservata
Vuoi lasciare un commento? | 0