Brezzo di Bedero | 1 Luglio 2019

Brezzo di Bedero, si riparte dagli oratori per scovare vocazioni per le bocce?

Un’esperienza che dovrebbe essere propedeutica per capire la ragione della scarsità di nuove vocazioni in questo sport così affascinante

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(Roberto Bramani Araldi) Sciamano per la strada che conduce da Bedero a Brezzo – già la denominazione di Comune di Brezzo di Bedero è l’unione delle due frazioni avvenuta in tempi decisamente remoti -, sono effervescenti, un po’ chiassosi, come si addice ad un manipolo di ragazzi che vanno dai 6 ai 13 anni, sotto lo sguardo attento e responsabile di Raffaella Romano, e vanno a compiere un’escursione con una guida CAI per scoprire luoghi non lontani dalle abitazioni, ma, forse per questo, poco conosciuti.

Sono i ragazzi dell’Oratorio Estivo della Parrocchia di S. Vittore Martire in Bedero Valtravaglia – ecco che ritorna il nome con il quale veniva anticamente chiamato il Comune – di Don Marco, che sono impegnati, durante il periodo post scolastico, in varie attività, culturali e ludiche, nei cosiddetti “laboratori creativi”.

Fra le attività ludiche è stata perfezionata un’intesa con la Bocciofila Bederese per avviare alla conoscenza del mondo delle bocce, non raccontato, bensì praticato, questi giovani che quasi sempre non solo ne ignorano i rudimenti, ma addirittura, in molti casi, l’esistenza.

Sembrerebbe favolistico, eppure costituisce la realtà: uno degli elementi della culturale popolare e non del nostro Paese, sta gradualmente precipitando nel dimenticatoio. Quello che era un aspetto della coesione familiare – il nonno giocava alle bocce, il padre ne era appassionato e i figli lo praticavano ad emulazione, scoprendone il fascino e il divertimento – è diventato un motivo di scoperta.

Si avventano i giovani ad accaparrarsi le due bocce con cui cercare di avvicinare il “pallino”, devono essere per forza uguali – “ma come pesano!” protesta qualcuno –, vorrebbero bocciare lasciando libero sfogo all’anarchia esuberante del momento.

Alcuni non apprezzano più di tanto, altri si entusiasmano allorché riescono a compiere una “bella giocata”, qualcuno chiede di poter venire a provare sui campi a livello personale al pomeriggio: c’è la rivelazione che si propaga anche agli istruttori – Moschini, Todeschini, Finali -, decisamente stressati nel seguire gli squadroni che si alternano in campo. Squadroni? Non è una dizione eccessiva? Non tanto. Quest’anno i ragazzi che frequentano sono più di cento e, a rotazione, tutti vengono nel bocciodromo, al lunedì per due ore, per partecipare alla conoscenza di questo universo ignoto ai più.

L’esperienza maturata dovrebbe essere propedeutica per capire la ragione della scarsità di nuove vocazioni che possano costituire il necessario ricambio generazionale in uno sport che, pur vantando un’infinità di allori mondiali ed europei per i colori italiani, mostra segni di progressivo invecchiamento della base, che non potrà non avere riflessi negativi anche sull’attività di vertice.

“Repetita iuvant” affermavano i latini. Già nel 2016 la Bederese aveva affrontato, sempre con il medesimo Oratorio, una specie di scuola bocce: esperienza esauritasi senza aver avuto il seguito auspicato. Ora si parla di ripetere il percorso nel 2020: chissà che qualche giovane virgulto non cominci a volersi trasformare in un robusto tronco?

PILLOLE DI BOCCE

– Sabato 29 giugno – Campionato Provinciale – Quarti di finale – Andata.
Gorla Maggiore – Renese 36- 29
Bottinelli – Valle Olona 36-34
Monvalle – Casciago 34-36
Cuvio – San Cassano 15-36
– Solbiate – Finale regionale coppia.
1) Angelini/Callegari – Possaccio
2) Barilani/Signorini – Alto Verbano
– Giovedì 27 – Caiello – Finale regionale coppia.
1) Defendi/Zarini – Renese
2) Cavigioli/Lauti – Stella
– Venerdì 28 – Cairate – Finale regionale coppia.
1) Crippa/Guzzetti – Carnago
2) Caleffi/Zanotti – San Cassano
Direttore di Gara Silvano Farioli

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