Laveno Mombello | 11 Maggio 2019

Laveno Mombello, “L’Unione Europea: un progetto di pace unico nel mondo”

Pubblico attento e temi attualissimi all’incontro di ieri sera a Laveno con Angelica Radicchi, la più giovane candidata del Partito Democratico al Parlamento Europeo

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Dopo l’incontro con Brando Benifei del 14 marzo e le testimonianze di giovani presso la biblioteca comunale di Luino del 5 aprile, il Partito Democratico ha promosso, ieri 10 maggio, un ulteriore momento di riflessione sul tema dell’Europa, in vista delle imminenti elezioni europee del 26 maggio.

Il Circolo di Laveno Mombello del Partito Democratico ha scelto infatti di invitare presso la propria sede di Laveno la più giovane candidata del Partito Democratico della circoscrizione, Angelica Radicchi, trentenne genovese, per due anni Presidente della Gioventù federalista europea di Genova: una candidata giovane e preparata, che da sempre ha la fissa dell’Europa, di cui ha approfondito la conoscenza sia attraverso gli studi accademici, sia attraverso le proprie esperienze lavorative e di volontariato. Durante la serata ha dialogato con Francesco Anania e Valerio Langè, consiglieri comunali del Partito Democratico, e col pubblico, presentando le proprie idee in materia di lavoro, migrazioni e sostenibilità.

Convinta sostenitrice della parità generazionale in politica, poiché i giovani sono coloro che saranno maggiormente toccati dalle scelte politiche dei prossimi anni, crede che oggi sia assurdo dare risposte nazionali a sfide globali. Per questo, vede il futuro dell’Europa come una federazione leggera, in cui i singoli Stati mettano in comune la politica estera, e che sia dotata di un bilancio adeguato. Oggi infatti ogni Stato dell’Unione Europea contribuisce con l’1% del proprio PIL, mentre negli Stati Uniti il contributo di ciascuno Stato ammonta al 23%-24%. Occorre infatti salvaguardare un progetto di pace che non ha eguali nel mondo, tanto da non avere una definizione, fa notare la candidata: non è una federazione, ma nemmeno una confederazione… è un caso unico nella storia del mondo.

Interpellata sul tema del lavoro e in particolare sulla situazione del nord della Provincia di Varese, stretta tra Milano e la Svizzera, Angelica Radicchi propone alcune azioni utili a rispondere alle sfide poste dall’innovazione tecnologica, che cambia il modo di lavorare e il mondo del lavoro, rischiando di creare nuove sacche di povertà e l’allargamento della forbice delle disuguaglianze sociali. Propone infatti di lavorare lungo tre direttrici: la formazione, gli investimenti e la politica sociale. La formazione, per sviluppare la creatività e individuare nuove idee di sviluppo per i territori che diano lavoro. L’investimento di risorse in percorsi di formazione specifici e continuativi. Infine, l’attuazione di una politica sociale che possa fare da “equilibratore sociale”: secondo la candidata, non si tratta tanto di dare un reddito minimo garantito (quel è il reddito di cittadinanza), ma un sostegno universale al reddito, che sia erogato anche una volta che il cittadino inizia a lavorare. Col reddito di cittadinanza, infatti, non si incentiva il lavoro, in quanto il beneficiario del reddito di cittadinanza, una volta trovato un impiego, viene “sanzionato” dallo Stato che interrompe l’erogazione del sussidio.

Rispetto alle questioni migratorie, Angelica Radicchi ha le idee chiare: la gestione delle migrazioni può essere affidata solo all’Unione Europea, che potrebbe intervenire in modo più adeguato con un bilancio più grande. Occorre poi fare tanta controinformazione, anche attraverso una CNN europea: se tutti sanno dei 35 euro al giorno, pochi, invece, sanno che 32,50 euro vanno alle strutture di accoglienza e consentono di dare lavoro e reddito anche a tanti italiani, mentre la somma che va direttamente al richiedente asilo è pari a solo 2,50 euro. Vuole inoltre rivedere i trattati di Dublino sostituendo la clausola dei legami forti alla clausola che prevede la permanenza nel Paese d’arrivo e fare in modo che le questioni di politica migratoria possano essere approvate a maggioranza, senza che sia necessaria l’unanimità degli Stati membri, come invece avviene ora, penalizzando l’Italia nonostante la Lega continui a sbandierare la propria amicizia con i Paesi che meno di tutti sono disposti all’accoglienza. Infine, la candidata evidenzia la necessità di aprire corridoi umanitari in modo da evitare gli arrivi via mare e il transito dalla Libia e dalle sue torture.

Rispetto al cambiamento climatico globale e all’inquinamento, di cui ha raccontato gli effetti disastrosi che ha visto in Mozambico e in Indonesia, propone di usare le tasse per contrastare gli effetti negativi delle attività economiche inquinanti. In particolare, propone di istituire una Carbon Tax, cioè un contributo di 30-40 euro/tonnellata da richiedere alle attività che emettono anidride carbonica, e una Plastic Tax simile. Queste tasse, applicate a livello europeo, consentirebbero di finanziare un bilancio europeo autonomo più consistente e potrebbero contribuire a diminuire la pressione fiscale sul lavoro.

Rispondendo infine alle domande del pubblico, ha evidenziato come oggi l’erogazione dei finanziamenti europei a livello locali presenti tante difficoltà: propone quindi l’istituzione di agenzie regionali di europrogettisti, professionisti con competenze specifiche, che si occupino della progettazione e della rendicontazione dei progetti. Si è dichiarata contraria agli allevamenti intensivi, che sono tra le fonti inquinanti principali, insieme con la produzione di tessuti. Interpellata sull’introduzione di una tassa sulla carne, ha dichiarato di voler approfondire il tema, sottolineando come soprattutto sia importante affiancare alle scelte politiche una revisione degli stili di vita, diminuendo il consumo di carne.

La serata si è conclusa con un aperitivo offerto dal Circolo di Laveno Mombello del Partito Democratico.

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