Varese | 11 Maggio 2019

Inchiesta Dda, la Lega di Varese a Forza Italia: “Azzerare tutto o tronchiamo alleanza”

Dura la presa di posizione della segreteria provinciale del partito di Matteo Salvini dopo il consiglio direttivo di ieri sera. Ecco il comunicato stampa

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A seguito del direttivo provinciale della Lega di venerdì sera sono state prese diverse decisioni, dopo il caso delle indagini riguardanti tangenti e corruzione degli scorsi giorni.

La Dda di Milano ha disposto misure cautelari per quarantatré persone tra cui esponenti della politica, quattro gli uomini di Forza Italia arrestati, e dell’imprenditoria della provincia, senza dimenticare i vertici delle maggiori partecipate sovracomunali nei settori di servizi, rifiuti ed idrico.

Il diretto provinciale del partito guidato da Matteo Salvini ha dichiarato, con i suoi rappresentanti a tutti i livelli politici, istituzionali ed amministrativi, di essere “distante anni luce da questi atteggiamenti e sistemi criminosi che non le sono mai stati propri”.

Ecco il comunicato stampa della Lega.

Chiediamo ai vertici regionali di Forza Italia, nella persona della coordinatrice regionale Maristella Gelmini, di prendere una posizione forte, negli interessi dei tanti amministratori locali di Forza Italia in provincia che si impegnano con dedizione e disinteresse da tempo nel quadro di un’alleanza che in tutto il territorio della Lombardia ha saputo portare il buon governo.

Chiediamo un cambio di passo deciso a Gallarate. Gli esponenti di Forza Italia non toccati da provvedimenti prendano una posizione pubblica e netta contro i comportamenti illeciti che si evincono dalle indagini e che hanno visto la città come epicentro.

Ribadiamo con forza che spetta alla magistratura definire i contorni di responsabilità giuridica.

Tuttavia il livello regionale di Forza Italia deve sgomberare il campo da dubbi e sia di garanzia (anche morale) per i propri assessori. Il Sindaco Cassani deve essere messo in condizione di amministrare tranquillo. Apriamo ad un rimpasto della Giunta concordato con Gelmini, confermando l’alleanza politica di centrodestra, ma convinti che occorra discontinuità con il passato.

Chiediamo al presidente della Provincia Emanuele Antonelli di rivedere l’assegnazione delle deleghe in un rimpasto complessivo di esse. Nella fattispecie, avochi a sé la delega alle società partecipate ora assegnata a Simone Longhini, frutto di un accordo politico con i precedenti vertici di FI. In ottica di autotutela, occorre sospendere queste deleghe fino all’accordo di garanzia con Gelmini.

Facciamo formale richiesta di dimissioni immediate di tutti i soggetti membri di cda delle società pubbliche oggetto di provvedimenti di custodia cautelare, affinché le stesse siano libere di operare nell’interesse dei comuni che sceglieranno nuovi amministratori.

Ribadiamo fiducia totale nei confronti dei sindaci dei comuni dove si governa con ampia coalizione di centrodestra, in particolare ad Antonelli e Cassani. Costoro sono vittima dii strumentali prese di posizione delle opposizioni, ma hanno ampiamente assunto atteggiamenti di unici oppositori de facto all’interno delle amministrazioni per atteggiamenti che nulla avevano a che vedere con il perseguimento del bene pubblico.

Le alleanze di centrodestra nelle amministrazioni locali è confermata, previa verifica interna e pubblica da parte della coordinatrice Gelmini sul contesto gallaratese. In caso contrario, siamo pronti a troncare l’alleanza e a rischiare di andare ad elezioni ma a testa alta, pur di sgomberare il campo da ogni dubbio e per amministrare serenamente nell’interesse dei cittadini.

Il Pd non può fare la morale e deve riflettere sulla propria incapacità gestionale nelle società pubbliche. Bisogno loro ricordare che fino ad ottobre 2018 governavano la Provincia e la governance delle società pubbliche era in mano a loro per tramite del Presidente Vincenzi e del potere specifico che il Pd allora aveva in provincia. I tavoli di coordinamento politico per determinare la linea strategica sul tema delle società pubbliche era condotto dal Pd. Gli interlocutori politici li sceglievano loro e le linee conclusive erano in capo alla loro responsabilità.

Da ultimo pieno sostegno al presidente Fontana, persona di piena rettitudine politica e morale.

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