Questa sera a Grantola la proiezione del documentario “Roadkill, la strage ignorata”

Dopo la proiezione in anteprima, tenutasi il 22 marzo all’ex Colonia Elioterapica di Germignaga, è il momento di un’altra serata dedicata al documentario “La strage ignorata” di Marco Tessaro, organizzata dall’associazione “Amici della San Carlo”.

L’appuntamento è alle ore 20.30 nella suggestiva cornice dell’Ex Chiesa di San Carlo a Grantola e vedrà insieme alla presenza del regista del documentario, anche i responsabili del progetto Roadkill di Comunità Montana Valli del Verbano.

“L’uomo è troppo concentrato su sé stesso per accorgersi che intorno a lui vive una grande varietà di specie, anche appena fuori dalla città”: è con questa riflessione che inizia il documentario di Tessaro, esperto di comunicazione ambientale, che tratta il tema del legame spezzato tra uomo e natura attraverso l’esempio drammatico della strage silenziosa e sconosciuta causata dal roadkill, il termine inglese che indica l’impatto stradale tra veicoli e animali selvatici.

Il regista in quasi due anni di uscite nelle Valli del Verbano, a fianco delle forze dell’ordine, delle istituzioni e delle associazioni che si battono per raccontare, misurare e contrastare questo fenomeno, ha raccolto toccanti immagini e storie di vita e di morte, per portare sullo schermo questa strage invisibile.

Il progetto Roadkill della Comunità Montana Valli del Verbano, raccontato nel documentario, vuole provare a cambiare le cose con speciali impianti anticollisione posizionati sul territorio nei punti più a rischio di impatto, in partnership con Istituto Oikos e con il contributo di Fondazione Cariplo.

Per ridurre gli incidenti però, come si evince dal documentario, deve cambiare anche la percezione del problema e aumentare la consapevolezza dell’importanza di rispettare sempre la segnaletica. Per questo la sfida di Comunità Montana è anche sensibilizzare la popolazione e le nuove generazioni sul tema e sul rispetto del codice della strada, sfida alla quale vuole e può contribuire appunto anche il documentario di Marco Tessaro.