Maccagno con Pino e Veddasca | 12 Aprile 2019

Maccagno, Tronzano e Veddasca, “Con la fitodepurazione tuteliamo lago e montagne”

Il progetto, ormai in fase conclusiva, è stato finanziato con 2,4 milioni di euro e potrà servire 1600 persone circa. Oggi presente il senatore Alessandro Alfieri

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È ormai nella sua fase conclusiva il progetto “Sistemi di fitodepurazione a servizio dei comuni di Maccagno con Pino e Veddasca e Tronzano Lago Maggiore”, iniziato nel 2009 dagli allora comuni di Pino Lago Maggiore e Veddasca per migliorare la qualità delle acque del lago Maggiore, recettore finale degli scarichi, senza dimenticare una maggiore tutela dell’ambiente.

Il progetto, del valore di 2,4 milioni di euro, è stato finanziato dalla Fondazione Cariplo con un importo pari a 980mila euro, mentre la restante parte di contributo è stata coperta dal comune di Maccagno con Pino e Veddasca (con un contributo di 100mila euro) e dal comune di Tronzano Lago Maggiore (250mila euro) e con il finanziamento della Comunità Montana “Valli del Verbano” (100mila euro), la Società Verbano S.p.A. (965mila).

Sono così in corso di realizzazione otto impianti di fitodepurazione a servizio di alcuni nuclei abitati nei comuni di Maccagno con Pino e Veddasca e Tronzano Lago Maggiore, ovvero la messa a norma degli scarichi dei reflui urbani provenienti da Pino, Zenna, Poggio, Ronco Scigolino e, in Val Veddasca, Armio, Biegno, Cadero, Graglio e Lozzo.

“A oggi, i tre impianti rivieraschi sono pronti alla messa in esercizio, così come tre dei cinque impianti della Val Veddasca. Gli impianti di Cadero e Armio saranno ultimati nell’estate del 2019“, ha ricordato l’ingegnere Massimo Sartorelli oggi durante la presentazione dei lavori avvenuta in Municipio a Maccagno.

Ma come funzionano? “Gli impianti di fitodepurazione – ha spiegato l’ingegnere – consistono in zone umide artificiali che sfruttano la capacità autodepurativa degli ambienti acquatici che avviene attraverso una serie di processi chimici, fisici e biologici che si verificano fra i substrati che li costituiscono e le biocenosi esistenti, principalmente macrofite acquatiche, fra cui quella più comunemente usata è la cannuccia di palude, e i batteri coinvolti nei processi di degradazione della materia organica presente nei reflui. La scelta dell’impianto con la cannuccia di palude è motivata dal fatto che questa pianta ha una crescita veloce e non richiede grande interventi di manutenzione. Inoltre, il suo apparato radicale raggiunge i 60-70 cm di profondità e ha una particolare capacità di trasferire l’ossigeno atmosferico sul fondo dove si formano zone aerobiche necessarie per alcuni processi ossidativi”.

Gli interventi sono stati adattati al contesto territoriale, in modo che essi si inseriscano in modo compatibile con gli ambienti che caratterizzano le aree di intervento. Il dimensionamento degli stessi è stato effettuato tenendo conto sia della popolazione residente sia di quella fluttuante, costituita dai turisti che frequentano le zone, in particolare in periodo estivo.

Gli impianti di Armio, Biegno, Cadero, Graglio e Lozzo sono del tipo a flusso sub-superficiale orizzontale mentre quelli di Zenna, Ronco e Riva del tipo a flusso sub-superficiale orizzontale e a flusso verticale. I bacini a flusso sub-superficiale orizzontale (sommerso) consistono in bacini impermeabilizzati dove l’acqua viene mantenuta al di sotto della superficie e il medium, costituito da materiale inerte a diversa granulometria (ghiaia, zeolite), è saturo d’acqua. Il refluo scorre nel medium percorrendo tutta la lunghezza, scorrendo in senso orizzontale.

Nei sistemi a flusso verticale sommerso, il refluo è distribuito sul medium in maniera intermittente da tubazioni. L’intermittenza del flusso favorisce la periodica aerazione del medium e quindi un’elevata ossidazione che opera la degradazione della sostanza organica anche nei periodi di riposo vegetativo. La scelta di realizzare sistemi a flusso sommerso è stata determinata dal fatto che mantenendo l’acqua al di sotto del livello del letto si riduce notevolmente il rischio dell’insorgenza di cattivi odori e lo sviluppo di insetti.

Gli impianti sono dimensionati per servire complessivamente 1543 abitanti equivalenti, valore che tiene conto anche dell’aumento della popolazione nei mesi estivi. “La fluttuazione degli abitanti – ha affermato l’ingegnere Sartorelli – è stata una variabile importante per studiare tutta la rete. Oltre alla tutela dell’ambiente tra montagna e Giona, miglioreranno anche le condizioni igienico-sanitario della comunità. Una volta terminati i lavori i finanziamenti saranno utili anche per continuare a monitorare acqua e scarichi depurati, mentre da settembre organizzeremo incontri nelle scuole per raccontare il sistema agli studenti, con materiale divulgativo per studenti e docenti, che saranno affiancati da esperti nelle lezioni”.

Oltre a ringraziare le ditte incaricate e gli uffici comunali, il sindaco Fabio Passera ha voluto sottolineare l’importanza del progetto sotto il profilo turistico: “Questi impegni e sforzi, a livello progettuale, ricadono sul territorio a 360 gradi, pensando anche a tutti i nostri ragionamenti sul turismo, con le nostre acque già balneabili e le coste ritenute eccellenti. Puntare ad opere di questo tipo è fondamentale perchè implementano le capacità del nostro comune di sviluppare turismo”.

Presente alla mattinata anche il senatore Pd Alessandro Alfieri: “Un progetto che deve la sua realizzazione grazie alla determinazione e alla passione del primo cittadino, ma un ringraziamento va anche a Fondazione Cariplo, con la lungimiranza del presidente Guzzetti che in questi anni ha lavorato bene sul territorio per il welfare, la cultura e l’ambiente. È prioritario sviluppare opere di questo tipo”.

Ad intervenire anche Mauro Fiorini, ex sindaco di Pino Lago Maggiore, che ha ricordato tutto l’iter burocratico per portare a compimento la fitodepurazione, e il primo cittadino di Tronzano Lago Maggiore, Roberto Stangalini: “Un lavoro che ci ha visto mettere a disposizione una cifra considerevole di risorse, insieme all’amico Giorgio Fiorio, che oggi voglio ricordare. La rete di fognatura di Tronzano è vasta, ma abbiamo un nostro importante impianto, che doveva essere riqualificato. Sono molto soddisfatto, conosco la qualità del lavoro della fitodepurazione e i benefici per l’ambiente”.

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